CAPITOLO 13

127 6 0
                                    


Harry mi accompagnò a scuola, durante il viaggio non disse nemmeno una parola, rimase freddo.

Io continuavo a guardare dal finestrino il paesaggio fin chè non arrivammo a destinazione, notai dai finestrini oscurati la gente che guardava il bolide blu metallico di Harry, mi mise in soggezione la cosa, ma un minuti in più e il cuore non avrebbe avuto il coraggio di scendere, continuavo a pensare se dopo avermi accompagnata avrebbe preso il primo volo e se ne sarebbe tornato in Francia o se sarebbe rimasto qui.

<<Harry... ascolta>> dissi stingendo un manico della cartella, recuperata poco prima di ripartire. <<dimmi>> ringhiò freddo, non riuscivo a parlare, le parole si erano bloccate in gola, sentii la sua grande mano poggiarsi sulla mia guancia e con delicatezza portarmi verso di se per poi baciarmi ancora, la tensione se ne andò di colpo quando le nostre bocche si unirono di nuovo, le mie mani si aggrapparono ai lembi della sua camicia, era una richiesta di lui, che Harry accolse subito. Mi strinse forte a se, sentivo il battito del suo cuore, nel mio stomaco c'era una sfuriata di farfalle. La mia mente era annebbiata dalla sua immagine, solo dalla sua. Tutto venne interrotto da quell'assordante suono squillante della campanella di inizio lezione, si staccò di pochi centimetri da me e mi sussurrò <<devi andare...>> io accennai un si con la testa e corsi fuori dall'auto, ero stordita dall'accaduto.

Quando entrai a scuola davanti alla porta della mia classe notai Giulia sull'attenti ad aspettarmi, appena mi vide scoppiò in una fragorosa risata, <<dio, sei rossissima! Ma che hai fatto?>> disse coprendosi la bocca e con l'altra mano tenendosi la pancia. <<mh? Che vuoi dire?>> dissi scherzosa ma incuriosita, appena mi raggiunse tra una risata e l'altra, mi porse uno specchietto e vidi il riflesso del mio viso completamente rosso, volevo morire dalla vergogna, sembravo un pomodoro con braccia e gambe <<chi ti ha ridotta così, sentiamo?>> disse scherzosa <<emh eh...>> dissi, poi prendendola per l'avambraccio e la portai di corsa verso i bagni delle ragazze chiusi la porta con una scopa. << ma sei stupida o cosa? Se la bidella scopre che è chiuso chiamerà la preside>> disse. <<è stato Harry...>> lei sbiancò <<Harry?! Quel Harry?!>> chiese confusa, <<si...>>dissi cercando della terra o la bb creme nello zaino per nascondere il rossore in viso. <<racconta che è successo!>> disse guardando il mio riflesso nello specchio. << ci siamo baciati...>> dissi coprendomi il viso << e sei rossa per questo?>> disse cercando di trattenere la risata <<piantala di ridere! Non me lo aspettavo!>> puntualizzai io <<dai, dimmi dove e quando!>> disse come un ordine << stamattina prima nella vietta “sperduta”, poi nella sua macchina!>> lei scoppiò a ridere <<eh bella furbina, comunque è un gran figo>>disse ridendo. La bidella, come avevamo intuito, ci sgridò non appena riaprimmo la porta credendo che ci eravamo chiuse in bagno per  fumando di nascosto e ci cacciò in classe dove ci aspettò la seconda sgridata dalla professoressa. Ma per fortuna la preside non ne venne a conoscenza. Mi sentivo bollire dentro, sentivo il calore delle sue labbra sulle mie, il suo profumo, lui così vicino a me.

Sentivo il cuore mi batteva forte quasi una tamburo, non riuscivo a pensare a altre che a lui, avevo paura di ciò che stavo incominciando a provare per Harry, sapevo che se i miei sentimenti sarebbero mutati, avrei potuto fare di tutto. Dio, Harry che mi stai facendo? Continuavo a chiedermi imperterrita nella mia, mentre la professoressa di storia stava riassumendo per la quarantesima volta lo stesso capitolo da due settimane.

It's our destinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora