Quella notte l'intera casa Serpeverde andò a letto con l'amaro in bocca; anche se erano passate diverse settimane dalla stupida sfida tra Weasley e Lestrange, il fatto di aver lanciato un incantesimo altamente pericoloso ancora faceva ribollire il sangue a tutti i professori e per questo la casa ne aveva risentito tantissimo: ad ogni errore si rischiava di perdere punti e qualsiasi gesto poteva essere frainteso. Era evidente che ormai qualcuno pensava che avere il figlio di due Mangiamorte pericolosissimi fosse un grave errore.
Antheo si era così spostato in un angolo da solo, senza nessuno intorno. La presenza di tutti quegli occhi sprezzanti addosso lo metteva a disagio. Invece che appoggiarlo o difenderlo, lo accusavano di giocare con l'onore della casa. Perfino Aaron Mitch se ne rimase in disparte, avendo comunque avuto lui l'idea.
Adesso il fatto di essere figlio di due Mangiamorte e di pagarla per ogni disastro cominciavano veramente a stargli stretti. Che cos'era? Un capro espiatorio? Era diventato il primo sospetto di ogni azione: pentolone corroso? Lestrange. Incantesimo finito male? Lestrange. Alunni impauriti anche solo per un Demiguise impazzito? Lestrange.
Si girò più volte nel letto, evitando ogni possibile sguardo e ogni possibile bisbiglio. Poi decise che sarebbe stato il caso di andare in bagno a sciacquarsi la faccia.
Non avrebbe pianto, né per la solitudine di quei giorni, né per il disprezzo subito, né per altro; era forte per queste cose e superarle avrebbe rafforzato la sua corazza. In fondo, non era sua abitudine dormire e da qualche settimana aveva preso a farsi delle belle passeggiate notturne senza che Filch o Mrs. Norris lo beccassero.
Si alzò dal letto e in punta di piedi attraversò i dormitori fino alla Sala Comune. Poteva ancora sentire il russare di alcuni suoi compagni e sentiva Remilia parlare nel sonno.
Discorsi molto commuoventi, ma non abbastanza da renderla una compagna diversa dagli altri. La sentì parlare a suo padre, o almeno lei credeva di farlo, e per un attimo si sentì addosso la voglia di parlare anche lui al suo. Ma poi si passò a discussioni adirate, come quando la mamma ti metteva in punizione e tu non eri d'accordo. Trattenne una risata per non essere scoperto, ma le frasi che emanava quella befana erano davvero esilaranti.
Assicuratosi che il corridoio non fosse sorvegliato né da Flich né dalla gatta, percorse la buia distanza che lo separava dal bagno maschile. Non era molto stanco e quindi potè camminare velocemente per non farsi scoprire.
I corridoi erano silenziosi, solo alcuni lievi suoni dei quadri rompevano quella penombra silenziosa e regalavano una briciola di vita. Ogni tanto si guardava dietro per vedere se qualcun altro avesse avuto la sua stessa idea.
Giunto dentro al bagno si avvicinò ai lavandini con i grossi specchi e si fissò: i suoi occhi diversi erano rudi, sembravano due fessure; il sinistro, quello azzurro scuro, aveva la pupilla dilatata per la a poca luce, dava un'impressione docile; il destro, azzurro chiaro chiaro, sembrava in tutto e per tutto l'occhio di un rettile, la pupilla era deformata, dalla forma molto simile ad un boa o un pitone, e quelle fauci spalancate...
Si avvicinò, voleva vedere bene quegli occhi così strani, la famiglia Black, la parte di sua madre, diceva sempre che erano stati presi da Bellatrix, con i suoi occho grigi; invece i Lestrange sostenevano che fosse tutta farina del sacco di Antheo. L'occhio sinistro era mezzo coperto dai suoi ricci neri neri come quelli di sua madre, anche se quel ciuffo bianco romoeva l'armonia del colore. Si allontanò dallo specchio e la coda dell'occhio gli cadde su un'incisione fatta nella parete: era una frase scritta da qualcuno: 'Lestrange lo strano'.
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L'erede Lestrange COMPLETATA
FanfictionFANFICTION Bellatrix e Rodolphus Lestrange si sono sposati ma ella non ha mai amato il marito, tanto da non dargli eredi. ma cosa sarebbe successo se invece Bellatrix fosse rimasta incinta di un piccolo Lestrange? Avrebbe cambiato atteggiamento nei...