E una volta aver visto chi fosse il professore, capì che matematica non sarebbe stata per nulla divertente.
A partire da quel momento le cose iniziarono ad andare un po' in discesa.
Era l'ora di matematica. Di solito a Jisung piaceva matematica, siccome sapeva molto al riguardo, ma dopo aver visto l'insegnante capì che non sarebbe stata affatto la sua ora preferita.
Il signor Kim.
Il signor Kim era un insegnante molto severo e non era neanche molto bravo a spiegare. Spesso sbagliava la metà delle risposte che dava agli alunni e si arrabbiava se questi osassero correggerlo. Jisung era uno di quelli. E sì, aveva avuto il signor Kim come professore già altre volte visto che insegnava sia geometria sia algebra.
«Buongiorno, sarò il vostro professore di matematica per il resto dell'anno. Per favore chiamatemi signor Kim» disse con poco entusiasmo. Fece un'ispezione dell'aula per capire più o meno chi sarebbero stati i suoi allievi per tutto l'anno. Non appena vide Jisung si lasciò scappare un enorme sospiro, e il ragazzo gli sorrise in risposta. L'insegnante ignorò il suo sorriso beffardo e iniziò a parlare della nuova lezione.
Jisung si girò verso sinistra ridendo "«Si prospetta un anno divertente» disse a Felix, che roteò gli occhi divertito.
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Poco dopo, Jisung pensò che la lezione di matematica stesse proseguendo bene. Corresse l'insegnante solo due volte ed entrambe le volte ricevette in risposta solamente un'occhiataccia. Mancavano soltanto dieci minuti al termine della lezione quando tutto iniziò ad andare in discesa.
Jisung stava risolvendo alcune equazioni su un foglio che avrebbe poi dovuto consegnare alla fine dell'ora. Sbagliò del tutto i calcoli di uno dei quesiti e dunque la risposta risultò errata. Guardò la matita che stava utilizzando, ma non aveva alcuna gomma, controllò nel suo portapenne ma non ne trovò nessuna. Non ne poteva chiederne una a Felix o a Seungmin perché loro scrivevano sempre con la penna e lo stesso valeva per le persone di fronte a lui.
Gesù Cristo, nessuno in questa classe scrive con la matita? Pensò Jisung. Si guardò un attimo attorno e notò che Minho aveva una gomma sul banco. Stiamo scherzando? Perché lui è l'unico con una cazzo di gomma in questa classe. Non vorrei chiedergliela però questo foglio è da consegnare alla fine dell'ora. Jisung voleva morire.
Dopo averci pensato per qualche minuto, si girò verso destra guardando Minho che stava facendo roteare una matita tra le dita mentre guardava il cellulare ben nascosto sotto il banco in modo tale che il professore non potesse vederlo. «A-avresti una gomma da prestarmi?» Balbettò sottovoce Jisung.
Minho non alzò lo sguardo, non aveva sentito Jisung, era troppo concentrato su qualsiasi cosa stesse facendo sul suo cellulare.
Jisung gridò internamente. «Hey Minho» tentò di nuovo.
Il ragazzo in questione alzò lo sguardo dal suo cellulare portandolo verso Jisung. Smise di far roteare la matita tra le dita e Jisung avrebbe potuto dire che sembrasse piuttosto infastidito che qualcuno gli stesse rivolgendo la parola. Lanciò uno sguardo verso Jisung. Più a lungo Minho guardava il minore senza dire niente, più Jisung voleva nascondersi e morire.
«Che cosa vuo-» stava dicendo bruscamente Minho, prima di venire interrotto dall'insegnante.
«Minho non bisogna parlare durante lo svolgimento degli esercizi. Mi trovo in dovere a darti una punizione dopo scuola!» Disse severamente il signor Kim.
Minho sbuffò e roteò gli occhi.
Cazzo cazzo cazzo. Si è beccato una punizione per causa mia. Gesù santissimo, mi odierà tantissimo ora. Jisung si schiaffeggiò mentalmente.

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His Scars || Minsung
FanfictionLe cicatrici intorno ai polsi di Minho? Sono dovute alle lotte. O almeno questo è quello che tutti pensano. Jisung, d'altro canto, ha il presentimento che ci sia una storia dietro quelle cicatrici rispetto a quello che tutti dicono ed è determinato...