capitolo 7 Better with him

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Il ventitrè di dicembre entrammo. Mia madre era andata ad Holmes Chapel ma sarebbe tornata a trovarmi qualche giorno dopo. D'altra parte, era solo l'inizio.

Organizzai una sorta di inaugurazione che si trasformò in una festa con gli altri ragazzi. Louis non mi aveva aiutato a fare nulla, se n'era stato tutto il giorno a infastidirmi e saltarmi addosso mentre cucinavo. -Louis, cazzo, saranno qui tra poco e non ho ancora finito di preparare il sugo per la pasta!- mi lamentai quando lo vidi avvicinarsi, sembrava un agguato.

-Scusa, Harry, ma domani è il mio compleanno, sono emozionato. Cerca di capirmi- spiegò lui infilando un dito nel piatto del sugo per poi assaggiarlo.

-Troppo aspro- commentò con una faccia disgustata. -Prepara tu da mangiare, la prossima volta.- esclamai arrabbiato, voltandomi bruscamente verso di lui.

Era così fastidioso certe volte. Sbuffai, sembravo mia madre quando era sull'orlo di una crisi isterica. Mi strappai di dosso il grembiule (sì, avevo addosso un grembiule, e no, non c'è nulla da ridere) e misi le mani sul bancone dei fornelli respirando.

Louis, un po' pentito, si avvicinò e mi avvolse in un abbraccio da dietro. Rimasi pietrificato sul posto. Porca troia, no, non in quel momento. Non c'era nessuno a distrarmi e sarei arrossito come al solito.

-Stai tranquillo, Haz, anche se la cena non sarà il massimo, sono i ragazzi. Sono degli idioti e Niall si mangia pure il cartone quando ha fame.- disse. Poi si avvicinò di più. -Scusami- mi sussurrò in un orecchio.

Il mio corpo fu cosparso dai brividi e mi ritrovai a pensare...nulla, semplicemente non pensavo, non riuscivo a connettermi con la realtà. Continuava ad abbracciarmi, poi le sue mani finirono sul bancone, con il mio corpo in mezzo. Mi girai e mi ritrovai bloccato tra le sue braccia, contro i fornelli.

Mi guardava negli occhi. Non proferii parola e lo fece lui per me. -Allora? Vuoi che ti aiuti a preparare la tavola?-. Annuii lentamente e lui si staccò da me lasciandomi un senso di freddo.

-Questa casa è gigante.- fu il primo commento di Liam quando lui, Niall e Zayn entrarono. -Sì, infatti, non è giusto. Noi siamo in tre e la nostra è più piccola.- aggiunse Niall prendendo posto sul divano. -Quanto cazzo sei infantile, Niall- lo ammonì Zayn. -Ha parlato quello che ha rotto i coglioni per tenersi il ventilatore quella notte, o non ti ricordi, Malik?- gli rispose acidamente il biondo, servendosi delle patatine che avevo messo come antipasto sul tavolo.

-Oddio, ragazzi, vi prego, prendetevelo voi Niall.- esclamò esasperato Liam. -Noi due siamo nella stessa casa con lui da pochi giorni e già non ce la facciamo più.- Louis, che era andato a farsi una doccia, uscì dal bagno in accappatoio e disse: -No grazie, noi stiamo bene così.- I capelli bagnati gli ricadevano sulla fronte e dio, era stupendo. Mi levai dalla testa pensieri poco puri.

-Nessuno mi vuole-. Niall finse di piangere e continuò a riempirsi la bocca di patatine. -Bravo, continua a mangiare, è l'unica cosa che ti riesce- gli disse Zayn prendendolo a cuscinate in testa e ridendo.

Tutti e quattro ridevano mentre io finivo di riempire i piatti con la pasta. -A me danne tanta- mi ricordò Niall.

-Cazzo, Lou, domani è il tuo compleanno! Che ne dite se rimaniamo fino a mezzanotte per festeggiare?- propose Liam mentre, dopo aver mangiato la pasta, che avevano commentato tutti come "c'è di meglio", giocavamo a carte come dei vecchi. -Certo che potremmo fare qualcosa di più divertente, chi gioca a carte nel 2010, peraltro a quest'età?!- esclamai, ancora un po' innervosito per i commenti sulla mia fantastica pasta. -Che ne dite se giochiamo a obbligo o verità?- suggerì Zayn.

Silenzio. -Senza le ragazze?- disse Niall; era un po' quello che avevamo pensato tutti. -Io non mi metto a limonare con nessuno di voi, sappiatelo!- rise Liam. Risero tutti, poi. Mi sforzai di imitarli. Anche la risata di Louis sembrava un po' finta, ma forse era solo un'impressione. -Non ci devono essere per forza baci, in questo gioco. E poi le verità sono più belle degli obblighi, e voglio conoscervi un po' meglio, furbetti.- rispose allora Zayn. -Bene, giochiamo, chi comincia?- tagliai corto. -Io! Niall, obbligo o verità?- Liam si voltò verso il biondo che stava ancora mangiando le patatine. -Obbligo.- -Bene, ti obbligo a non mangiare più niente stasera.- -NO. No, questo è impossibile- si lamentò Niall. -Devi farlo per forza, è il gioco.- lo prese in giro Liam. -Vaffanculo, voglio vendicarmi. Liam, obbligo o verità?- -Verità.- -Quando è stata l'ultima volta che hai baciato una ragazza, eh? Probabilmente non l'hai mai fatto.- mugugnò il biondo, infastidito. -Oh, ieri. La sorella di Harry, Gemma.- rispose Liam con semplicità.

Sgranai gli occhi e mi alzai di colpo. -Sì,- continuò il ragazzo dai capelli color miele. -è stato molto bello. Belle labbra-. Gli stavo tirando un cazzotto sul naso quando esclamò: -Harry, sto scherzando! Idiota. Ieri sono stato tutto il giorno con Zayn-. Mi sedetti di nuovo, leggermente imbarazzato, e Louis fece una cosa che mi mandò in crisi per la seconda volta, quella sera. Appoggiò la testa sulle mie gambe, sdraiandosi. Rimasi immobile, poi decisi di lasciarmi andare sul divano, per fargli capire che non mi dava fastidio e che poteva rimanere lì.

-Harry, obbligo o verità?- chiese Liam. -Verità...- -Se fossi obbligato a baciare uno di noi, chi baceresti?- Cazzo. Cazzo, che cazzo dovevo dire? Louis alzò la testa e tornò seduto come se si fosse scottato. -Che schifo, Liam, non siamo ragazze.- commentò Zayn.

Niall invece mi guardò attentamente con un'espressione indecifrabile, come se lui, in qualche modo, sapesse.

Ma sapesse cosa, poi? Non c'era niente. Niente di niente. -Ma se dovessi proprio scegliere!- insistette Liam. Balbettai qualcosa per poi dire: -Basta, ragazzi, mi sono stufato di giocare a questo gioco, facciamo altro.- Liam sbuffò ma Niall lo zittì e disse: -Piantala. Non è divertente-. Era la prima volta che vedevo il biondo fare il serio. Lo guardai grato e lui mi fece un cenno con la testa, mentre Louis aveva uno sguardo spento, vicino a me.

Arrivò la mezzanotte. Festeggiammo il compleanno di Louis facendogli spegnere le candeline sulla torta che avevo comprato quel pomeriggio e gli diedi il mio regalo. Era una collana con un'ancora sopra, con una corda attorno. Mi sembrava un'idea carina anche se non aveva molto senso. L'avevo presa qualche giorno prima e mi era costata mezzo stipendio alla forneria, che mi ero risparmiato. Mi sorrise, con lo sguardo ancora un po' spento, e mi ringraziò. Anche gli altri gli diedero i vari regali.

All'una, se ne andarono. Ripulii tutto velocemente ed entrai in camera per prendere qualcosa, quando, uscendo, la figura di Louis mi bloccò la strada, a qualche passo da me. Il suo corpo era nella penombra ma potevo vedere il suo viso e i suoi occhi erano ancora spenti.

-Chi baceresti?- chiese d'un tratto. Arrossì, probabilmente imbarazzato. -Cosa?- finsi di non capire. -Non voglio ripeterlo, Harry. Chi baceresti tra noi quattro?- Lo guardai e notai le sue pupille dilatarsi. Mi guardava con uno sguardo strano, quasi famelico. -Te.- dissi, probabilmente avvampando. -Bacerei te.- Mi fissò per qualche secondo; non capivo quella situazione. Che diavolo stava succedendo? Esitò un attimo prima di dire qualcosa che mi fece perdere qualche colpo.

-Allora fallo-.

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