"E dai Antheo ridammi la palla!" Gridò una piccola Ninfadora mentre quell'essere dispettoso che doveva essere suo cugino si arrampicò sul pioppo per impedirle di vincere a palla avvelenata: "Vieni qui su a prenderla allora, visto che la vuoi"
"Uffa! Non sei affatto divertente!" Frignò la bambina e con il broncio andò verso la panchina del giardino e si sedette arrabbiata. Quel tipico atteggiamento da bulletto lo aveva certamente preso da Sirius, quando lo andava a trovare a casa a Grimmauld Place, e ogni volta che giocavano a rincorrersi o a nascondino, il ragazzo faceva sempre di tutto per rendere la sfida interessante.
Se giocavano a nascondino, era lecito anche correre via dal proprio nascondiglio per non farsi beccare; oppure si poteva rendere la vita difficile all'avversario in mille modi. Regulus si arrabbiava tutte le volte, sostenendo che in quel modo gli avrebbe solo insegnato a barare.
Ma a vedere il muso lungo di Ninfadora, che non era scalmanata come Sirius, almeno non ancora, Antheo decise che lo scherzo era finito lì e scese dall'albero lanciando la palla e centrando le ginocchia incrociate della cuginetta: "Non devi offenderti, io scherzavo"
"Me l'hai rubata perché stavi perdendo!"
"Avrei vinto comunque, sono più grande e più furbo di te"
"Non è vero, stavi per perdere e hai barato! Sei uno sleale!" Disse Ninfadora facendo la linguaccia. Antheo, di tutta risposta, riuscì a trasformare quel litigio in una gara di facce buffe fino all'arrivo di Andromeda: "Ma che avete piccoli, cosa sono queste urla?"
La bambina, approfittando dell'arrivo della madre, iniziò ad accusare il cugino di barare sempre mostrando gli occhi più disperati possibili, sotto lo sguardo perplesso e imbarazzato del bambino. Andromeda, sapendo bene come trattare la figlia, la calmò subito, mentre Antheo tornò sul pioppo. Lui adorava giocare con la sua cuginetta, ma quando si intestardiva sul voler avere ragione diventava intrattabile.
"Antheo" si avvicinò poi la donna "Vieni giù, non rimanerci male"
"A Dora non piaccio, mi dice sempre che gioco male"
"Ninfadora ha cinque anni caro, tu che sei più grande dovresti capirlo" disse dolcemente Andromeda e tirò giù il nipote prendendolo in braccio.
Entrati in casa, Andromeda mise sul tavolo un vassoio con delle tortine per la merenda, mentre Ted si palesò salutando tutti con un sorriso e abbracciando la figlia che si era lanciata tra le sue braccia.
"Perché i nonni non ti vogliono più vedere?" Chiese poi Antheo rivolto verso sua zia. Andromeda abbassò lo sguardo: "Io non faccio più parte della famiglia, ho spostato un nato babbano"
"I miei nonni paterni sono babbani" intervenne la piccola con la bocca piena.
"Lo so" la interruppe Antheo "so cos'è un nato babbano; però lui è un mago, non va bene?"
"Purtroppo no, non è un purosangue"
Antheo rimase in silenzio, sua madre gli diceva sempre che i nati babbani, così come i mezzosangue, non erano degni di essere definiti maghi e per questo non avevano il diritto di usare la magia. Ma zio Ted piaceva al bambino, gli raccontava sempre storie interessanti della Londra babbana, gli insegnava tanti giochi e mai una volta lo aveva trattato male; ma solo perché era nato babbano, doveva essere odiato?
Antheo, sapendo che Bellatrix e Rodolphus non volevano assolutamente che avesse a che fare con Andromeda, spesso ci andava da solo, senza dire niente a nessuno, accompagnato al massimo da un elfo domestico a cui faceva giurare che non avrebbe detto niente a nessuno delle sue fughe segrete. Prima di allora, non aveva mai capito perché nessuno gli parlasse di zia Andromeda e zio Ted, ed ora che lo sapeva, anche se gli era stata insegnata una certa cultura, la sua mente lo trovava strano quanto... stupido.
"Ma se un nato babbano è bravo come un sanguepuro, non possono essere trattati uguale?"
"Piccolo, un giorno capirai bene la differenza"
Bellatrix entrò senza bussare nella cameretta del figlio facendolo sobbalzare dal letto, aveva un sorriso a trentadue denti e gli occhi sbarrati, e Antheo sapeva bene cosa volesse dire quell'espressione: "Vieni piccolo mio, Lui è qui"
Lui. L'oscuro signore. Lord Voldemort. In quanti modi lo aveva sentito chiamare. Bellatrix, tutta trepidante per l'eccitazione, quasi strattonò il figlio rischiando di spaccargli il braccio. Antheo comunque non se ne lamentava per il semplice fatto che vedere una madre stramba, psicopatica e ossessionata dal suo ordine era nella normalità, quindi poteva anche strattonarlo.
Arrivati al grande salotto, vi erano il padre Rodolphus, gli zii Lucius e Nascissa Malfoy, altre figure e in mezzo un uomo alto e piazzato. Bellatrix si fermò davanti ad esso, raggiunta dal marito, e posizionò il bambino davanti a lei per mostrarlo a Lord Voldemort.
"Quindi sei tu il famoso figlio dei Lestrange, Antheo giusto? Come sei cresciuto"Antheo non rispose, non poteva fare a meno di guardare quella persona in modo diffidente, sulla difensiva; non poteva fare a meno che studiare quell'uomo con sospetto, nonostante sapesse chi fosse. Bellatrix lo presentò completamente e si lasciò scappare tutti gli insegnamenti che gli aveva tramandato fino a quel momento, dando una buona idea all'Oscuro Signore: "Se andrai ad Hogwarts, potrai essere un'ottima sentinella per noi"
"Una sentinella? Che devo fare?!" Ribatté il bambino sgranando gli occhi e mostrando interamente il loro colore leggermente diverso. Voldemort si mise a ridere per la reazione, ma Antheo non rideva affatto: gli avevano sempre detto che avrebbe affiancato i suoi genitori, che avrebbe lottato per i purosangue, che sarebbe diventato un valido assistente per Voldemort, ed ora si ritrovava a dover tenere d'occhio dei suoi coetanei solo perché non sapevano dove piazzare un marmocchio?! Non restò in silenzio: "Non rida!"
Quell'ordine zittì l'intero salotto: "Io non sono stato istruito per occupare un posto inutile! Voglio aiutare i miei genitori, i miei zii, e non essere considerato un debole solo perché sono piccolo! Non voglio essere considerato alla pari di uno stupido babbano o di un mezzo mago!" A quelle parole, Voldemort si illuminò: "Pensi questo dei babbani?"
"Io penso solo che se il destino ha fatto di me un mago a tutti gli effetti, sarò certamente migliore di ogni altro essere vivente"
"Bene!" Intervenne Bellatrix "Lo abbiamo istruito bene non crede mio Signore?"
"Sì" confermò Lord Voldemort "Per adesso posso solo darti incarichi non troppo pericolosi, sei ancora piccolo, ma presto sarai rispettato da tutto e tutti, e nessuno oserà mettersi tra te e il tuo potere; ma dimostra sempre da che parte stai" il suo volto si era trasformato in uno sguardo severo, avrebbe tenuto d'occhio il bambino per un po', fino a quando non si sarebbe assicurato che poteva essere una buona risorsa per il suo scopo.
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L'erede Lestrange COMPLETATA
FanfictionFANFICTION Bellatrix e Rodolphus Lestrange si sono sposati ma ella non ha mai amato il marito, tanto da non dargli eredi. ma cosa sarebbe successo se invece Bellatrix fosse rimasta incinta di un piccolo Lestrange? Avrebbe cambiato atteggiamento nei...