20 - "Forse portei... no, assolutamente no..."

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"Sni! Smetti di grattare la gabbietta, sto ripassando!" Sbuffò Antheo alzando lo sguardo verso il suo Snaso mentre cercava di memorizzare le formule di pozioni del quarto anno. Avrebbe anche dovuto pensare a dove nasconderlo, visto che il suo intento iniziale era stato quello di lascirlo a casa, ma per svariati motivi si era dovuto ricredere e portarlo insieme al gufo.

Era nella cabina dell'Hogwarts Express da solo e con alcuni tomi di scuola accanto; voleva stupire Piton così da stare tranquillo nel caso di altri inconvenienti, non essendo un grande amante delle regole scolastiche. Remilia l'anno prima aveva spifferato ai docenti la sua fuga con la polvere volante, e poi lo scherzo con l'incantesimo Mangia Lumache che le aveva tirato dopo una battuta di pessimo gusto sulla sua famiglia, e poi ancora lo aveva fatto finire in punizione per aver sfidato Cedric ad una gara di volo per tutta la radura delle creature magiche. Insomma dopo tre punizioni che alzavano e abbassavano punti alla casa, Antheo era nero. Non erano state gravi violazioni, non era morto nessuno né tanto meno ferito, un minimo di libertà potevano anche lasciargliela.

La mano sinistra non aveva più smesso di formicolare dal duello di incantesimi ed era diventata una cosa davvero fastidiosa, perché lo distraeva facilmente cercando di farla smettere.
Adreo entrò ad un tratto e si sedette davanti al cugino, che lo salutò senza guardarlo: "Ci credi Antheo? Sei al quarto anno!"

"Già, voglio sperare che questa volta siano più clementi, non mi hanno più staccato gli occhi di dosso"


Adreo ridacchiò e si mise più comodo sul sedile a guardare fuori: le colline e gli immensi prati verdi correvano veloci, a fatica si distinguevano le poche case costruite; sicuramente in quei posti vi era una tale tranquillità... Poi Adreo prese una scatoletta di vimini da sotto il suo sedile e la fece vedere al cugino: gli disse sotto voce che dentro c'era un piccolo serpente, tra i più velenosi, e gli disse che lo aveva attirato a se parlandogli.

"Sei rettilofono anche tu quindi" disse Antheo per nulla sorpreso
"In realtà no" dichiarò imbarazzato Adreo "Ma non voglio arrendermi, forse devo solo esercitarmi, e quando riuscirò sono pronto a dimostrarlo a tutti. Ehi Antheo: come hai passato le vacanze? Io sono andato dai miei nonni materni in Francia, mamma mia che noia!"

"Se fossi stato in mezzo ai Troll mi sarei divertito di più" sbuffò Antheo "Zio Lucius mi ha costretto a seguirlo tutti i giorni al Ministero della Magia, che divertimento guarda, voleva evitare che facessi altri gesti che potessero in qualche modo intaccare l'onore e la dignità della famiglia! Un vero strazio"

Adreo scoppiò a ridere, era alquanto felice di sapere che il prediletto dei Lestrange aveva passato anche delle vacanze peggiori. Poi guardò Sni fremente di uscire e volle provare a dargli una carezza sulla testolina, ma Antheo lo fermò: "Non toccarlo, morde quando è nervoso" disse Antheo bloccandogli la mano; "Ti somiglia allora" ridacchiò Adreo. Era diventato molto meno petulante e più silenzioso, e meno male visto che era al terzo anno e non era più un poppante!

Poco dopo le dodici, Antheo decise di voler fare un giretto per il treno; aveva iniziato ad annoiarsi e le Cioccorane erano tutte finite. Chiese ad Adreo se voleva venire con lui a trovare Ninfadora, tanto per fare due chiacchiere con lei.

Quando entrambi i Lestrange uscirono dalla cabina, Adreo venne urtato da un ragazzo Grifondoro. Doveva essere del secondo anno avendo appunto già la divisa che contrassegnava la casa, aveva i capelli rosso fuoco come Bill e gli somigliava molto. Adreo si girò: "Ma guarda dove vai! Tonto!"

L'erede Lestrange COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora