CAPITOLO 51

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Era così confuso.
Mi svegliai nel mio letto con addosso solo l'intimo e il trucco tutto sbavato: la sera prima... Era un ricordo così confuso,sfuocato.
Cercai di focalizzare il ricordo: ero alla festa con il vestito scelto poco prima di essa, conobbi i nonni, gli zii e i parenti di Harry compresi gli amici più intimi. Ero imbarazzata lo ricordo bene; ricordo il padre di Harry tornare dopo essersi assentato per una telefonata... E poi fece un'annuncio.
Sentii uno strappo dolorosissimo al cuore. Il padre di Harry annunciò la caduta del suo jet.
Ricordo di aver lasciato che le gambe cedessero.
Harry era scomparso in mare mentre tentava di tornare da me.
Ricordo il silenzio e gli sguardi che mi avvinghiarono in una stretta soffocante.
Il mare era un ricordo felice della mia infanzia, ricordo mio padre che con mio fratello giocavamo con la sabbia, ricordo il sorriso della mamma mentre ci guardava in acqua mentre io e Miky tentavamo invano di buttare in acqua nostro padre.
Ricordo la prima vacanza a diciassette anni senza i genitori, ne mio fratello; io,Giulia e Althea al mare e le serate sulla riva mente ci passavamo una birra e ricordavamo momenti passati insieme.
Il mare era un ricordo felice. Ora uno infelice.
Il mare silenzioso e grigio aveva inghiottito la mia rosa nera.
Ero in una stanza circondata da una centinaia di persone, eppure mi sentivo tremendamente sola.
In una atto di isteria presi il telefono tentando più volte in vano di chiamarlo.
<< il numero da lei cercato potrebbe essere spento o non raggiungibile riprovi più tardi. Grazie e arrivederci>>
Piangevo come una disperata in preda ad un attacco di panico, continuavo a ripetere il suo nome e vagavo senza una meta nella mia stanza.
Mi Sentivo annegare nella disperazione. Il Corpo tremava, non potevo fare nulla ero inutile. Non potevo aiutarlo, non avevo idea di dove fosse. Non avevo idea se il suo cuore batteva ancora o se era un corpo freddo. Una terribile immagine si fece spazio tra la mia mente.
Harry ormai privo di sensi, con un colorito morto, che affondava sempre più giù con i sui ricci coloro castano che fluttuare nell'acqua. Sembrava volare. Aveva gli occhi socchiusi come la bocca, tendeva le mani verso la superficie come se aspettasse che qualcuno che gli prendesse le mani. Aspetta qualcuno che lo avrebbe tratto in salvo. Ma nel frattempo andava sempre più affondo.
Mia madre entrò in camera cercando di calmarmi stringendomi
Tra le sue braccia ma la sua immagine mi tormentava.
<<Angelo ti prego calmati! Tranquilla piccola mia!>> mi sussurrava all'orecchio accarezzandomi la fronte.
Dopo una buona ventina di minuti mi calmai. Ero sfiancata e mi sentivo come se stessi per scoppiare da un momento all'altro.
<< tesoro c'è un pacco per te giù... Io e papà ci siamo permessi di aprirlo, è da parte sua>> disse preoccupata << voglio vederlo>> affermai <<Angelo aspetta qualche giorno, ora non credo->> la fermai e mi alzai scendendo le scale.
Attaccato alla parete coperto da un sottile strato di celofan, c'era il vestito da sposa più bello che abbia mai visto in vita mia. Era bianco con una scollatura a cuore la parte sotto era morbida, sobria, a sirena e sul fondo dell'abito c'era una decorazione in svaroscky.
Le lacrime iniziarono a sgorgare senza fermarsi.
Mio fratello tentò di stringermi tra le sue braccia ma io mi allontanai e mi diressi verso il vestito.
Notai una busta attaccata, l'aprii:
" Cara tigre;
Grazie perchè nonostante tu abbia conosciuto la vecchia persona che io ero e le mie vecchie intenzioni hai comunque accettato di diventare mia. Questo è la prima tessera della nostra storia. Ne avremo ancora da creare insieme.
Ti amo, a piccola.
P.s guarda meglio nella busta se non l'hai ancora visto"
Frugai nella busta e lo vidi.
L'anello di fidanzamento.
Strinsi la lettera a me e scoppiai in lacrime di nuovo, senza sosta.
Mia madre mi riportò in camera e mio padre portò il vestito anch'esso con me. Non erano molto sicuri di voler lasciare con me il vestito, ma non volevo sentire ragioni.
Ero nel buio triste della mia stanza. Seduta davanti al mio bel vestito che avrei dovuto indossare quel giorno d'estate. Indossavo il suo anello e stringevo tra le braccia la sua lettere e piangevo. Non ho idea da quanto tempo piangevo, potevano essere minuti o ore. Non mi importava.
Volevo solo lui, e lui era chissà dove, forse ancora vivo, o forse no.
Senza accorgermene ero davanti allo specchio della mia camera con indosso il vestito da sposa.
Chiusi gli occhi e quando li riaprì lui era li che mi cingeva la vita, mi baciava il collo solleticandomelo con i suoi ricci. E sorrideva, con le fossette che gli incastonava il sorriso.
Gli occhi erano chiusi.
La mia figura era triste, avevo le guance rigate dalle lacrime e un sorriso triste.
<<amore dove sei?>> continuai <<non puoi essertene andato ora che ti ho ritrovato>> sussurrai mentre la sua figura scompariva nel nulla.

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