Ogni sera sono qui a godermi questi spettacolari tramonti e a sognare mille avventure in cui io l'eroina della storia fa qualcosa di eroico e romantico.
Tra mille pericoli e difficoltà mi vedo vittoriosa mentre neutralizzo il cattivo di turno, riportando il buon umore e la felicità a tutti.
Oppure fiera e coraggiosa come una principessa che ha finalmente scoperto dove si nasconde il grande amore va a combattere per ottenerlo.
Il mio mondo è praticamente immenso,con un unica certezza qui sono sempre responsabile delle scelte che faccio.
"Samira"
"Samira"Le urla di mia madre che mi chiama con quanta voce possiede mi svegliano da questi meravigliosi sogni facendomi ripiombare nella mia vita alquanto monotona.
"Samira ,quante volte ti ho detto che devi preparare la tavola, a quest'ora tuo padre starà già tornando per cena, e tu illusa e beata perdi tempo a fantasticare nel tuo mondo immaginario; Su corri a casa"
Con queste parole in un attimo i miei pensieri ritornano nel mondo che definiscono reale, prima che il mio cuore si sia abituato davvero a voler accettare questo ritorno forzato.
Purtroppo mio padre tra poco sarebbe tornato a casa,e se non mi avesse trovata dedita a immedesimarmi nel ruolo di brava figlia, non me la sarei cavata solo con una strigliata d'orecchio, come ha appena fatto mamma.
Preambolo sufficiente per aiutarvi a capire almeno in parte il mio problema.
Sognare,immaginare,sperare fanno parte di quello che reputo sia il mio carattere,ma per semplificare alcuni inclusi i miei genitori, userebbero un solo aggettivo: "illudersi"
Questo non significa che non mi accetti o che non mi piaccia vivere qui,anzi adoro il mio piccolo Borgo, adoro la tranquillità che si respira e la sicurezza di conoscere tutte le 2000 persone che abitano qui.
Ma ciò che a volte mi destabilizza è la routine imprescindibile degli eventi che si susseguono in questo paese,uguale a un mese fa,uguale a un anno fa e uguale probabilmente a prima che io nascessi in questo borgo.Il luogo in cui accade tutto questo è Capodimonte si trova nella regione del Lazio in provincia di Viterbo.
E' un piccolo borgo situato in una posizione panoramica sul lago di Bolsena ed è dominato dalla Rocca Farnese.
Ormai abbandonato dai giovani e non, che hanno deciso di trovare altrove la propria fortuna, lasciando questo meraviglioso posto alle attenzioni di pochi paesani.
Non condivido la loro scelta, perché credo che se avessero voluto potevano dare nuovo splendore a questo luogo, si sarebbero potuti inventare un finale diverso per le loro esistenze,ma la via più facile è sempre affollata.
Da parte mia non accetterò di arrendermi così facilmente è farò di tutto per non rendere Capodimonte l' ennesimo Borgo fantasma d'Italia, lasciato alla mercé di qualche ricco turista.
Il Borgo è molto suggestivo sopratutto per i suoi spettacolari tramonti,ma ciò che rende sicure le mie aspettative e che tutto va avanti senza bruschi cambiamenti.
Potrei elencare la vita di tutti i 2000 cittadini di Capodimonte in ogni istante della giornata.
Ognuno di loro da anni fa la stessa identica cosa in maniera alquanto maniacale.
Alle 6 di mattina senti i pescherecci che tornano dalla lunga notte di pesca,il panettiere inforna le sue delizie riempiendo le case di tutti noi di un odore soave,e l' unico giornalaio della zona sistema i suoi giornali appena arrivati,e spolvera quei vecchi libri mai venduti.
Tra loro c'è anche il mio libro preferito, a scriverlo è stata un abitante di Capodimonte la signorina Lorê.
La conosco personalmente abita a pochi isolati da me e passo molto del mio tempo con lei.
All'inizio lo facevo perché mi dispiaceva che stava sempre sola, in quella grande casa,senza nessuno che andasse a trovarla anche solo per un saluto.
Il suo accento britannico denota chiaramente che non è delle nostre parti, anche se a volte l'ho sentita parlare benissimo il nostro dialetto con il suo pastore tedesco meticcio.
Il cane più buffo che io abbia mai incontrato con il musetto da furbacchione e una pelliccia da fare invidia ad un leone.
Ma ciò che più colpisce di questo cane è la sua voglia di coccole,si starebbe a pancia in aria per ore pur di avere qualche minuto dii attenzioni.
Ecco perché la sua padrona spesso le urla in dialetto, sembra l' unica lingua che riesca a capire.
Gli abitanti del Borgo raccontano tante storie su di lei,ma quella che preferisco e quella narrata nell'unico libro che ha scritto,una storia d'amore molto drammatica dove i due personaggi pur amandosi follemente non riescono a colmare l'abisso delle loro difficoltà.
Frequentandola spesso, un giorno trovai il coraggio di chiederle se il suo libro fosse ispirato alla sua vita, e se l'eroina di quel racconto fosse lei ma soprattutto se quel cuore che lei tanto citava nel libro fosse il suo, spezzato in diecimila pezzi,ormai perduti.Con il suo fare sempre garbato e gentile mi spiazzo, dandomi una risposta che avrei capito solo dopo qualche anno,ma soprattutto solo dopo aver disperso qualche frammento anche del mio cuore.
Mi disse:"Cara Samira imparerai un giorno che le parole non riescono a spiegare i sentimenti e che la mia vita non potrebbe mai essere raccontata completamente in un libro.
Quello che ho scritto e solo frutto della mente ma non del mio cuore, perché ciò che si vive è sempre più doloroso di ciò che la mente ti permette di ricordare"
Erano frasi che non riuscivo a capire pienamente ma mi fidavo di lei,era la persona più istruita e colta del Borgo.
Dai suoi atteggiamenti è dalla sua cultura credo che venga da una famiglia molto ricca,ma ciò che più ho apprezzato in lei e che riesce a vedere il buono in ogni cosa.
Questa è una caratteristica che amo perché credo che in tutto quello che ci circonda ci sia una parte buona quindi cerco di concentrarmi su quel lato invece di rattristarmi se le cose non vanno come voglio.
Ci risiamo,nonostante il mio impegno di rimanere concentrata,anche questa sera ho combinato un macello.
Senza rendermi conto papà stava parlando con me o quantomeno al mio fisico che era presente li davanti a lui, mentre la mia testa vagava tra il Borgo e le persone che ci vivono.
All'improvviso uno schiocco di mani davanti ai miei occhi mi riporta alla realtà e non oso alzare la testa perché conosco fin troppo bene lo sguardo di disapprovazione che leggerei dagli occhi di mio padre.
Quindi con testa e spalle chine mi subisco l'ennesima ramanzina e chiedendo scusa tra le labbra vado a rifugiarmi nella mia camera.
Per fortuna questo è il luogo che preferisco, qui si racchiude tutto ciò che fa di me Samira.
La stanza è alquanto piccola ma ho ricordi sparsi in ogni angolo.
Sulla bacheca a ridosso del letto ho due mensole con alcune bambole : Camilla con le lunghe trecce arancioni,Rosanna dai capelli rosa e gli occhi blu che mi fu regalata il giorno che mi tolsero le tonsille,
e poi c'era lui il bambolotto più bello del mondo,quello che tuttora è il mio preferito "Riccardo" nonostante sia
ricucito in ogni angolo è stato fin dall'inizio il mio prescelto.
A volte ancora oggi lo prendo in braccio e gli cambio i vestitini,come rituale aspettando che forse un giorno come Pinocchio quel bambolotto diventi il mio bambino.
Nella mia stanza non sono gli unici oggetti infantili che conservo gelosamente,infatti ho la mia collezione di peluche e i tanti album di figurine che nel tempo collezionavo.
Queste cose insieme allo stile caldo e rassicurante della mia cameretta mi aiuta a sentirmi protetta, ogni volta che ci entro.
L'unica cosa che cambierei di questa stanza è l armadio si sa che per noi ragazze non basta mai lo spazio,ma cambiarlo significherebbe togliere l'abbinamento perfetto che mia madre aveva composto,mentre sognava con mio padre la figlia che non sono mai diventata.
Il colore andava su un panna ma ciò che lo caratterizzava erano le incisioni di meravigliose ali da colori intensi che padroneggiavano sugli stipiti simbolo di protezione per i miei genitori ma di libertà per me.
Il colore rosa pastello della stanza era perfettamente abbinato ai mobili e agli accessori, e entrando in quella stanza si poteva percepire per metà la mia essenza.
L'altra metà probabilmente mi era ancora sconosciuta ma questo lo avrei scoperto con il tempo.
Fin da piccola sono stata gelosa di questa camera non facevo avvicinare nemmeno le mie amiche più care,preferivo giocare all'aperto perché ritenevo che quello era il mio mondo, e non mi andava di condividerlo.
Con quelle ali magiche potevo volare nei miei sogni,e li non c'era spazio per gli altri.
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PRICIPESSA IN UN MONDO REALE. (COMPLETATA)
RomanceTrovarsi catapultati in una realtà migliore di ogni sogno,ma accorgersi che non si può tornare indietro per riprendersi la propria ingenuità le proprie speranze e la propria essenza di se stessi. La storia che sto per raccontarvi sono le vicende de...