Svegliarmi all'alba non è poi il massimo, dopo che ieri sera sei uscita e camminato per le vie della città.
Già, è proprio quello che ho fatto in compagnia di Rod dopo il mio turno al bar. Sono felice che sia ritornato.
Sbadiglio e mi alzo per andare in bagno a farmi una doccia calda. Ho bisogno di rilassarmi e, fortunatamente, ho tutto il tempo del mondo dato che sono le sei del mattino e le ragazze si sveglieranno almeno alle nove e mezza... forse anche più tardi.
Anche io mi sarei svegliata a quell'ora, se solo il mio cervello me l'avesse permesso. Ma a quanto pare vuole divertirsi a farmi alzare presto e sembrare uno zombie anche quando posso benissimo riposare.
Credo che dopo questa doccia, mi vestirò e proverò a vedere se c'è qualcuno sveglio così da andare in ospedale da Austin.
Ieri sera ci sono andata con Rod, dato che voleva salutarlo. Austin, quando l'ha visto, sembrava così freddo. Eppure stavano iniziando ad essere amici.
Finisco la doccia dopo una mezz'ora buona ed esco, mi asciugo, mi vesto... insomma, mi preparo per uscire.
Una volta pronta, lascio un foglio con scritto dove sto andando, così che Emily non si preoccupi, ed esco dalla stanza portandomi dietro le chiavi di riserva.
Inizio a scendere le scale e, appena esco, mi imbatto in Nash che sta appoggiato al muro con il cellulare in mano e una sigaretta nell'altra.
Ultimamente, ho notato che sta fumando smisuratamente.
<Ciao.> Lo saluto fermandomi davanti a lui.
Lui fa un cenno col capo e continua a fare quel che sta facendo al telefono.
<Che fai?> Gli domando avvicinandomi di poco.
<Potresti allontanarti?> Domanda tirando via il cellulare. <Non voglio che mi stai tra i piedi.>
Eh? Ma che gli prende? Sino a ieri eravamo amici, ci salutavamo e parlavamo e adesso...
Ogni volta sempre la stessa storia. Riusciamo ad avvicinarci e poi lui si allontana e chiude in se stesso. Io non lo capisco.
<Perché? Ti ho fatto qualcosa?> Gli domando cercando di entrare nel suo campo visivo.
Fa un lungo tiro dalla sigaretta e poi butta fuori il fumo alzando, finalmente, lo sguardo verso di me.
Ci guardiamo senza dire niente, come se ci stessimo comunicando qualcosa con lo sguardo. E io cerco di trovare qualcosa in quegli occhi di ghiaccio, così freddi, ma non riesco a vederci mai niente se non solo uno spento riflesso di me stessa.
<Lasciami stare.> Scandisce bene le parole, ma io non mi arrendo e sto ferma dove sono sinché non mi darà una spiegazione valida per il quale io debba andarmene.
<Dimmi perché dovrei.>
Sbuffa e finisce la sigaretta buttandola poi nel cestino posto al fianco della porta.
Poi, senza voltarsi verso di me, se ne va verso non si sa dove lasciandomi come una cretina.
Eh no bello, sta volta non mi sfuggi.
Lo seguo e lo sento borbottare qualcosa.
<Ti seguirò sino a quando non mi dirai che ti prende. Sai che non mi arrendo facilmente Nasheel.> Magari stuzzicandolo riuscirò a ricavare qualcosa.
E infatti, si blocca di colpo e si volta verso di me dicendo: <Come fai a sapere il mio nome per intero?>
<Perché l'ufficio del preside è pieno di foto tue e di tuo fratello. Siete davvero carini.> Gli sorrido.
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My Boy 2
Romans" Rispondo alla sua domanda. Posso fidarmi di lei? Ovvio che posso. Posso dirle tutto quello che mi sta succedendo? Che sto sentendo? No, forse non tutto... " Sequel di "My Boy". Tre settimane dopo il ricovero di Austin, cosa succederà? Cambiamen...