CAPITOLO 29

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<< sveglia tigre>> sentii una mano percuotermi il braccio, > sentii una mano sotto la maglietta, a quel tocco balzai in piedi > urlai ma persi l'equilibrio cadendo di nuovo sul... letto? > chiesi tastando il tessuto di seta > disse accarezzandomi il viso. > lui rise e si stese sul letto, mettendosi le mani dietro la nuca, poggiandomi delicatamente sul suo petto iniziandomi ad accarezzare con dolcezza. > prosegui << ne abbiamo passate tante da quando ci siamo incontrati, tra il tuo ritorno in Italia, il coma, i tuoi, tuo fratello e infine di quel bastardo di Gregor ora dobbiamo solo concentrarci su di noi, sopratutto su di te che devi tornare in forze, tornare la tigre aggressiva e forte di un tempo. Ho visto in aereo porto come ti imbarazzavi agli sguardi cattivi della gente, quando cercavi di nasconderti dietro di me, quando abbassavi lo sguardo e abbozzavi quel mezzo finto sorriso ai miei  “tutto bene?” mi si spezzava il cuore, dovevo proteggerti avevo il dovere di farlo, sapevo che lui primo o poi avrebbe agito, non importa quante guardie abbia assunto per proteggerti, lui era avanti ad ogni mia mossa e alla fine era riuscito a portarti via da me prendendo due mesi della tua vita. Vita che avresti dovuto vivere per davvero, non questa. Questa non è vita, ti ho portata via dai tuoi genitori senza darti modo di dire la tua e me ne pento, ora sarebbe stato giusto lasciarti tra i tuoi amici che portarti da uno stato all'altro inseguiti dai miei problemi, scusami Angelo, vorrei lasciarti libera, ma so che tornerei a prenderti e portarti via di nuovo dalla tua realtà>> sussurrò con la voce spezzata e gli occhi lucidi abilmente nascosti sotto il suo muscoloso avambraccio. Ad ogni sua parola il mio cuore batteva sempre più forte, non pensavo che soffrisse tanto per me, non credevo che sentisse i sensi di colpa ad avermi con lui. Sono io quella a doversi sentire in colpa, lui mi ha dato una visione del mondo diversa, mi ha dato tutto il suo cuore e io l'ho respinto più volte, ora come ora lui per me era indispensabile, non potevo ne volevo pensare ad una realtà in cui lui non c'era, in questi mesi quando avevo bisogno lui c'era, quando quella sera in cui il giornalista mi aveva messo le idee in chiaro era stato lui a consolarmi “a suo modo”, quando tornai a casa non gli dissi niente, nonostante la sera prima mi avesse detto cosa provava, quel giorno volevo solo scappare dai miei nonni e i loro segreti, senza pensare a lui, lui che pian piano ha preso il mio cuore, senza che io me ne accorgessi, aveva distrutto sia la maschera che la corazza che mi portavo da anni e con lui, solo, mi sono aperta completamente. Sia letteralmente che non.

Mi misi su di lui, gli spostai l'avambraccio dal viso e gli asciugai le lacrime > mi avvisò spostando lo sguardo da un altra parte, gli riportai lo sguardo su di me << se solo tu mi lasciassi alla mia “realtà” o come la chiami tu, sarei io stessa a tornare da te. Non mi importa di quei due mesi, che i ricordi tornino o no,sono mesi che non ho passato con te ma con un uomo, o se si può chiamare così, che ha consumato la sua vendetta. Non devi sentirti in colpa se non avessi voluto rimanere qua con te ora me ne sarei già andata, sai come sono, una tigre. Ma invece sono ancora qua con te con il cuore in mano e con la costante paura che un giorno, tu te ne andrai. perché è vero niente può assicurarci che staremo per sempre insieme e so che quel giorno sarò a pezzi, il mio cuore non sarà a pezzi ma letteralmente polverizzato. Ora sei diventato troppo importante...>> dissi stringendomi al suo petto e serrando gli occhi sperando che lui non scompaia come un bel ma impossibile sogno << ti ho aspettata per sedici anni e pensi che me ne andrei ora?>> chiese alzandomi il viso, lo baciai e via via quel bacio diventava sempre meno casto, le mani si muovevano finché entrambi non ci spogliammo con lentezza e dolcezza, gli tolsi la camicia mentre lui faceva lo stesso con i suoi jeans, per poi passare ai miei vestiti, finché entrambi eravamo rimasti in intimo, ma poi scomparve anche quello. Poggiò le sue labbra sulle mie in un bacio passionale dopo di ché le sue labbra si spostarono sul mio collo, si muoveva dolcemente dentro di me, mi stringeva sempre di più a lui ad ogni movimento, gemetti il suo nome un sorriso si abbozzò sulla sua espressione di piacere. > disse accarezzandomi i capelli mentre ero di fianco a lui abbracciati sotto le coperte di seta. > dissi strofinando il mio naso contro il suo. Lui mi prese il viso tra le mani e poggiò le sue labbra contro le mie in un bacio tutto purché casto. > sentimmo una voce fin troppo familiare e drizzammo in piedi. Mi coprii con il lenzuolo > gli chiesi in panico a voce bassa << che cazzo ne so?!>> esclamò sistemandosi i ricci cercando di non farsi sfuggire una risata nervosa.

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