s e v e n .

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Jisung finalmente incrociò lo sguardo con il ragazzo di fronte a lui e non credette ai suoi occhi.

È la realtà questa? Pensò Jisung senza parole.

«Lee Minho?» Jisung sgranò gli occhi, continuando a fissare la persona davanti a lui.

«Han Jisung» disse l'altro in risposta.

«C-cosa ci fai qua?»

«Potrei chiederti la stessa cosa.»

«Io...Uh...» esitò Jisung. Minho inarcò un sopracciglio aspettando che continuasse.

Jisung non sapeva se potersi o meno fidare di lui. Insomma, era la persona più spaventosa della scuola. Alla fine Jisung decise di raccontargli tutto, in fin dei conti era stato lui a salvarlo.

Sospirò e con fatica si tirò su. Alzò un piede per fare un passo in avanti ma il dolore allo stomaco e alle costole si intensificò. Trasalì, stava per cadere ma Minho, vedendolo, velocemente gli si avvicinò. Dolcemente prese Jisung per la vita, impedendogli di cadere. Di conseguenza Jisung posizionò le mani sulle spalle di Minho. Il più alto gli rivolse uno sguardo confuso, aspettando che si giustificasse.

"«S-stavo prendendo una scorciatoia per raggiungere il supermercato quando ho sentito una bambina piangere in questa stardina. Ho cercato di aiutarla ma a quanto pare stava solo cercando di farmi avvicinare affinché la gang di suo fratello potesse torturarmi e uccidermi.» Detto questo, Jisung si ricordò che anche Minho era in una gang. Per non dire la gang più pericolosa.

Jisung si liberò dalla presa di Minho facendo qualche passo indietro. Senza il suo supporto, il dolore allo stomaco e alle costole di Jisung si fece risentire. Questo fece accovacciare Jisung, si tenne lo stomaco mentre gemeva dal dolore.

«Jihyo noona deve essere tremendamente preoccupata» bofonchiò Jisung.

Minho si abbassò dando la schiena a Jisung.

«Salta su» disse Minho, ma il minore esitò.

Notando l'incertezza dell'altro, Minho continuò: «Jisung, se vuoi andare a casa dovrai salirmi in spalle, perché non riesci a camminare da solo. Prima salti su, prima torni a casa a tranquillizzare tua sorella. So cosa stai pensando, potrei anche essere in una gang ma al controrio delle credenze popolari, noi non uccidiamo persone a caso come invece fanno le altre gang. Ti ho appena salvato il culo, non ti farò del male. Ora, per l'ultima volta, salta su perché non ho intenzione di chiedertelo di nuovo.»

Non aveva torto. Se Minho avesse voluto ferire Jisung, di certo non l'avrebbe salvato da quei tre ragazzi. Il ragazzo sospirò e lentamente salì sulla schiena dell'altro, sempre osservando ogni mossa di Minho e facendo attenzione a non farsi ulteriore male allo stomaco.

Una volta che Jisung avvolse le braccia intorno al collo di Minho, e questi si accertò di avere una presa ben salda sulle cosce di Jisung, il maggiore si alzò e proseguì fuori da quella via.

Dopo che Jisung indicò a Minho la strada da prendere, rimasero in silenzio per un paio di minuti.

Jisung si fece coraggio e chiese: «P-perché eri là?»

"«Stavo facendo una passeggiata quando ho sentito qualcuno urlare chiedendo aiuto. Allora mi sono messo a cercare finché non ti ho visto a terra che venivi picchiato» spiegò.

«Ma tu fai parte degli Stray Kids. Perché avresti dovuto voler aiutare qualcuno?» Disse Jisung. Realizzando quanto scortese fosse sembrato si irrigidì.
«S-scusa. Non volevo risultare così maleducato» balbettò velocemente a bassa voce.

Minho sospirò. «Solo perché faccio parte di una gang pericolosa, non significa che siamo automaticamente anche la gang più crudele. Non ci piace uccidere gente innocua. Facciamo del male solo a persone cattive.»

His Scars || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora