Parte 14 - Juan, complotto

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JUAN

Il dottor Sal abita in una modesta abitazione ai piedi della scogliera. È un nobile che potrebbe permettersi molto di più, una villa se non addirittura una fazenda, ma che ha sempre fatto dell'austerità e del decoro i cardini della sua vita. È il tipo di alfa con cui mi piace parlare, diverso dagli arroganti rampolli e dai loro genitori che frequentano la casa di mio zio. In Spagna forse anche io ero come loro, un giovane convinto che tutto gli fosse dovuto e che le imperfezioni e gli insuccessi nelle vite degli altri fossero causate da loro stessi, dalla loro incapacità di impegnarsi, solo adesso capisco quanto sia stato stupido e superficiale. Se non altro, il viaggio in quest'isola mi ha insegnato a giudicare meglio chi non ha avuto la mia stessa fortuna.

Busso sulla porta di legno massiccio. Intorno alla casa esplodono sprazzi di vegetazione selvaggia, che i domestici riescono a stento a tenere a bada. Le malelingue dicono che il dottore sarà presto avviluppato dalla natura che ama tanto.

Un domestico accorre ad aprire la porta, gli domando del medico e quello mi fa cenno di accomodarmi nel salotto.

«Sarà subito da voi», mi dice, offrendomi un mate o della crema di leche. Gli dico che il leche andrà benissimo e mi accomodo in attesa del dottor Sal.

Lo vedo spuntare dal corridoio, un libro tra le mani, i capelli candidi di chi ha esperienza, il volto bonario di chi da quell'esperienza non si è fatto indurire.

«Mio giovane amico», mi accoglie con un sorriso, «no, non vi alzate». Si siede di fronte a me.

«Perdonate la mia improvvisata, ma avevo bisogno di parlarvi».

Sal posa il libro sulle ginocchia. «Riguarda il vostro compagno? Come sta? Gli ho consigliato di riprendere le erbe per bloccare il prossimo calore, a meno che...» Fa un gesto evasivo con la mano.

«Lo so. Lui sta bene, ha ripreso la favella e lo spirito».

Sal sorride, ha compreso la mia frecciatina. «Una coppia giovane ha bisogno di conoscersi prima di entrare in confidenza e trovare un accordo. Questo include scaramucce e discussioni, non è niente di cui dobbiate preoccuparvi, se siete destinati a stare insieme. Avete tempo», dice nostalgico. Il suo sguardo si sposta sul ritratto di un giovane uomo, il compagno che lo ha lasciato da solo troppo presto a cui ha consegnato il suo cuore.

Il domestico arriva e mi porge il bicchiere di leche. Bevo la bevanda fresca avidamente, per combattere la calura di questa mattina, ma anche per aiutarmi a sciogliere la lingua.

«C'è qualche altra cosa di cui volete parlarmi, vero?», mi domanda Sal.

«Lev dice che avrebbe preferito rimanere a lavorare con gli altri omega, invece che dividere la casa con me e mio zio. Credo che io al suo posto sarei dello stesso parere. Ieri siamo andati nella foresta, nei pressi dell'ebano secolare, è una tale meraviglia. Il mio stesso sangue è deciso a privarci di una tale bellezza per il suo egoismo». Sal mi ascolta in silenzio, ha incrociato le dita e vi ha posato sopra il mento. «So che voi siete dello stesso parere».

«Siate chiaro, cosa volete?», domanda con un tono improvvisamente brusco.

Lo fisso negli occhi. «Da quando sono arrivato qui la notte non dormo bene, mi sveglio, faccio un giro tra le capanne e sto attento che nessuno mi veda. Ho visto del movimento, ho visto voi, Sal , nei pressi del cancello della mia fazenda, in attesa di un omega che lavora da noi, un certo Kal».

Il dottore serra le mascelle, negli occhi balugina un lampo di inquietudine.

«Voglio che mi diciate dove andate, e che mi portiate nel covo dove complottate contro il governatore mio zio. E state sicuri che avrete in me sempre un amico e che come tale verrò dove mi condurrete».

La dinastia (boyxboy omegaverse) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora