Arrivo davanti al ragazzo pronta a mostrarli il biglietto e chiederli spiegazioni, ma non appena posa gli occhi su di me le parole mi muoiono in bocca.
Mi guarda con un sopracciglio inarcato ed un'espressione divertita.
Lo stronzo sa cosa gli sto per dire ma preferisce godersi lo show.
«Il biglietto...me l'hai lasciato tu?»prendo il biglietto dalla tasca del grembiule e lo appoggio sul bancone.
«e quindi?»chiede divertito.
Faccio un passo indietro e torno seria.
Odio essere presa in giro.
«Non ti sai fare gli affari tuoi, mh?»chiedo segnandomi un ordine di una ragazza appena arrivata.«Semplicemente aiuto chi ne ha bisogno»alza le spalle.
Porgo la bevanda alla ragazza e ripongo l'attenzione sul ragazzo.
«E come posso fidarmi di te?»chiedo incrociando le braccia.«non ti ammazzerò mica»dice ridendo.
Non mi fido.
«Mi dispiace Mr. Eroe ma rifiuto la sua proposta molto allettante»il ragazzo alza le spalle e si risistema gli occhiali sul naso.
«Tieni, ti servirà, ne sono sicuro»lascia sul bancone un biglietto dove c'è scritto il suo numero per poi voltarsi ed uscire dal locale.
Prendo il biglietto e lo infilo subito in tasca.«Rimorchi eh?»Cynthia mi da una spallata guardandomi con malizia.
Roteo gli occhi sbuffando.«No Cynthia sto semplicemente lavorando»dico secca,
rimorchiare è l'ultimo dei miei pensieri.«Janette vieni qui!»il signor Williams mi chiama ed io ne approfitto per sfuggire dalla curiosità della mia collega.
Intravedo il signor Williams con una cassa piena di bottiglie di...champagne?
«Dammi una mano non restare lì impalata»mi rimprovera, corro subito ad aiutarlo.
«Come mai queste bottiglie di champagne signor Williams?»chiedo curiosa.«Oggi ci sarà un compleanno, tornerete a casa per la pausa pranzo, il turno di pomeriggio salta...vi voglio da me alle 21:00...attive mi raccomando!»mi guarda serio il signor Williams.
Champagne ad un compleanno da Starbucks?
Strano.
«E mettetevi qualcosa di carino sotto al grembiule»dice squadrandomi con una smorfia, e come dargli torto?
Il mio guardaroba non è mica dei migliori.Finito il turno torno nel mio appartamento, preparo un pranzo veloce e mi sdraio sul divano.
Ripenso alla proposta del ragazzo,
non so se accettare o meno.Scaccio via quei pensieri e provo ad addormentarmi.
***
Al locale ci sono una ventina di persone, una bambina di 10 anni è la festeggiata.
Hanno l'aria da ricconi, ma ciò che non capisco è perché hanno deciso di festeggiare proprio qui, ad un comune Starbucks.«Buonasera»alzo gli occhi e mi trovo davanti il ragazzo di stamattina.
Faccio un sorriso.
«Mi dispiace ma come puoi vedere abbiamo un compleanno e quindi si entra solo sotto invito»Ride.
«Si da il caso che la festeggiata sia mia sorella»
Sento improvvisamente le guance bruciare.Questo perché non chiudo mai questa boccaccia.
«Ci vediamo»dice per poi avvicinarsi alla bambina e posarle un bacio sulla guancia.
Risistemo il vestitino bianco che porto sotto il grembiule e raggiungo la mia collega.Insieme cominciamo a servire champagne e tartine.
Al compleanno noto la mancanza della figura paterna della bambina.
Cerco di non farci caso e torno al mio lavoro.Non appena ho un minuto di pausa mi appoggio sul bancone ed osservo la scena.
«Sei già stanca?»chiede il ragazzo appoggiandosi a sua volta sul bancone.«No, mi sto solo riposando due minuti»
Non lo sopporto, ha sempre quest'espressione divertita in faccia.Il mio cellulare comincia a squillare quindi decido di allontanarmi. «Scusami»mi rivolgo al ragazzo, lui annuisce.
Esco fuori dal locale e rispondo.«Janette?»sento la voce di mio padre.
«Pronto papà, come state?»
«Bene tesoro, tu invece? Come va con il tuo lavoro?»
«Bene papà, con il lavoro anche...»mi giro e noto il ragazzo ancora appoggiato al bancone.
«Quindi finita l'estate ti iscriverai al college?»chiede mamma.
«No, credo di no»
«Te l'abbiamo detto Janette, ma tu non ci ascolti mai. Torna in paese, è inutile che rimani lì se non stai guadagnando nulla...e poi è anche pericoloso»
«Ma pericoloso cosa? Mi guadagnerò i miei soldi da sola, ne abbiamo già parlato, basta.»chiudo la chiamata prima che possano dire altra parola.
Ho parlato mille volte con loro e ho spiegato che il college me lo sarei pagata da sola, ma loro non capiscono.
Ma poi pericoloso cosa? Mah.Entro nel locale e riprendo a distribuire champagne e tartine.
Gli invitati si avvicinano alla festeggiata pronta a stappare con la madre accanto.«Aidan Woods»dice il ragazzo ancora appoggiato al bancone con la mano sospesa in aria.
«Janette Miller»gli stringo la mano.
È giusto un po' appiccicoso.«Senti...per la proposta»mi fermo cercando di formulare una frase di senso compiuto.
«Mh...?»mi incita a continuare.«Accetto...anzi n-no»mi rimetto in sesto e torno seria.
«Mi devi spiegare meglio in cosa consiste questa tua "proposta di lavoro"»faccio i segni delle virgolette con le dita.Ride e scuote la testa.
«Me lo spiego meglio...magari in un bar»spiega
«Ma siamo in un bar»affermo.«Certo, lo so cara Janette, ma le circostanze in questo momento non ce lo permettono...comunque intendevo un altro bar»rido nervosa.
Ma cosa diamine mi prende?Do la colpa allo champagne.
«va bene, al Henry's alle 15:00?»chiedo.
«al Henry's alle 15:00»afferma bevendo in un sorso il suo calice di champagne.Ciao a tutti!
Come state? Io bene a parte il ciclo😭
Al prossimo capitolo vedremo in cosa consiste questa proposta di lavoro del nostro caro Aidan.
Io non vedo l'ora ahahahah
State attenti a tutti i minimi dettagli😌Lasciatemi un commento/voto se vi è piaciuto il capitolo💗
Ps. Aggiorno domani.Insta: scrivopervoi
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CRIMINAL THOUGHTS
RomanceJanette lavora come barista da Starbucks. Ha bisogno di soldi per potersi pagare il college, ma purtroppo il suo salario non è abbastanza e l'idea di farsi pagare la retta dai genitori è l'ultima dei suoi pensieri. Janette quindi deve dimostrare ai...