~|Hargreeves|~ (pt3)

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Quando alcuni degli Hargreeves lasciarono la stanza, Reginald chiuse la porta a chiave.

-Allora? Cosa cazzo sta succedendo?- Chiese Cinque.

Prima di rispondere alla sua domanda, Reginald buttò uno sguardo a Klaus, che aveva ancora un aspetto stordito, e a Luther, appoggiato al muro vicino al letto dove era steso il fratello.

-Non è necessario che voi sappiate tutta la storia.-

-E invece si, papà. Ci hai mentito per tutta la vita.....- Numero uno si alzò dal bordo del letto, pronto per affrontare un'animata discussione con suo padre.

-Numero uno! Non è il momento di focalizzarci su questo. Voglio sapere come diamine sia possibile che tu sia riuscita a far esplodere la testa di Martin!- Disse l'ultima frase fissando Vanya, che impallidì dopo quel suo gesto.

-Martin? Quel coso aveva pure un nome?- Si interrogò Klaus cercando di mettersi a sedere.

-Io non lo so!- Cercò di giustificarsi Vanya. -Ho visto che Klaus che stava morendo, e dentro di me ho sentito una forza innaturale prendere il sopravvento, diversamente dalle altre volte!-

-Che intendi?- Cinque la guardò preoccupato. Sapeva che Vanya era rimasta provata da quel gesto, e non riusciva a capirne il motivo. Dopotutto, li aveva solo salvati. Non c'era motivo di sentirsi in colpa.

-Io..... io sapevo di non poterlo uccide. La mia testa sapeva che non avrei dovuto toccarlo, assolutamente. Ma la potenza che mi ha invaso in quel momento, era troppo forte. Vedere tutti che lottavano, senza ottenere risultati, mi ha spinto ad agire.-

-Tu non hai idea di quello che hai combinato, Vanya.-

-IO NON VOLEVO UCCIDERLO!- Urlò la ragazza, disperatamente, come se davvero non potesse compiere quel gesto.

-Vanya?- Cinque la richiamò, mettendole una mano sulla spalla e guardandola negli occhi, con lo scopo di calmarla e rassicurarla. Non era proprio il momento adatto per avere un attacco di panico.

-Papà, se Vanya non avesse agito, saremmo tutti morti come numero quattro. Davvero c'è bisogno di farla soffrire così tanto?- Numero uno si avvicinò a lui, sbraitando. -Sappiamo entrambi che si merita un riconoscimento dalla Sparrow Academy!-

Reginald, tuttavia, continuava a camminare da una parte all'altra. Era come se in quel momento stesse avendo un monologo interiore, nel quale cercava di trovare tutte le giuste risposte. O meglio, cercava di trovare un filo logico a tutti quegli avvenimenti.

-Capisco, adesso.-

-Capisci cosa?- Lo interrogò Cinque avvicinandosi più a lui, e lasciando in disparte la sorella minore.

-Capisco perché ti ho nascosto i poteri.- Riferì Reginald all'unica ragazza presente nella stanza.

-Avevi paura. Di me.- A Vanya scappò una risatina isterica.

Non era stato facile accettare i suoi poteri. Da una parte, era ciò che aveva sempre desiderato. Quando era piccola, passava le ore a pregare chissà quale Dio purché un bel giorno diventasse anche lei speciale, così che i suoi fratelli e suoi padre potessero finalmente accettarla e farla sentire al loro pari. Eppure, quando aveva scoperto le sue abilità sovrannaturali, Vanya ne era rimasta terrorizzata. Tutti quei ricordi tornati dopo essere spariti per anni, immischiandosi l'uno con l'altro, la facevano sentire un mostro. Nel profondo, sapeva che Hargreeves avrebbe dovuto eliminarla subito, quando era piccola. Ok, ora i suoi fratelli l'accettavano, ma perché? Per i suoi poteri? Perché la temevano? Avevano paura di un'altra apocalisse? Vanya sapeva che se fosse stata davvero normale, nessuno di loro l'avrebbe accettata davvero. Forse solo Cinque o Allison, anche se non ne era del tutto sicura. Ma dopotutto, lei cosa poteva fare? Non poteva arrabbiarsi: forse ne aveva il diritto, ma a cosa sarebbe servito? E poi, rivedere suo padre dopo tutto quel tempo, era stato devastante per lei. Sentiva di avere il controllo, ma aveva sempre paura di perderlo, e la presenza di Sir Reginald Hargreeves non era il migliore supporto che la giovane potesse avere.
Nel 63' era felice con Sissy: non si ricordava chi era, e con lei ed Harlan si sentiva amata e al sicuro. I suoi poteri non si erano mai fatti sentire, prima dell'incontro con gli assassini Svedesi, soprannominati da Cinque "Mafia dell'Ikea". In conclusione, sapeva che i suoi poteri erano pericolosi, e spesso sentiva il bisogno di prendere quelle maledette pasticche che prendeva sin da bambina per mantenere il controllo.

~ApOcAlYpSe~ (TUA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora