CAPITOLO 52

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Si dice che la notte porti consiglio, ma si dice anche "se lo ami davvero lascialo andare e se era amore lui tornerà da te"
Una volta lui era già tornato, ora che se n'era andato di nuovo, sarebbe tornato un altra volta?
La mattina fu disastrosa: i telegiornali, come anche le radio e il giornale quotidiano parlavano del giovane milionario scomparso e della sua "fidanzatina" pronta per l'altare distrutta dal dolore. Come se davvero avessero una mia intervista in cui parlavo della sua scomparsa.
Erano troppo affamati di notizie e annebbiati dalle loro bugie per cercare le verità. O meglio cercare Harry. La gente lo dava già per morto
Senza una prova né un corpo.
Persino i suoi stessi genitori, i signori Fontaine, meditavano sulla dolorosa scelta di mettere un nuovo nome alla tomba familiare.
Non riuscivo a vederlo morto, non riuscivo a vedere il suo nome su una lapide.
Come poteva esserci capitato una disgrazia simile dopo che finalmente sembrava tutto normale?
Mi svegliai con il rumore del campanello che suonava insistentemente.
Mi rigirai più volte nel mio letto, la sua immagine sembrava perseguitarmi.
Sentii qualcuno fare di corsa
Le scale fino ad arrivare alla mia porta, era mia madre che mi avvinghiò le sue braccia al collo continuando a sussurrarmi di essere forte. Dentro di me sapevo già di cosa stesse parlando ma continuavo a sperare lo stesso che non fosse quello.
<< hanno ritrovato il suo corpo piccola!>> disse stringendomi tra le sue braccia.
Era morto.
Harry Fontaine era morto.
Morto in un incidente aereo.
Morto mentre tornava da me, per un mio capriccio.
Sentii il cuore perdere di nuovo un battito.
Il pianto iniziò ad essere frenetico, il respiro sembrava cessare, continuavo a singhiozzare senza riuscire a rimanere ferma.Il panico si era impossessato di me. Mia madre tentava di calmarmi, mi urlava di tranquillizzarmi, ma non volevo calmarmi, volevo lui. Continuavo a ripetere "torna" finché mia madre non mi prese per le spalle scuotendomi <<non tornerà Angelo!>> scoppiò anche lei in lacrime << è morto piccola mia, morto!>>urlò di nuovo senza smettere di percuotermi.
Da quel momento smisi di parlare, di mangiare, uscire e mi muovevo a malapena. Scrivevo lettere per lui che nascondevo sotto il materasso.
Mi teneva in vita la speranza di ritrovarlo e tenerlo al mio fianco per il resto della vita, e ora? Ora che avevano ritrovato il corpo che cosa mi teneva ancora qua? Nulla.
Non permisero di vedere il corpo per il condizioni in cui era ridotto. Avevano già sigillato la bara per il funerale.
Era un grande chiesa piena di persone velate di tristezza. Chi più e chi meno. C'era gente che mi dava la colpa dell'accaduto e mi guardava con sguardo cattivo;avevano ragione se quel giorno avessi evitato di piagnucolargli al telefono chiedendogli di tornare lui sarebbe ancora vivo e tutto questo si sarebbe evitato.
Era iniziato con lui che voleva morta me ed ora sono stata io a togliere la vita a lui... Che amara ironia.
Il funerale terminò e caricarono la bara sulla macchina funebre.
Iniziai a correre :Correvo affianco al veicolo che lo stava strappando dalla mia vita. Erano giorni che non mi muovevo ne mangiava, persino i crampi dello stomaco si erano arresi, mio padre dovette aiutarmi persino a muovermi per arrivare al funerale eppure in quel momento correvo come se non sentissi la stanchezza.
Non mi importava se la gente mi guardava male o mi derideva. Nessuno poteva capire, nessuno solo noi, ora solo io.
Lui si era spento, come le cose più belle era destinato a sparire.
Il destino non ci voleva uniti nel matrimonio e allora aveva fatto in modo di fare cadere quel jet.
Di lui era rimasta solo
Una lapide a ricordarne l'esistenza.
Il mio corpo si indebolì di colpo facendomi cadere a terra pesantemente.
Non riuscivo più ad alzarmi, né a muovermi ma sapevo di essermi fatta qualcosa di grave alla testa perchè dopo la caduta sentivo tutto come se fosse cotonato e la vista era offuscata.
riuscì a intravedere dei paramedici cercare di parlarmi e farmi domande ma dato l'udito "cotonato" faticavo a capire. Mi bendarono la testa. Vedevo le loro mani bagnate di sangue,il mio.
Mi risvegliai nell'ospedale ricoperta di macchinari. Non ero in grado nemmeno di respirare da sola, ma che avevo fatto?
Riuscii a muovere una mano, non mi importava cosa era successo né come.
Doveva finire tutto. Subito.
Staccai i fili dal mio corpo, era finita.
La vita scivolava piano dal mio corpo, una figura si focalizzava davanti a me con un sorriso tra due fossette e un sguardo verde e furbo. <<è ora di andare tigre>> sussurrò l'unico uomo che abbia mai amato: Harry.
Allungai la mano e mi avvinghiai a lui stringendolo forte, mi
Voltai verso quel letto d'ospedale dove c'ero io: il corpo di una piccola
Ragazza esile priva di vita, con un sorriso stampato in viso...un sorriso
Che mancava da tempo.
Una luce sembrava chiamarci con aria seducente gli strinsi la mano e mi avviai con Harry verso di essa per il nostro per sempre.

CONTINUA.

~spazio autrice~
Bhe siamo arrivati al penultimo capitolo! So che con questi attacchi di scena qualcuno mi avrà
Mandato dal diavolo ma mi spiace tenere sulle spine! Grazie a tutti voi davvero spero di riuscire a
Scrivere il prima possibile l'ultimo!
Vostra hachilove

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