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«Dov'è?» tuona Dastan.

«A casa sua» risponde Caspian con voce pacata.

«Com'è possibile che sia riuscita ad andarsene, se due guardie sorvegliavano la sua porta?» domanda Dastan, uscendo con passo deciso dalle sue stanze per dirigersi verso quelle di Tamina.

«Avevate un solo compito: sorvegliarla. E avete fallito!» grida alle guardie, la sua ira riecheggia nei corridoi e svegliando l'intero castello.

«Cosa succede?» chiede Sadie, comparendo sulla soglia delle sue stanze con un'espressione assonnata.

«Perché tutte queste urla a quest'ora della notte?» interviene il re, affiancato dalla regina, il volto segnato da una preoccupazione crescente.

«Non c'è più. Se n'è andata!» esclama Dastan, la voce carica di frustrazione.

Il re Rajab, la regina Najma e Sadie si scambiano sguardi confusi.

«Chi?» domanda Sadie.

«Tamina» risponde lui, con un tono che non ammette repliche.

«Figliolo, il sabato e la domenica la servitù è libera. Possono andare dove vogliono» spiega il re con calma.

«No. Lei non doveva andarsene. Me lo aveva promesso» ribatte Dastan, stringendo i pugni.

«Caspian, manda dei soldati a prendere lei e la sua famiglia» ordina, il tono freddo e deciso.

Sadie lo guarda, incredula. «Ma cosa stai dicendo? Sei impazzito?» Solo all'idea di avere l'intera famiglia di quella sguattera a palazzo, sente un moto di disgusto.

Dastan la ignora. «Vai, Caspian.»

Si dirige nella sala da pranzo, seguito dal padre, dalla matrigna e dalla sorellastra. Caspian, dopo aver impartito gli ordini alle guardie, lo raggiunge.

«Figliolo, perché questa decisione?» chiede Rajab, non riuscendo a comprendere la furia di suo figlio.

Dastan lo guarda, gli occhi accesi da una determinazione inflessibile. «Così ho deciso, padre. Resterò qui ad aspettare il suo arrivo.»

«Vi è piaciuta la torta?» chiede Tamina, rimboccando le coperte ai suoi fratellini.

«Sììì!» rispondono in coro, i visi illuminati dalla felicità.

«Ci racconti una favola?» domanda Akil, gli occhi colmi di aspettativa.

«Per favore» la supplica Zejneb, stringendo tra le mani il lembo della coperta.

Tamina sorride. «Va bene, ma...»

Un bussare insistente e violento interroppe le sue parole.

«Chi è?» domanda Zejneb, tremante per lo spavento.

Tamina si alza, il cuore che batteva all'impazzata. «Mamma, chiudi la porta» sussurra, afferrando un coltello prima di avvicinarsi all'ingresso. Chi poteva bussare con tanta insistenza a quell'ora? Dio, fa' che non sia Talal, pensa con angoscia.

Apre lentamente la porta e, vedendo gli uomini in uniforme, si rilassa appena.

«Cosa volete?» chiede, senza celare il suo fastidio.

Uno dei soldati fa un passo avanti. «È lei Miss Belle?»

«Sì. Perché?»

«Lei e la sua famiglia dovete seguirci.»

«Per quale motivo?»

«Ordini del principe.»

Tamina si passa una mano sulla fronte. Persino da ferito Dastan riesce a imporre la sua volontà.

Da Servitù a ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora