Parte 20 - Lev, tradimento

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Lev

Mi rigiro l'anello sul mio anulare. Lo smeraldo è investito dal fascio d luce che entra dalla finestra, la pietra risplende di pagliuzze dorate, come il fondo di un ruscello nella foresta, dove si rispecchiano le fronde degli alberi.

Sono ancora a letto, dove mi sono fatto servire la colazione, nonostante non abbia molto appetito. Mi sfioro il ventre e ripenso alle parole di Juan, al suo desiderio di avere figli da me, gli eredi della dinastia di Vieln e del suo nobile sangue spagnolo. Vorrei esaudirlo, ma la mia mente è affollata dalle nubi di un futuro incerto sotto il dominio del governatore.

L'orologio sulla specchiera segna il mezzogiorno, mi alzo e combattendo un senso di nausea, indosso i vestiti adatti a una cavalcata. Il cielo è terso, le nuvole non sono che un ricordo lontano. Dalla finestra vedo gli omega affollarsi sui carri che li porteranno alle piantagioni. I frutti del cacao sono maturi, penso con una punta di inquietudine. Non vedo Kal da settimane, perché non ho il coraggio di presentarmi a lui con l'odore di Juan sul mio corpo. Avevo promesso al mio migliore amico che non avrei ceduto e invece ho fatto esattamente il contrario: chissà se Kal ne sarebbe felice? Mi ha sempre detto che avrei trovato il mi alfa, il compagno a me destinato, ma io non immaginavo che sarebbe stato Juan, un uomo che amo e che tuttavia non riesco a stimare come un omega dovrebbe fare con il proprio alfa.

Stringo i pugni. Juan lascia il talamo ancora caldo la notte per andare sulla scogliera, vicino al porto. L'ho seguito l'altra notte, anche se lui non se ne è reso conto: l'ho visto mentre galoppava al chiaro di luna, mentre si fermava alla locanda e veniva accolto da un giovane omega. Aveva promesso di essermi fedele, di aiutarmi a cambiare quest'isola, ma le sue parole non sono state che bugie per avermi, per far sì che io diventassi la sua macchina da riproduzione personale. Tutte le mie illusioni si sono infrante, il sogno di salvare con Juan e Kal la nostra foresta, di essere felice, di poter presentare con orgoglio a mia madre suo nipote... Non avverrà mai nulla di tutto questo. Kal mi aveva detto di non giudicare dalle apparenze, ma alla fine avevo ragione io.

Scendo in sala da pranzo, gli odori della zuppa di pesce e della bevanda al cocco giungono fino a qui dalle cucine. Carlos è intento a portare di sopra dei vestiti puliti.

«Non c'è nessuno?», gli domando.

Lui si guarda attorno. «Il governatore ha un impegno nella capitale, Juan è uscito a cavallo».

Mi mordo le labbra. A cavallo, certo, perché non può stare lontano da quell'omega neanche in pieno giorno. Cammino fino alle capanne, a quest'ora non dovrebbe esserci nessuno, e per questo quando odo uno scalpiccio, il cuore mi salta in gola.

«Chi è?», domando.

«Lev», Kal sbuca da una capanna, una sacca sulle spalle.

Spalanco gli occhi. «Cosa ci fai qui, e quella?»

Kal mi si avvicina, posa le sue labbra sulla mia guancia. «Hai trovato il tuo alfa, alla fine». Non suona come un rimprovero, solo come una constatazione con un celato augurio. «Spero che sarai felice».

Abbasso gli occhi. Lui mi solleva il mento.

«Lev, doveva andare così, io l'ho sempre saputo. Tu, invece, sei tanto testardo».

«Non posso essere felice qui. Cosa sta succedendo? I fiori di cacao...»

Kal mi posa un dito sulle labbra. «Ricordati di non giudicare dalle apparenze». Mi rivolge un ultimo sguardo che sa di addio, senza darmi il tempo di fargli altre domande.

L'inquietudine che agita il mio cuore non si placa. Mi sento come una pedina che nessuno vuole coinvolgere nelle decisioni importanti. Il mio migliore amico sta tramando qualcosa e il mio compagno mi tradisce con un altro in una bettola. La mia vita non potrebbe andare peggio.

La dinastia (boyxboy omegaverse) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora