CAPITOLO 22

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era da tempo che non vedevo Giulia era venuta alcune volte in ospedale a trovarmi ma non ero un bello spettacolo, non che ora sia una bellezza mozzafiato ma di certo questa settimana da Harry mi ha giovato, la pelle era ancora tinta di quel bianco malaticcio ma le gambe stavano riprendendo una forma naturale e sana. << ti giuro che appena aveva risposto la cameriera mi sono presa un colpo, avrei giurato di aver sbagliato numero!>> esclamò addentando un pezzo della sua ciambella alla glassa e zuccherini << ma quindi vivete insieme?>> chiese un po imbarazzata << in teoria dovrebbe essere una cosa temporanea, fin ché non mi sarò rimessa completamente...>> la informai << dio! che gran botta di culo! è una gran figo>> proseguì lei dandomi una gomitata alla spalla << dovevi sentire mio fratello quando l'ha saputo! la cameriera gli fa "richiami più tardi, la signorina è in camera del padrone in questo momento" mio fratello sarebbe stato capace di arrivare li e staccarmi la testa!>> Giu rispose con una fragorosa risata, quasi le usciva il Milkshake alla pesca dal naso << tesoro ma allora parlando di cose hot>> disse passandosi un fazzoletto sulla bocca per pulirsi in totale tranquillità << ma ci sei mai stata a letto con lui?>> sussurrò guardandomi maliziosa. divenni rossa << no, capito. amica mia sei peggio di un libro aperto di sicuro ha capito che sei vergine!>> disse con una totale nonchalance incredibile, nonostante gli occhi dei clienti del locale erano su di noi. <<adesso vedi che ci facciamo buttare fuori... aspetta che chiamo anche Althea e Marco, prima che ci beccano e se la prendano a male>> disse lei e dopo 10 minuti usciamo dal locale per andargli in contro.

vidi marco con un paio di All star nere alte, jeans scuri e una maglietta bianca e Althea con il classico vestitino a fiori e le ballerine bianche, corrermi in contro ad una velocità pazzesca quasi mi hanno travolto. Marco mi strinse forse e mi poggiò la testa sul suo petto e Althea ci strinse entrambi << tesoro non ti preoccupare! gliela faremo pagare a quel mostro!>> disse Althea in lacrime << si! giuro che lo castro con le mie stesse mani! è l'ultima volta che porterà via la verginità così ad una ragazza innocente! >> disse accarezzandomi dolcemente la testa <<eh?!>> esclamai arrossendo, appena Mar mi vide esclamò << ma qui c'è ancora puzza di verginella!>> disse fulminando Giu che nel frattempo si era lateralmente buttata a terra dal ridere << che gli hai detto!?>> esclamai alzandola di peso << se non mi inventavo una palla del tipo che Fontaine era un maniaco sessuale ci avrebbero impiegato ore a prepararsi... sto parlando di te mar!>> disse indicandolo con l'indice. Ad un tratto sentii il telefono squillare, lasciai quei tre in preda ad una lite e risposi << pronto?>> chiesi fra una risata e l'altra <<Angelo!? era ora mi rispondessi!>> urlò nervoso Harry << eh? oh scusa al Milkshake non prende molto bene>> mi scusai << dovevi avvisarmi cazzo! te ne sei andata su due piedi!>> imprecò di nuovo <<Harry scusa dopo il bagno dormivi e non ci ho pensato...>> sussurrai intimorita dal timbro di voce che usava << ora vengo a prenderti! dove sei?>> disse nervoso e frustrato <<al Milkshake vicino alla mia scuola, mi vuoi spiegare che sta succedendo?!>> chiesi << no. stai ferma che sono all'angolo>> disse, e un attimo dopo vidi lo sguardo di Mar scontrarsi contro la vernice metallica blu della decappottabile di Harry, dalla quale scese a gran passi verso di me, aveva un paio di Rayban, una camicia nera, dei jeans scuri e due stivaletti neri di pelle. arrivò davanti a me ignorando completamente i miei amici, mi prese il polso e si tirò sui capelli gli occhiali, buttandomi addosso quei due occhi verdi che si incrociarono ai miei. i suoi occhi svelarono un velo di preoccupazione e rabbia che nascose subito dietro al paio di occhiali.

senza dire una una parola mi trascinò in macchina, dalla sua presa capì che era infuriato, ma comunque non si doveva permettere di trattarmi in quel modo non ero un oggetti di sua proprietà così protestai << Harry fermo! spigami!>> gli ordinai spaventata dalla sua reazione << non devi farlo mai più>> ringhiò dandomi le spalle mi fece salire a forza sulla sua auto con un cenno di scuse salutai i miei amici rimasti li senza parole... mi veniva da piangere. che gli stava succedendo?

<< perché mi hai trattata così? non sono di tua proprietà né sei un mio genitori non mi puoi obbligare a dirti dove vado, con chi e quando.>> lo avvisai seria, fredda anche se dentro morivo. lui fece una risatina sarcastica << si che devi cara mia>> sussurrò con un ghigno sul viso << tu mi appartieni dal momento in cui sei nata, da quando hai inalato il tuo primo respiro>> fece una pausa << non dimenticarlo mai>> esclamò in totale calma quasi glaciale. una calma che mi irritò << tu vedi di non dimenticare che non appartengo a nessuno... non ti aspettare che accetti questa tua condizione>> risposi fredda. << lo immaginavo è difficile domare una tigre... ma non impossibile>> ribatté lui con una totale ed irritante calma sul suo viso abbozzava addirittura un sorriso. arrivammo a casa sua per l'ora di pranzo. non pranzai avevo come qualcosa di pesante alla bocca dello stomaco, presi e andai in soffitta circondata da cose vecchie e impolverate e mi accucciai vicino a una finestra dove i pochi riflessi, che riuscivano a trasparire da quella finestra impolverata, mi scaldavano la pelle. dove andavo avevo bisogno del mio spazio personale dove nessuno viene:a casa mia c'era la mia camera dove i miei entravano solo in casi eccezionali, a casa dei miei nonni il giardino sul retro, all'ospedale la terrazza. sono sempre stata una abbastanza asociale, da piccola non mi piaceva mettermi in mostra mi bastava quell'angolo dove potevo stare tranquilla e isolata dal resto del mondo. dove le mie fantasie prendevano il sopravvento. non mi fidavo delle persone, mi fidavo solo dei miei familiari e di quei tre ragazzi Giu, Al e Mar. e poi conobbi Antoniet di cui mi fidai ciecamente fin dall'inizio cosa poco prudente e forse pure strana. probabilmente per il fatto che mi è stata sempre accanto e che mi abbia parlato di Harry quando nessuno dei miei famigliari si era intenzionato a farlo e poi... bhe poi c'era l'uomo misterioso a cui sono stata affidata da quando sono nata, lui che non mi faceva capire com'era veramente, lui che l'unica volta che mi aveva parlato del suo passato quando ero in coma ed era, probabilmente, sicuro che non lo stessi ascoltando, l'uomo con cui ora convivo e quello che giorno per giorno sta facendo crescere qualcosa in me, l'uomo che proprio in quel momento salì il soffitta con un vassoio con su il pranzo. << se digiuni peggiori solo le cose>> rimproverò freddo sedendosi davanti a me mettendo in mezzo il vassoio, mugugnai un verso di disapprovazione. << ti piace questo posto vedo... io non ci vengo mai, non amo la roba vecchia, non amo ricordare e rimuginare sul passato>> disse prendendo da un cassetto impolverato alcune vecchie foto facendosele passare davanti << vivi il presente>> sussurrai << ma a volte non mi dispiace>> replicò << vedere le persone che oggi non ci sono più, in bei momenti che sorridono o ridono>> proseguì sfogliando piano le foto << anche se lo faccio raramente... ricordare il passato intendo>> sentenziò alzandosi e mettendosi dietro di me poggiando delicatamente il suo petto contro la mia schiena e accostando il suo viso al mio stringendomi tra le sue braccia << non avrei dovuto portarti via così dai tuoi amici... scusa>> mi sussurrò all'orecchio << non farlo mai più... non privarmi della mia libertà>> chiesi << tigre io ti proteggo... da la gente che c'è la fuori... gente che vuole il tuo male>> fece una pausa << avvisami la prossima volta ok?>> mi pregò baciandomi il collo << ancora sulla faccenda di cui non posso sapere vero?>> mi voltai guardandolo negli occhi << non è il momento... mangia piccola, che ti voglio in forze per domani sera>> cambiò di nuovo discorso << domani sera?>> replicai << ti avevo parlato di alcune feste no?>> sollevò gli angoli della bocca in un ghigno << dovrò mettere tacchi e vestito?>> chiesi stizzita << se vuoi te li metto io>> disse sarcastico o almeno speravo che lo fosse.

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