1.☀️

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-Pronto?- rispondo dopo il 2 squillo del telefono. Cerco sempre di essere velocissimo a responder alle chiamate.

-Junhui, sei ancora per strada?- mi chiede mia mamma con voce preoccupata.

-Arrivo fra 10 min mamma, tranquilla- la rassicuro io.

-Attento, verrà a piovere. Ti aspetto per cena tesoro- mi dice lei riagganciando.

Le chiamate con mia madre sono sempre molto veloci. Del resto, passiamo tutto il tempo che ci è concesso a parlarci, quindi non ci resta molto da dirci in chiamata.

Mentre attraverso la strada una goccia di pioggia cade sulle mie scarpe sportive.

Diamine allora è vero che sta per piovere!

Odio la pioggia, sopratutto di sera.
É inverno e alle 19 il sole è già bello che andato, il che mi fa sentire spento già di suo, se poi aggiungiamo anche i nuvoloni scuri che mi impediscono pure di vedere la luna somo proprio messo male.

Non mi è mai piaciuta la notte: troppo buio e troppo silenzio.
Il giorno è più luminoso e vivace, proprio come me.

Sì, anche la modestia è una qualità che mi caratterizza.

Dai cavolo sta iniziando a piovere sul serio ora, sarà meglio aprire l'ombrello.

Camminare per le strade del mio paese a quest'ora non è mai una buona idea. Ho sentito storie spaventose su queste zone, ma insomma, che ci provino a venire a farmi qualcosa. Sono cintura nera in 5 arti marziali diverse.

Passo accanto ad uno dei bar della via principale. "she's in the rain" dei the rose riempie le strade e rallegra un po' l'atmosfera.
Azzeccata come canzone.

Decido di passare per il lungo lago, perché almeno potrò guardare le luci dei lampioni riflettersi nell'acqua piuttosto che le insegne dei negozi nelle pozze maleodoranti.

Il lago è così silenzioso a quest'ora. Infilo le cuffiette e mi sparo qualche canzone tipo "best part" dei day6 giusto per non sentire il rumore della pioggia che ticchetta sul mio ombrello, mentre cerco di schiacciarmi più che riesco su me stesso per non venire bagnato minimamente.

La canzone finisce sfortunatamente in un lampo.

Non c'è nessuno in giro, ma mentre passo accanto al molo sento qualcuno starnutire. Mi giro di scatto a vedere la zona da cui proviene il suono: sembra che sia verso la fine del pontile.

Strizzo gli occhi cercando di vedere se ci sia veramente qualcuno in fondo e i miei occhi riescono a mettere a fuoco una sagoma scura che si staglia contro il buio della notte.

Strano da dire, ma sembra ancora più oscura di essa.

La sagoma si piega una seconda volta per starnutire, poi sembra quasi che sia scossa da un tremito.

Senza nemmeno rendermene conto sono già a metà molo.

Da qui riesco perfettamente a vedere che quella persona non ha nessun ombrello sopra la sua testa e le gocce di pioggia rimbalzano sulla sua felpa.

Parte della mia testa dice "che diamine fai idiota? Potrebbe essere un pazzo, potrebbe ucciderti!", ma la maggioranza dei miei pensieri urla "si prenderà un malanno se non se ne va a casa, devo aiutarlo".

Che ci posso fare, sono fatto così, e non posso certo andarmene di fronte a questa situzione.

Mi avvicino ancora di più alla sagoma, che ormai credo di aver identificato come quella di un ragazzo abbastanza giovane, magari addirittura della mia età.

Mi fermo a pochi passi da lui.
Non mi ha visto, sta guardando il lago. Non mi ha nemmeno sentito.

Prendo un respiro profondo.

-Ei tu- dico sicuro.

Il ragazzo non si volta.
Impossibile che non mi abbia sentito.

Lo affianco.

-Tutto bene? Non ti conviene stare qui sotto la pioggia così, senza nemmeno un ombrello- gli dico voltandomi a guardarlo.

Ha la faccia di un ragazzo tranquillo, che cosa ci fa qui in mezzo al lago?

Non mi risponde, dai suoi capelli gocciola la pioggia.
Ha gli occhi come persi nell'oscurità.

-Mi hai sentito? Almeno puoi sentire?- dico sovrapensiero.

Il ragazzo abbassa lo sguardo.

-Oh no non intendevo essere scortese scusami! Però davvero ti converrebbe andartene in un posto riparato, si gela- riprovo.

Ti prego ascoltami.

Lui non mi da segni di risposta. Sembra che abbia solo voluto dirmi che riesce a sentirmi, ma non altro.

-Puoi andare almeno sulla passerella? Lì puoi vedere il lago e non ti bagni- riprovo, accennando all'altro molo posto a qualche decina di metri da qui.

È solo una passerella senza attracchi per le barche, con un gazebo alla fine.

Ancora nessuna risposta.

Guardo la sua felpa. Ha il cappuccio, ma non tirato su. Non che ormai possa servire a qualcosa, visto che è zuppo come il resto dei suoi vestiti. Cavolo si becchera una polmonite immensa se non si sbriga ad andare a casa.

-Dai su mica vorrai rischiare di stare a casa una settimana a letto!- dico ridendo, cercando una qualche reazione. Niente.

Uff.

Guardo sopra di me.

Il mio ombrello azzurro forse non si abbina perfettamente al suo outfit completamente nero, però almeno dovrebbe ripararlo.

Sospiro.

-Ok adesso farò una cosa, ma per favore accettala, perché subito dopo scapperó via- dico tutto d'un fiato, sorridendo per non sembrare uno psicopatico.

La mia stranezza però deve averlo incuriosito, tanto che si volta verso di me.

Nemmeno i lampioni del lungolago riescono a schiarire i suoi occhi scurissimi, ancora più oscurati dalle lunghe ciglia nere.

Mi guarda senza dirmi assolutamente niente.

Niente rimpianti, ora o mai più.

Con un guizzo allungo la mano che regge il mio ombrello verso di lui, aspettando che lo afferri, ma niente, le sue mani restamo nelle tasche.

Diamine io non voglio bagnarmi!

Conto fino a 3 e poi scappo via e lancio l'ombrello, giuro.

1, niente, 2, continua a guardarmi, 3.

Ok addio.

Lascio cadere l'ombrello sul molo e corro indietro, raggiungendo il lungo lago e rifugiandomi sotto un porticato.

Ansimando e constatando soddisfatto che non sono così bagnato, riguardo verso il molo.

Il ragazzo ha preso il mano il mio obrello azzurro.

Come lo so? È l'unico colore che si vede in mezzo alla notte buia.

Sorrido.

Che tipo.

·• 𝐻𝑒'𝓈 𝒾𝓃 𝓉𝒽𝑒 𝓇𝒶𝒾𝓃 •· // JunhaoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora