CAPITOLO 44

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Era li, era lui con il suo sorriso incastonato tra due fossette, i suoi occhi verdi sfumati e i capelli più lunghi di due anni fa ma solo questo cambiava di loro.<<oh tesoro! Finalmente sei a casa, hai visto chi è venuto a trovarci?>>disse mio padre appoggiando, con totale disinvoltura, la mano sulla spalla del riccio <<Harry?>> chiesi quasi titubante con la paura che fosse solo uno scherzo provocato dallo stress di quei giorni, temevo ma allo stesso tempo speravo che non fosse realmente li nel mio salotto.
<<sono io, Angelo>> mi sorrise lievemente con un espressione sincera e quasi nostalgica, e in quel momento tutto il tempo passato da quel giorni di ormai anni fa, sembrava solo il giorno prima, come poteva tutto quello che avevo provato, pensato e persino deciso in questo lasso di tempo scomparire in un attimo?
<< ma, solo oggi ho visto un servizio alla tv in cui annunciavi che saresti tornato in Italia presto>> chiesi cercando di raccogliere le borse e il loro contenuto ormai sparso sul pavimento freddo <<il servizio risale a qualche giorno fa>> rispose calmo avvicinandosi a me aiutandomi con le borse. <<ah capisco>> sussurrai impaccia cercando di ributtare giù le lacrime e le emozione accumulate.
Una volta sistemate le borse, Harry si prese la premura di portarmele lui << spero non ti dispiaccia se ti do una mano a portarle in camera tua>> disse ormai a metà strada. Come poteva comportarsi così tranquillamente dopo tutto quello che era accaduto? Aveva davvero scordato tutto.
<<okay>> dissi avanzando davanti a lui mostrandogli la strada <<Harry spero non ti spiaccia aspettare ancora un'ora per la cena>> urlò mia madre dalla cucina <<non si preoccupi, Angelo mi terrà compagnia>>disse solare. Ma che stava prendendo a tutti? Nessuno si ricorda che io e Harry ci eravamo lasciati?
<<non sono una buona compagnia>> dissi secca aprendogli la porta della mia camera.
Harry ignorò la mia risposta ed entrò in camera lasciando le buste vicino al letto, si guardò più volte in giro con una espressione curiosa sul volto, si avvicinanò alla parete ricoperta di disegni, foto e frasi scritte in pennarello, amavo circondarmi di frase che per me avevano un significato.
Si piegò leggermente a guardare una foto in cui eravamo io che davo un bacio sulla guancia a Giulia che portava sulla schiena Althea e Marco che stringeva tra le braccia Erica <<gli inseparabili più uno>> esclamò sorridendo voltandosi verso di me indicandomi la foto, io risposi con un sorriso educato, anche se sorridere era l'ultima cosa che avrei voluto fare in quel momento.
Si sposto più volte, ispezionò tutto il muro per un lungo lasso di tempo finché si soffermò su una frase scritta in rosso troppo piccola, da dove ero da riuscire a leggere. Harry la staccò lentamente stando attendo a non staccare alto, si voltò verso di me con uno sguardo cupo << baby please don't go, stay with me>> la sua pronuncia nascondeva un lieve accento francese <<c'è scritta la data di quella sera>> ingrigì lo sguardo, il cuore mi si fermò. Avrei voluto scoppiare a piangere.
<<mi volevi con te?>> mi chiese attaccando il foglio di nuovo alla parete, alla sua domanda non risposi <<perché non hai cercato di fermarmi? Io ho provato a portarti in America con me, tu non hai nemmeno provato a fermarmi>> esclamò soffermandosi sull'ultima frase, era ferito, lo si capiva dal suo sguardo cupo.
Di nuovo non risposi.
<<se mi avessi detto perlomeno di rimanere con te avrei mandato a puttane l'America>> prese fiato <<Angelo se mi avessi almeno dato un altra possibilità o fatto anche solo credere che esisteva una minima possibilità di essere perdonato, non me ne sarei andato in quel fottuto posto cazzo!>> alzò la voce. Si passò più volte la mano sul viso. Di nuovo non risposi, non avevo il coraggio di parlare ne avevo le forze per farlo, mi appoggiai al letto e chiusi il viso tra le mani. Si sedette al mio fianco, spostò le mani dal mio viso <<mi sarebbe bastato una fottuta parola>> disse a denti stretti, cercava di mantenere la calma. <<ti prego parla>>mi supplicò. Il respiro era affannoso il cuore accelerò il battito e le parole mi morirono in gola, cosa avrei potuto dire o fare? <<s-scusa>> sussurrai in lacrime, si alzò e si avvicinò alla mia scrivani appoggiandosi ad essa.
<<perché sei tornato?>> presi coraggio e continuai la frase <<sei andato in America e non ti sei più allontanato per due anni, perché di punto in bianco decidi di tornare?non hai persino una fidanzata laggiù? Perché sei qua cazzo!>> urlai l'ultima frase piangendo. Volevo delle spiegazioni.
Harry sospirò quasi infastidito <<non voglio nessuno in quel fottuto posto>>si passò la mano nei suoi ricci. <<ricordi? Tempo fa mi scusai con te perché ti avevo strappato alla tua normalità ma al tempo stesso ti confessai che anche se ti avrei lasciata libera sai tornato da te, perché mi è impossibile allontanarmi da te>> proseguì <<sono tornato per te Angelo, dopo due anni non posso andare avanti a vivere così>> disse con in viso un'espressione a dir poco distrutta e stanca sul viso. Allora lui era tornato per me... "no cuore non ora" pensai stringendomi il lembo di tessuto sopra il cuore.

~spazio autrice~
Wow è il primo spazio autrice che scrivo ma dato che state aumentando mi farebbe piacere interagire un po' di più con tutti voi❤️ allora prima di tutto mi scuso per aver pubblicato dopo cosí tanto tempo, e per secondo volevo sapere cosa ne pensate della storia, dei personaggi e del modo in cui scrivo, magari nei commenti❤️ grazie infinite per tutto davvero❤️ vostra hachilove

It's our destinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora