23.☀️

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Alla fine ho detto tutto a mia mamma.

Non sono proprio riuscito a tenermi dentro tutta la storia.

Le ho detto tutto: dal primo incontro con Minghao alla chiamata di papà che ho origliato.

Le ho detto anche del bacio e si è messa a piangere quando l'ha sentito.

Mi sembrava di vedere una lettrice di un libro che piange sul lieto fine dei suoi personaggi preferiti.

Peccato che il nostro non sia un lieto fine, non ancora almeno.

-Cosa posso fare mamma? Voglio aiutarlo, voglio tirarlo fuori di lì!- dico alla fine del mio racconto.

Mia mamma guarda la sua tazza di the pensierosa.
Resta in silenzio per un po', mentre io sorseggio il mio the attendendo una perla di saggezza.

-Tesoro...sono molto in difficoltà- mi rivela però lei alla fine.

Mi sento il mondo cadere addosso, ma non demordo.

-Ci dev'essere qualcosa che possiamo fare!- dico io.

Lei continua a rimanere in silenzio.

So che è quel tipo di silenzio di chi sa cosa dire ma non vuole azzardarsi.

-Sputa il rospo- le dico accennando un sorriso.

Lei però mi guarda un po' giù.

-Abbiamo già provato una volta a denunciare tuo padre e sai com'è finita- mi dice lei con un tono triste.

Sapevo che le era venuto in mente questo.

-Sai che ha amici in polizia e non gli possono fare niente...-continua lei.

-Sí mamma lo so, ma pensaci. Non gli hanno fatto niente se non obbligarlo a trasferirsi l'ultima volta, è vero, ma era diverso! Quella volta abbiamo denunciato il fatto che fosse violento e che picchiasse suo figlio e sua moglie- inizio con un groppo in gola.

Parlare di queste cose non è mai facile.

-Però questa volta lo denunceremo perché dirige un'azienda di contrabbandieri di quadri falsi, trattiene dipendenti in condizioni pietose e li sfrutta. Minghao ha sicuramente tutte le informazioni che ci aiuterebbero a incastrarlo, visto che è lui che è andato lì!-

-E se finisse nei casini anche lui?- mi chiede mia mamma.

-Ma no non gli faranno niente, non è colpa sua se è in quella situazione!- replico io.

-Ne sei proprio sicuro?- mi chiede mia mamma.

La guardo storto.

-Cosa intendi?-

-Non so...magari anche lui non è proprio innocente e non ti ha raccontato tutta la verità...- mi spiega lei guardando attorno a se come per evitare il mio sguardo.

La guardo stra confuso.

-Pensi che mi mentirebbe? No mamma, lo conosco ormai!- le dico io.

Non posso credere che non creda a quel che le dico.

-Non sto dicendo questo...è che se suo padre è amico di tuo padre non so quanto sia affidabile...- continua lei.

La guardo sbalordito.

Ecco perché Minghao non voleva sapessi la sua vera identità, il suo nome.

-Ma mamma, lui non è così, te lo assicuro! E poi dobbiamo aiutarlo non...non posso lasciare che papà gli faccia del male- le dico sentendomi scaldare.

Lei mi guarda dispiaciutissima.

-Non mi aiuterai, vero?- le dico sentendo il mio cuore spezzarsi per un attimo.

Lei si alza dal tavolo e viene ad accovacciarsi accanto alla mia sedia.

-No amore mio, se questo è quel che vuoi ti aiuterò. Dico solo che già ci siamo incasinati con un pazzoide, sei sicuro che vuoi rischiare di nuovo?- mi chiede lei guardandomi negli occhi.

Le prendo le mani.

Ci penso un attimo...sto mettendo in pericolo anche lei.

Tengo davvero così tanto a quel ragazzo?

Sì.

-Mamma io...credo di essermi davvero innamorato- le dico sorridendo sentendo gli occhi pizzicarmi.

Gli occhiali da vista di mia mamma si appannano.

Lei se li toglie, poi si alza e mi tira in piedi a mia volta.

-Sono fiera di te amore mio- mi dice abbracciandomi.

-Scusami- le rispondo io, stringendomi a lei.

-E di cosa? L'importante è che tu sia felice- mi dice lei tirando su col naso.

Cosa ho fatto per meritarmi una mamma del genere?

Finite le smancerie mamma inizia a frugare fra i vecchi tabulati e documenti che mio padre ha lasciato qui quando si è trasferito.

Ci serve sapere dove sia esattamente quel posto, altrimenti col cavolo che riusciamo a fare qualcosa.

-Junhui vieni, ho trovato qualcosa- dice mia mamma chiamandomi dalla soffitta.

Vado da lei.

Sta guardando una specie di attestato. Sopra c'è una foto con un capannone messo un po' male.

Sotto di essa un indirizzo è stampato in grande.

-Sali in macchina- mi dice mia mamma dandomi una leggera spintarella verso l'uscita.

Faccio per andare, ma poi mi volto a guardarla. Ha l'aria combattuta.

Un tempo amava mio padre e ora sta per denunciarlo, di nuovo.

Torno da lei.

-Sicura che va ti va bene questa cosa? Intendo, denunciare papà- le chiedo.

Lei mi guarda e i suoi occhi sembrano più sicuri che mai.

-Ho già denunciato quell'uomo una volta perché faceva del male a mio figlio. Questa volta mi assicurerò che finisca dietro le sbarre- mi dice.

Mi sento subito più forte.

Mia mamma ha teso la mano a me e grazie a lei mi sono rialzato.

È arrivato il momento che allo stesso modo io tenda la mia mano a Minghao.

·• 𝐻𝑒'𝓈 𝒾𝓃 𝓉𝒽𝑒 𝓇𝒶𝒾𝓃 •· // JunhaoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora