13 - Hogsmeade e l'amore di una zia

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Le strade a Hogsmeade quel giorno pullulavano di bambini urlanti e di genitori che li rincorrevano, tutti presi dalle loro belle famiglie allegre, ogni tanto qualche strega avanti con l'età si fermava e faceva i complimenti alla madre di turno per la prole, oppure qualche mago già mostrava i vantaggi della magia a qualche bimbo maghetto ignaro dei suoi reali poteri.

Qualche gruppetto di amici sfilava per la strada pieno di sacchetti dove vi erano dolciumi di ogni genere, oppure semplicemente vi erano delle scolaresche ansiose di assaggiare la Burrobirra dei tre manici di scopa.

Antheo fissava assente una vetrina, tutta quell'allegria lo disgustava, teneva gli occhi serrati sulla merce, la mano destra dentro la tasca del suo Montgomery blu notte e la sinistra che teneva la sua bacchetta ben salda. Vedeva nel suo riflesso la tuba che portava in testa, regalata da suo padre al suo decimo compleanno, che gli stava schiacciando i folti ricci neri presi da sua madre.

Una volta avrebbe guardato quella vetrina con gioia, aspettando che il padre e lo zio lo accompagnassero dentro per poter guardare e compare i prodotti, adesso avrebbe voluto vedere tutto quel paese bruciare.

Si stava avvicinando il 28 dicembre, il giorno del suo compleanno, ma questa volta non lo avrebbe passato per nulla bene, senza i suoi genitori.

Erano ormai 5 mesi che viveva a casa dei Malfoy, la sua presenza e le buone parole di zia Narcissa non erano servite a nulla durante il processo e solo per il rotto della cuffia riuscirono ad ottenere la custodia del nipote. Il Ministero della magia francese si prese comunque il carico di indagare meglio sul giovane Lestrange, considerando i due Mangiamorte che lo avevano messo al mondo, non era da escludere che lui stesso potesse commettere atti simili.

Lucius era comunque riuscito a non fargli cambiare scuola, passando da Hogwarts a Beauxbatons, risparmiando così tanti disagi che ne sarebbero seguiti. Il ritorno a scuola comunque non era stato dei migliori: gli insulti erano solo aumentati e qualunque bisbiglio lo faceva innervosire a tal punto da tirare qualche maledizione ai malcapitati; non era neanche riuscito a festeggiare come si deve Ninfadora per essere e entrata ad Hogwarts, anche se smistata a Tassorosso, lui era felicissimo di poterla trovare a scuola con lui.

Silente lo aveva chiamato più volte, sia per rimproverarlo che per provare ad aiutarlo essendo comunque un mago promettente, ma lui non voleva l'aiuto di nessuno. Voleva stare da solo. Proprio come lo era ormai da cinque mesi.

"Eccoti qui caro" la voce di zia Narcissa risuonò in mezzo al vociare dei passanti. Antheo la guardò attraverso il riflesso della vetrina.

"Sei sparito così all'improvviso e non ti ho più trovato, ironico dato che non sei piccolo" cercò di farlo sorridere lei, anche se senza successo, Antheo rimaneva fisso sulla vetrina di Zonko. Narcissa sapeva bene come mai proprio Zonko: Rodolphus, da quando Antheo aveva imparato a camminare, aveva preso l'abitudine di portarlo a ogni periodo natalizio da Zonko; Antheo ne rimaneva sempre entusiasta per tutte le cose che teneva, potendoci fare scherzi di ogni genere a tutti con Ninfadora, ogni volta che sgattaiolava insieme all'elfo domestico da zia Andromeda e zio Ted.

Sia Narcissa che Bellatrix da un po' di tempo sapevano dove andasse, ma facevano finta di niente, dava troppe soddisfazioni per potergli vietare certe libertà.

"Perché non entri? Magari ha della nuova merce"

"Non sono dell'umore zia" tagliò corto Antheo aprendo finalmente bocca "Non voglio entrare... preferisco rimanere qui"

L'erede Lestrange COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora