105 - Sola con lui

3.4K 94 4
                                    

Cammino mentre mando a Rod la risposta per messaggio.

Mi ha chiesto se potevo uscire dall'istituto dopo pranzo e la risposta è stata si.

Finalmente potrò rivederlo dopo quasi un mese.

Ogni volta che me lo chiedeva, ero sempre impegnata.

Sia per la scuola, che per il lavoro, che per Austin.

In più il preside non mi voleva far uscire dato che ero in punizione, se non per vedere Austin.

E con me e Jason mandava sempre uno dei responsabili per controllare se, effettivamente, andavamo a trovare Austin o facevamo altro.

Attraverso il giardino della scuola ed entro nel dormitorio così da salire nella mia stanza e mettere lo zaino. Non mi va di portarmelo appresso.

Apro la porta e, senza guardare se c'è qualcuno dentro o meno, appoggio lo zaino e la richiudo.

Appena entrata mi è sembrato di sentire un profumo familiare che non sentivo da un po'... magari mi starò sbagliando però...

Rimuovo i pensieri dalla mente e scendo le scale.

Ho fame e probabilmente sarà stato quello a darmi le allucinazioni.

<Ehi Grace.> Qualcuno mi appoggia la mano sulla spalla facendomi sobbalzare e cadere dalle scale.

Scendo di culo per gli ultimi tre gradini, sino ad arrivare a terra dove tutti mi stanno guardando e ridendo.

Che figura, vorrei sotterrarmi.

<Ti sei fatta male?> Mi domanda la persona ancora sopra mentre ride.

Mi volto e, indovinate un po' chi è? Nash.

<Non c'è nulla da ridere.> Dico acchiappandomi al corrimano per aiutarmi ad alzarmi.

Mi fa malissimo il culo e la gamba.

<Aspetta, lascia che ti aiuti.> Dice mettendosi davanti e allungando le braccia verso di me.

Sbuffo e gli prendo le mani lasciandomi aiutare a mettermi per bene in piedi.

Fortunatamente le persone che stavano guardando se ne sono andate.

<Scusa se ho riso, ma è stato troppo divertente.> Dice sorridendo appena.

<È inutile che ti trattieni, so che vuoi ancora ridere di me.> Dico lasciandogli le mani per pulirmi i pantaloni dalla polvere.

Lui mi raccoglie il cellulare da terra e lo osserva con sguardo allarmato.

<Cosa c'è?> Gli domando osservandolo.

Me lo porge dicendo: <Te lo ricompro.>

Oh no.

Il vetro è completamente rotto e la custodia si è tolta grazie all'urto facendolo scheggiare pure nel retro.

Dannazione, era un regalo di mia madre e ha sudato tanto per comprarmi questo cellulare.

Provo ad accenderlo, ma non da segni di vita.

E ora come faccio?

<Grace, mi dispiace.>

Sbuffo e me lo metto in tasca.

<Davvero, te lo ricompro nuovo. È colpa mia se si è rotto e voglio rimediare.> Dice mentre io mi avvio fuori.

<Nash sta zitto.>

<Grace te lo giuro non era mia intenzione.>

<Lo so.> Dico sospirando e guardando a terra.

<Dopo andiamo insieme e te lo compro nuovo.>

<Non serve, ho quello vecchio.> Rispondo con l'umore a terra.

<Quella schifezza lentissima? No, te lo compro nuovo che ti piaccia o no.>

Sbuffo e sto zitta continuando ad andare per la mia strada nel mentre che lui mi segue.

Che palle.

* Jason's pov *

<No Jackie gliel'ho già dato.> Le dico mentre gioca con il suo criceto.

<E a che ora?> Domanda guardandomi.

<Stamattina prima di andare a lezione.> Rispondo sedendomi al suo fianco.

<Guarda che anche lei pranza. Dammi subito la bustina.>

<Ma lo faccio sempre. Le do da mangiare la mattina prima di andare a lezione e la sera prima di scendere per cenare. Eppure non mi sembra star male, anzi è...> Non mi fa finire di parlare che si alza lei e va a darle da mangiare.

<Jackie, così diventerà obesa.> Dico seguendola.

<Non diventerà obesa, io ho sempre fatto così e tu non devi cambiare la sua alimentazione.> Dice appoggiando Lilith nella ruota della gabbietta.

Sospiro e mi appoggio al tavolino dove c'è la gabbietta nel mentre che lei riempie la ciotolina.

<Se non ti sta bene, fattelo andare.> Dice fulminandomi con lo sguardo.

<Come vuoi, sei tu la padrona qui.>

<Esatto.> Dice fiera e va a prendere il suo zaino da sopra il letto.

<Dove vai? Non rimani?> Le domando sperando in un si, ma so com'è fatta.

Arrossirà per la vergogna e scapperà via, come il suo solito, togliendo fuori qualche sua scusa.

<Teoricamente dovremmo andare a pranzo.> Risponde senza nemmeno guardarmi.

<Andiamoci insieme.> Dico affiancandola.

Si volta verso di me e si blocca, siamo molto vicini il che mi piace.

* Jackie's pov *

Mi volto.

Oh no... troppo vicini.

Mi si blocca il fiato appena incontro i suoi occhi marroni e profondi.

Santo cielo che caldo!

Mi sorride e domanda: <Allora? Andiamo insieme?>

Mi schiarisco la gola e annuisco.

Che vergogna!

Non ce la posso fare, ogni volta che vengo qui devo imbarazzarmi in qualche modo per colpa sua.

O mi sta troppo attaccato, o mi prende la mano, o mi da un bacio sulla guancia, o si siede troppo vicino, o lo torvo mezzo nudo.

No, decisamente non ce la posso fare.

Usciamo dalla sua stanza e mi prende lo zaino dalle mani.

<Questo lo porto io sino alla tua stanza dove lo appoggeremo così sarai più leggera.>

<Come vuoi.> Borbotto guardando a terra nel mentre che ci incamminiamo.

Odio la mia timidezza, ma non riesco a reprimerla... beh, un po' ci sono riuscita ma ancora mi viene difficile in alcuni casi.

Come quando sto sola con lui.

-
-
-

My Boy 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora