8.🌧

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Appena quel Junhui gira l'angolo lo giro anche io.

Non avrei certo potuto farmi lasciare davanti alla mia vera casa, l'avrei fatto preoccupare.

Accanto alla via delle villette a schiera ce n'è una con un paio di palazzi vecchi e bassi.

Entro nel primo. La porta cigola. Nelle scale entra l'acqua.

Entro nel mio "appartamento" a luci spente. Non posso accenderle, non ho pagato le bollette, non ho i soldi per farlo.

Accendo una candela, almeno queste riesco a permetterle.

Ho un libro da finire di leggere. Mi sdraio sul letto con quello in mano.

Cerco di seguire le parole stampate sulla carta, ma ogni lettera sembra volare in giro per la casa.

Le uniche cose che riesco a sentire nella mia testa sono le parole di Junhui.

"Scusami non volevo essere invadente" è la frase che più di tutte è rimasta impressa nella mia mente.

Volevo dirgli
-Non scusarti, anzi, grazie: sei stato la persona più invadente che abbia mai incontrato-, ma non so se sarebbe sembrato una cosa strana da dire.

Non so se avrebbe nemmeno capito.

Quando non hai nessuno che si preoccupa dei tuoi interessi è facile amare l'invadenza.

Sono stanco di vivere così, chiuso in una stanza buia, vivendo di libri per ricordarmi almeno come si fa a creare frasi complete, aspettando la prossima chiamata dall'ospedale e la prossima cifra da pagare.

Sono stanco di non riuscire a trovare un lavoro per colpa del mio nome, sono stanco di aver paura delle persone, sono stanco di dover fare qualcosa che un tempo mi piaceva solo per curare qualcuno che non sa nemmeno chi sono.

Non so da quanti anni va avanti questa cosa.

Prima almeno c'era mia madre ad aiutarmi, ma poi quella maledetta mattinata di luglio è arrivata e mi sono trovato completamente da solo.

Vivo in questo paese da quando sono nato, ma credo che solo un paio di persone mi abbiano mai parlato.

Junhui è una di quelle.

Non so come sia possibile ma sembra che quel ragazzo abbia visto in me qualcosa che nemmeno io ho mai visto.

Come se lui fosse quel qualcuno capace di vedere la luce anche nel bel mezzo della notte più profonda.

Ma è impossibile trovarla in me.

Io sono una di quelle gocce di pioggia che cadono dalle nuvole più scure e nel loro viaggio non incontrano nessun'altra goccia. Sono minuscolo.

E probabilmente la mia goccia è anche inquinata e più brutta rispetto alle altre.

Una lacrima mi scorre sulla guancia.

Ma guarda che strano, non piangevo da tempo ormai.

Una lacrima, ecco cosa sono. In mezzo a un mare di gocce sono una stupidissima lacrima.

Poi cadrò dal cielo e verrò inghiottito da una pozzanghera.

"ho sempre visto le pozze come un incontro di tante gocce per creare qualcosa di bello. sono belle le pozzanghere, ci si riflette la luna dentro quando smette di piovere." ha detto Junhui.

A pensarla così il cuore mi si alleggerisce un pochino.

Chissà se un giorno riuscirò anche io a far riflettere la luna dentro di me.

·• 𝐻𝑒'𝓈 𝒾𝓃 𝓉𝒽𝑒 𝓇𝒶𝒾𝓃 •· // JunhaoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora