Parte 5 - Lev, un amico

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LEVIAN

I fiori bianchi e rosa delle piante di cacao sono uguali a quelli che che coloravano le piantagioni della mia villa. Mi domando che fine abbiano fatto, cosa sia accaduto alla mia proprietà dopo che io, Nali e mia madre siamo stati costretti a fuggire. Mi domando se i miei fratelli torneranno mai, se il sangue degli alfa che scorre in loro possa tollerare questo affronto.

La guardia fissa lo sguardo su di me. Mi abbasso, chino la schiena come i compagni di sventura che mi circondano. Ramon si è seduto all'ombra di una palma e guarda i miei gesti con la stessa espressione lasciva che gli aveva illuminato gli occhi grigi la scorsa notte, quando mi ha denudato davanti a lui.

Bastardo. Bastardo lui, il padrone Francisco e anche il giovane che poco prima mi ha obbligato a scusarmi. Maledetti i suoi occhi dal color della notte. Sono gli occhi di chi ha sempre avuto tutto e crede di poter calpestare gli altri. Odio ogni alfa e ogni ingiustizia di cui sono testimone chiede vendetta. So che dovrò sopportare molto e che sarò costretto a guardarmi da tanti nemici.

Sistemo la camicia sul petto. Stanotte mi sono reso conto che l'unguento sta sparendo e che il segno della dinastia di Vieln rischia di affiorare sulla mia pelle. La boccetta che sono riuscito a portare con me non durerà a lungo, così come non dureranno a lungo le erbe che fermano il calore. La mamma mi ha insegnato ad allungare l'estratto di erbe con l'acqua del ruscello per farle durare di più, nel caso in cui mi fossi trovato in una situazione simile - ben prima di questa legge gli alfa credevano di poter fare di noi omega ciò che volevano -, ma non posso farlo troppo spesso. Un estratto diluito in troppa acqua rischia di non aver più nessun effetto.

Il sudore sulla fronte e sulle ciglia rischia di mescolarsi alle lacrime quando penso alla sorte di mia madre, lì da sola, in una capanna sugli altipiani. Spero che in un modo o nell'altro riesca a contattare i miei fratelli e a lasciare quest'inferno.

Poso lo sguardo sugli altri: sono giovani. Ieri nella capanna mi hanno detto che i più anziani servono nelle case degli alfa, e che noi giovani vi entriamo solo quando loro vogliono. Non c'è stato bisogno di chiarire oltre: veniamo chiamati per soddisfare i loro desideri.

«Perdonami», mi riscuote un uomo. Sta portando un cesto di frutta tra le mani, e vuole che mi scosti per lasciarlo passare. Poi il cesto cade, manga e papaya rotolano sui miei piedi.

«Attenzione», urla il sorvegliante, mettendosi ritto sulla sua amaca. «Se rovinate la frutta non ve ne daremo altra».

Allungo le mani per aiutare l'uomo davanti a me, mentre anche lui si inginocchia. Tra le narici l'odore salmastro dell'oceano e quello dei frutti presto perdono di intensità. L'odore della persona che mi sta di fronte mi è famigliare. Sollevo lo sguardo. Incontro un paio di iridi simili alle mie, un volto che mi somiglia. Il cuore batte più forte e questa volta non per la paura, l'incertezza e lo sdegno.

«Non parlare», sussurra l'uomo.

Ma io non posso fare a meno di muovere le labbra. Non so se esca un suono, ma la lingua tocca il palato per pronunciare un nome: «Kal».

Un rapido sorriso attraversa i suoi occhi. «Mi avevano detto che ne avevano preso un altro. Non sapevo cosa sperare. Fa' come se non mi conoscessi, ma stanotte, quando la luna sarà alta nel cielo, esci dalla tua capanna».

Il sorvegliante interrompe il nostro scambio a mezza bocca: «Datevi una mossa!»

Kal raccoglie rapido gli ultimi frutti e procede senza degnarmi di un altro sguardo. Fa come se non esistessi anche quando il sorvegliante ci concede una pausa per mangiare. Sediamo attorno a un lungo tavolo riparato da una palma, mi sorprendo che ci diano questa possibilità anziché lasciarci mangiare a terra come animali. Il pasto, pane e frutta, ci toglie la fame, ma non è sostanzioso. Non è un pranzo allegro, nonostante alcuni omega siano abbastanza intraprendenti da scambiare qualche parola sotto gli occhi accigliati di Ramon. Devono essere veterani, che conoscono bene il sistema e i limiti oltre i quali è meglio non spingersi per non incappare nelle ire del sorvegliante.

La dinastia (boyxboy omegaverse) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora