~|Dallas|~ (pt 1)

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Una luce blu si espanse per la grande sala della commissione, e apparve una ragazza dai lineamenti indiani, con una valigetta nera tra le braccia.

La sala era vuota.
Erano quasi tutti morti, dato che la sorella di Diego li aveva uccisi con i suoi poteri.

Eppure, quando toccò a Lila utilizzarli, non era riuscita ad uccidere nessuno.

Era rimasta sola, di nuovo.

Sua madre era morta. Eppure non ne era così dispiaciuta. Dopotutto non le aveva mai voluto bene, e l'aveva solamente usata a scopi personali.

Diego aveva ragione; Handler l'aveva rapita.

Ma davvero era finita?
Insomma, quella donna non poteva lavorare da sola.

Mentre girava tra le mura della commissione, si chiedeva cosa ne sarebbe stato di lei.

Da una parte voleva trovare Diego.
Lei lo amava, ma lui? Come poteva amarla dopo che aveva quasi ucciso la sua famiglia?

E poteva davvero fidarsi dei fratelli di Diego?
Di Cinque, in particolare, che aveva ucciso i suoi genitori. Non lo avrebbe mai perdonato per quello.Quel ragazzino le aveva detto che era stata Handler a dare l'ordine, eppure non sapeva ancora se credergli del tutto.

Entrò nell'ufficio che un tempo era di sua madre, ed iniziò ad osservare tutti gli oggetti, o meglio, armi che collezionava.

Non sapeva come fosse sua madre prima che l'adottasse. Quando passavano del tempo insieme discutevano degli allenamenti, della commissione o di vestiti. Non aveva mai avuto il coraggio di chiederle qualcosa di più personale.

Però era certa che sua madre fosse una persona pericolosa, e Diego aveva ragione anche su quello.

Ad attirare la sua attenzione fu un lieve gemito che proveniva da sotto la scrivania.

Lila non ci pensò due volte, e si avviò per vedere cosa fosse, o chi fosse.

Quando si affacciò, trovò un bambino.
Avrà avuto si e no otto anni, ed era legato mani e piedi sulle zampe della sedia.
Aveva la bocca tappata con del nastro adesivo.

Chi poteva fare una cosa del genere a un bambino?

-Ehi.... chi è stato?- Il bambino non rispose, ma continuava a gemere, disperato e impaurito.

Lila iniziò a slegarlo, mentre lo osservava attentamente.

-Io ti conosco! Tu sei il bambino della fattoria. Com'è che ti chiamavi......- Lila cercò di ricordare. -Harlan!- Esclamò. -Che ci fai qui?-

Ovviamente, il bambino non disse nulla, di nuovo.

-Tu non dovresti essere qui, ma non preoccuparti, io posso tirarti fuori.- La ragazza gli prese la mano, e gli mostrò la valigetta, che fortunatamente aveva portato con sé.

-Ascoltami, adesso. Ti regalo questa valigia. Non è come tutte le altre, questa ti permetterà di tornare da tua madre, ok?- Il bambino spalancò gli occhi, facendole capire che era tutto ciò che desiderava. -Però devi promettermi che una volta arrivato, tu e tua madre dovrete distruggerla, senza aprirla di nuovo. Capito?- Il bambino scosse la testa in segno di "si", e si alzò in piedi aiutato da Lila.

~ApOcAlYpSe~ (TUA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora