~|Dallas|~ (pt 3)

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*AVVISO*
Il capitolo contiene alcune espressioni volgari che potrebbero urtare il lettore.

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Vanya e Cinque si erano fatti prendere così tanto dalla situazione, e se non fosse stato per l'occhio attento della ragazza, per poco non avrebbero visto quell'uomo con il completo nero salire le scale.

Fumava il sigaro, e quando passò, non guardò in faccia nessuno dei presenti.

-È lui il nostro uomo?- Chiese Vanya al fratello.

-Si, proprio lui.- Rispose con lo sguardo attento puntato verso l'uomo. -Andiamo.-

I due salirono le scale, facendo attenzione a non farsi notare da quello strano uomo con gli occhiali neri.

Percorsero un lungo corridoio, e circa a metà strada, l'uomo entrò in una delle tante porte nella parte destra della parete.

-Ora è il nostro momento.- Disse Cinque a Vanya, mentre lei lo fissava confusa.

-Dobbiamo entrare normalmente?-

-Si.- Annuì Cinque. -Tu non preoccuparti e stai dietro di me. Mi servono solo i tuoi poteri.-

-Sul serio? Devo solo starti a guardare?-

Cinque sbuffò. -Vanya, non abbiamo tempo! Ricorda che dobbiamo prendere Lila entro domani mattina, ovvero quando sarò abbastanza carico da portarci a casa.-

-Non è più casa nostra quella!- Esclamò Vanya sconfitta.

-Alla Sparrow Academy allora! Ti piace di più!?- Si irritò Cinque.

Vanya si limitò a sbuffare. -Andiamo, prima che sia troppo tardi.-

Cinque entrò nella stanza senza nemmeno bussare, cosa che Vanya trovò alquanto inefficace. Ma non aveva scelta: doveva seguirlo comunque.

Gli uomini erano seduti su un tavolo. Alcuni stavano bevendo champagne, mentre altri stavano fumando.

Tutti fissarono confusi confusi la coppia, una volta dentro.

Quando Cinque provò a contarli, si rese conto che erano undici, e suo padre mancava all'appello. Per ora, stava andando tutto secondo i piani.

L'uomo che avevano seguito si alzò in piedi, ed un ghigno divertito comparve sul suo volto. -Non potete stare qui. Festeggerete da un'altra parte, e se proprio vi piace questa stanza, può rimanere la ragazza.- Indicò Vanya, mentre gli altri uomini risero a quella affermazione e annuirono.

La giovane sembrò irrigidirsi. Nella sua testa riemerse la scena in cui aveva ucciso degli uomini che l'avevano toccata e avevano pestato a sangue Leonard, o Harold.

A Cinque, ovviamente, non piacque quella risposta, ma decise comunque di fare buon viso a cattivo gioco.

-Non siamo qui per festeggiare, anche se ammetto che mi piacerebbe davvero molto. Siamo qui per voi, signori.-

-Per noi? Tu non hai idea di cosa siamo capaci, e se fossi in voi, me la darei a gambe.- L'uomo rise di nuovo, sempre accompagnato dal resto della combriccola.

-Io se fossi in te non scherzerei molto.- Iniziò Cinque. -So che conosci La Commissione.-

Immediatamente, nessuno fece più rumore.

-Come fai a conoscere La Commissione?- Chiese l'uomo dagli occhiali e dal completo scuro.

-Ci lavoravo.- Rispose Cinque accennando un sorriso. -Ma non è questo il punto. Vedete quella ragazza?- Indicò Vanya.

~ApOcAlYpSe~ (TUA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora