184 - Ritorno

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Dopo una mattinata passata a vedere Derbyshire e il pranzo, abbiamo iniziato a caricare le valige sul pullman per andare in stazione.

Così la nostra gita prima delle vacanze natalizie si è conclusa. Una gita che avevo immaginato in un modo totalmente diverso.

Credevo sarebbe stata una gita come tante altre, dove mi lamentavo per le troppe ore di cammino e sbadigliavo mentre la guida parlava del posto. Dove a pranzo e cena sarebbe stata una palla mortale e i lodge vecchi con letti cigolanti... invece è stato totalmente differente.

Non mi sono poi lamentata molto durante le camminate dato che c'era Nash a distrarmi con i suoi commenti, la guida non ha reso le spiegazioni noiose, anzi erano abbastanza intriganti, anche se troppo lunghe. Pranzo e cena sono stati divertenti, abbiamo riso e parlato tutte le volte e i lodge erano spettacolari così come l'arredamento rustico, ma allo stesso tempo moderno.

<No cara, va lì.> Mi dice Natalie vedendomi sedermi accanto a lei.

Mi volto nel posto dove ha indicato e noto Nash seduto tre posti più indietro dov'è lei.

<Questo è riservato per Emily.> Mi sorride innocentemente.

<Ma Emily non dovrebbe stare nei posti avanti?> Le domando.

<Si, ma per ora fa un eccezione. Su va.> Dice facendo segno di andarmene.

Sospiro e vado verso i posti dov'è seduto, ma troppo tardi, dato che una ragazza si è seduta proprio ora accanto a lui.

Una certa ragazza, proprio quella che ci ha "provato" con lui quando siamo arrivati.

Quindi, dove mi siedo adesso?

<Ehi muoviti.> Mi spinge un ragazzo dietro di me e quasi cado a terra.

<Ou... si.> Borbotto cercando con lo sguardo un posto libero.

Lo trovo, proprio affianco a quelli dove ci sono Nash e la ragazza.

Mi ci siedo e guardo fuori dal finestrino.

Spero che al mio fianco non si sieda qualcuno di inopportuno.

<Grace, sei sola?>

Mi volto e dico: <N-no... cioè, si.>

Roderick sorride e domanda: <Posso?>

Annuisco e ritorno a guardare fuori dal finestrino mentre lui si accomoda.

Almeno è qualcuno che conosco... anche se tutto ciò è imbarazzante e vorrei sotterrarmi.

<Stai bene?> Mi domanda.

<Certo.> Rispondo continuando a fissare il cartello della fermata.

<Ok...> Sussurra e lo sento muoversi.

<Ragazzi sedetevi e allacciatevi le cinture, tra poco si parte.> Dice la professoressa.

Cerco la cintura e trovo solo la parte dove si deve infilare il ferro, non so come si chiami.

Roderick allunga un braccio dietro di me e dice: <Ecco.> Mentre tira l'altra estremità della cintura.

Me l'allaccia e, nel farlo, sfiora la mia mano che era ancora appoggiata all'altra estremità.

La ritiro immediatamente e distolgo lo sguardo dai suoi occhi verdi sussurrando un timido: <Grazie.>

<Figurati.> E se l'allaccia anche lui.

Tutto ciò è estremamente imbarazzante e sono sicura che continuerò a ripeterlo per tutto il tragitto... si, ne sono certa.

Il pullman parte e appoggio la testa al finestrino per vedere i vari passanti, le macchine e i negozi.

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