𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

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||Mi scuso in anticipo per la lunghezza del capitolo,  mi sono lasciata trasportare mentre scrivevo, detto ciò, buona lettura!🙃||

Erano passati dei giorni, non avevo più parlato con San dall'ultima volta che eravamo usciti.
All'inizio non ero molto entusiasta di vederlo, ma dopo ciò che aveva detto e fatto non sapevo più cosa pensare. Non era stato poi così male parlare con lui per un po' e la cosa peggiore era che il nomignolo che mi aveva affibbiato, stava cominciando a piacermi, a ripensarci mi veniva da ridere.

"Muffin"

Gli unici soprannomi che avevo ricevuto in vita mia erano insulti da parte di ragazzi che mi bullizzavano fino a qualche anno prima, mi chiamavano "Quattr'occhi" perché portavo gli occhiali, proprio per quello avevo smesso di metterli quando cambiai scuola. Ma San non lo faceva con cattiveria, e di questo ne avevo avuto la conferma guardandolo negli occhi "Sei dolce", le sue parole continuavano a ronzarmi in testa anche dopo quasi due settimane.
Ciò che più mi fece pensare era il fatto che mi prese la mano, non mi aspettavo minimamente una cosa del genere e il primo istinto fu quello di scansarla, però lui non me lo lasciò fare, strinse la mia mano come se fosse importante. Forse ero veramente importante per lui? Ma come era possibile.... Neanche ci conoscevamo fino a poco tempo prima.
"Spero proprio di no" mi dissi, ma forse non lo speravo poi così tanto, era come se dopo quell'incontro qualcosa dentro di me fosse cambiato e non provavo più quel senso di rabbia che mi saliva ogni volta che lo vedevo.

Tutto ciò almeno fino al giorno in cui ricevetti la notizia.
Stavo sdraiato sul letto in camera mia ad ascoltare della musica con le cuffiette quando mia madre entrò con le lacrime agli occhi ed evidentemente scossa. Mi alzai di scatto tirando il cavo delle cuffie e le andai in contro.
<<Mamma che succede?>> Le dissi preoccupato <<Tu-Tuo padre...>> Iniziai a pensare al peggio mentre lei si era interrotta per un singhiozzo <<H-ha fat-to un in-ciden-te>> continuava a balbettare <<Lo hanno por-tato in o-ospedale>> appena sentii le sue parole, le corsi incontro e l'abbracciai, un turbine di emozioni si fece spazio dentro di me e non riuscii a dire niente.

Ci stringemmo per un po', non ebbi il coraggio di chiederle come stesse, sembrava che il tempo si fosse fermato, solo io e lei, in quella stanza, e tutto silenzio in casa. Heyjin non c'era, non sapevo se aveva appreso la notizia, ma in quel momento non ci pensai.
<<Devo andare a vedere come sta>> fu mia madre ad interrompere il contatto <<Vengo con te>> mi offrii, volevo avere aggiornamenti al più presto, volevo vederlo, volevo sapere come stava.
<<No, non voglio che lo vedi così, non ti preoccupare, ti farò sapere tutto appena mi dicono qualcosa>>
<<Almeno dimmi quando è successo>> replicai sperando di scoprire qualcosa di più sull'accaduto <<Circa due ore fa, un suv gli è andato addosso colpendolo in pieno>>.

Un suv.... Un cazzo di suv. L'auto di mio padre era piccola, una semplice Hyundai i10 nera, una macchina di certe dimensioni l'avrebbe sicuramente distrutta.
Mia madre uscì dalla stanza dopo avermi dato un bacio sulla fronte. Mi ributtai sul letto carico di malinconia, sarei voluto andare anche io in ospedale, avrei voluto vederlo e abbracciarlo. Ma nonostante ciò mi resi conto di non essere veramente triste, avevo sempre avuto un bel rapporto con lui, ma nonostante ciò non riuscivo a piangere, non provavo tristezza, pensai di essere un mostro a non sentire niente. Ma non passò molto tempo che mi resi conto di provare qualcosa in realtà, provavo rabbia, avevo bisogno di dare a qualcuno la colpa dell'accaduto, ma non avevo nessuno.

Avevo voglia di sfogarmi, avevo bisogno di prendere a cazzotti qualcosa, distrussi un cuscino ma non bastò ancora.
Provai a chiamare Jongho, ma non mi rispose, non sapevo se ero più arrabbiato con me stesso perché non ero effettivamente triste, o con il mondo per ciò che era accaduto ad una delle persone più importanti della mia vita.
Avevo il telefono in mano, ancora sulla rubrica, senza pensarci scorsi, agii d'istinto, selezionai il contatto di San e cliccai sulla cornetta.

ѕανє мє || ᴀᴛᴇᴇᴢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora