Dopo aver concluso le sue commissioni in città con Caspian, Dastan fa ritorno al castello. Quando scende dalla carrozza, il suo sguardo viene catturato da una scena tenera: Tamina sta giocando nel giardino con i suoi fratelli minori e alcuni bambini della servitù. Le loro risate si mescolano al fruscio dell'erba e al calore dorato del sole del pomeriggio.
«Caspian, tu vai pure. Io voglio conoscere la madre di Tamina.»
«Va bene, ci vediamo più tardi.»
Dastan si avvicina al giardino, superando con passo calmo l'arco di pietra che lo separa dal cortile interno. Il profumo dei fiori appena sbocciati si mescola al suono delle voci dei bambini.
«Prendi la palla!» grida Akil, lanciandola verso Tamina. Ma lei la manca, e la sfera di cuoio rotola fino ai piedi di Dastan. Il principe si china, la raccoglie con un sorriso.
«Chi è quell'uomo?» chiede Zejneb, stringendosi a sua sorella, incuriosita.
Dastan si avvicina con passo gentile e porge la palla ai bambini.
«Io mi chiamo Dastan. E scommetto che voi siete Zejneb e Akil,» dice, inginocchiandosi per essere alla loro altezza.
«Come fa a sapere i nostri nomi?» chiede Zejneb, corrugando la fronte.
«Perché vostra sorella mi ha parlato tanto di voi,» risponde lui, guardando Tamina con uno sguardo divertito e sincero. Lei lo osserva stupita, si ricorda i loro nomi nonostante lei ha menzionato i loro nomi tempo fa
«Mamma, lui è il principe Dastan,» dice infine Tamina, presentandolo con un tono più serio.
Una donna elegante si avvicina: ha lo sguardo dolce e deciso di chi ha affrontato molto nella vita. Dastan si alza e le tende la mano.
«Oh, vi prego, signora Esma, mi chiami semplicemente Dastan.»
«Figliolo, allora chiamami Esma,» risponde lei, stringendogli la mano con un sorriso cordiale.
«Devo farle i miei complimenti: vostra figlia è una giovane donna coraggiosa, brillante e piena di risorse,» afferma Dastan, volgendo ancora una volta lo sguardo verso Tamina.
«Grazie,» risponde Esma, con un cenno del capo.
«Questa sera ci sarà un ballo a palazzo. Sarebbe un onore avervi tra noi.»
«Vi ringrazio, Dastan. Ora vi lasciamo conversare in pace,» dice Esma, prendendo per mano i bambini e allontanandosi.
Dastan si volta verso Tamina, più rilassato.
«Ti è piaciuta la colazione?» le chiede con un tono complice.
«Grazie... non dovevate.»
«Invece sì. Ci vediamo al ballo, guaritrice,» le dice, lanciandole un sorriso che fa brillare i suoi occhi.
«Dai, fatevi vedere!» esclama Tamina rivolta ai fratellini, ormai giunta la sera. L'intero castello è in fermento: servi, musicisti, dame e soldati si muovono come in una danza di preparativi.
Zejneb e Akil escono da dietro il separé, con i loro abiti eleganti. Lei indossa un vestitino celeste con ricami floreali, lui una tunichetta beige con dettagli dorati.
«Oooh, amori miei! Siete adorabili. Venite qui, fatemi abbracciare!»
«Guarda la mamma,» esclama Zejneb.
Tamina si volta e rimane senza parole. Esma è splendida in un abito di seta color giada che le avvolge le forme con grazia.
«Mamma... sei bellissima,» dice Tamina, commossa.

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Da Servitù a Regina
RomanceNel lontano regno di Agrabah, in un palazzo reale bianco come le nuvole con tetti blu come il cielo, circondato da un giardino verdeggiante, con i suoi segreti, vive il principe Dastan figlio del re di Agrabah. Un ragazzo testardo e scontroso. Lont...