VII

61 4 0
                                    

-Cosa credono, che io sia un burattino col quale giocare? Se devono dichiarare guerra ai grifondoro che lo facciano da soli!-
Draco stava urlando da più di mezz'ora e le orecchie di Pandora stavano iniziando a cedere.
Il ragazzo era venuto a trovarla nella foresta oscura ma, invece di parlare con lei, le stava sputando addosso tutto il suo stress.
Aveva iniziato parlando dello squallido (stando a quello che diceva il ragazzo) banchetto a cui aveva assistito qualche giorno prima, poi parlò della sfida lanciata alla Granger e ora le stava raccontando di come i suoi compagni lo incitassero a vincere il duello contro la ragazza Grifondoro

Pandora ascoltava tutto con attenzione. Un leggero sorriso era stampato sul suo volto e cercava, con qualche consiglio, di rilassare il ragazzo
-Sei stato tu a lanciare la sfida, i tuoi compagni stanno solo facendo il tifo per te- Draco non sembrò affatto soddisfatto dalla risposta della ragazza. Si lasciò cadere ai piedi dell'albero più vicino. Avvicinò le gambe al petto e alzò la testa verso l'alto. Si era calmato ma questo non aveva reso la situazione migliore.
Perché quelle cose dovevamo succedere proprio a lui? Si, è vero, agli inizi della sua vita scolastica, nei primi anni ad Hogwarts, non faceva altro che attirare attenzioni e cercare lusinghe da parte dei suoi compagni. Ma adesso, l'unica cosa che voleva era smettere di sentirsi così... sbagliato.

"Il mostro piú bello che abbia mai visto"

Le parole di Pandora gli ritornarono in mente Sarò pure bello ma sempre un mostro sono.

-Ho qualcosa che non va Pandora- il ragazzo aveva un aria malinconica come se fosse un anziano signore ormai stanco di vivere
-Tutti abbiamo qualcosa che non va, mostriciattolo-

Pandora aveva inventato quello strano soprannome quando Draco frequentava il secondo anno alla scuola di magia. All'inizio lo infastidiva molto ma col tempo ci fece l'abitudine. Diventando più grande capì che era un dolce tentativo di sdrammatizzare il fatto che lui stesso si ritenesse un orribile mostro.

Dopo un po' di tempo passato a sonnecchiare appoggiato sull'albero e a guardare Pandora saltellare in giro cantando una canzoncina in una lingua che sembrava inventata, Draco si alzò da dove era stato fino a quel momento con l'intento di ritornarsene al castello
-Vai già via?- chiese Pandora fingendo tristezza nel volto
-Non posso mica stare qui per sempre-
Pandora sembrò rabbuiarsi e si avvicinò a lui lentamente. Si fermò a circa mezzo metro dal ragazzo, sollevò il capo verso di lui e fece rispuntare un sorriso sul suo volto. Allungò un braccio per potergli accarezzare, con fare materno, una guancia.
Draco cambiò nella forma di mostro e Pandora sembrò ancora più felice. Il suo sorriso si allargò e i suoi occhi riflettevano armonia e pace.
Draco, vedendo la felicità della ragazza, fece il contrario. Abbassò il volto e fece un'espressione disgustata. Come era possibile che a Pandora piacesse quell'orribile figura.
Ancora si vergognava di quel che era.
Il ragazzo si girò di scatto e si avviò veloce verso il castello, lasciando un'altra volta Pandora da sola.

Draco camminava velocemente per raggiungere quello spiazzo di terra che divideva le mura del castello dalla foresta oscura. Nel mentre che correva fece in modo da tornare umano e come una furia si precipitò fuori.
Non sapeva bene il perché ma si sentiva irrequieto, come se qualcosa non andasse.
Quando si trovò al confine della foresta rimase un attimo spiazzato dalla luce potente del sole, che gli accecò i poveri occhi, chiari come il cielo. Non rimase molto a riflettere su quanto il tempo fosse bello quel giorno e riprese la sua veloce camminata verso la scuola.
Attraversò tutto il giardino ma prima di entrare dalla grande porta d'ingresso si girò di scatto. Aveva come l'impressione che qualcuno lo stesse seguendo. Forse era solo un impressione... o forse no.

Se qualcuno lo stava veramente pedinando forse lo aveva visto anche uscire dalla foresta oscura. Doveva in tutti i modi far dimenticare a questa persona dell'accaduto.
Draco aveva, negli anni, affinato la sua tecnica in quegli incantesimi che servivano per far dimenticare alla gente fatti e avvenimenti. Era ovvio che in tutti gli anni che aveva frequentato la scuola, alcuni degli alunni l'avessero scoperto nella sua forma di mostro. Soprattutto i primi anni, quando lui ancora aveva difficoltà a restare umano. Di questi "spiacevoli inconvenienti" doveva occuparsene da solo, fu così che Draco Malfoy, al secondo anno di scuola di magia, imparò il difficilissimo incantesimo oblivion che ancora utilizzava in situazioni come questa.

Si rigirò su se stesso e, deciso a stanare l'inseguitore, si diresse, con un po' più di calma rispetto a prima, verso un corridoio del secondo piano dove lui sapeva non venirci mai nessuno.

Dopo qualche minuto che camminava si ritrovò nel fatidico corridoio del secondo piano. Si fermò e senza neanche girarsi chiese ad altra voce
-A pedinare fai schifo. Chiunque tu sia, fatti vedere- Draco era calmo e un ghigno gli dipingeva il volto. Adorava fare quel giochetto con chi lo scopriva, si sentiva un cacciatore pronto ad acciuffare la piccola preda.
Peccato che quel giorno non andò tutto come sperava.

-Se sapevi che ti seguivo perchè non ti sei fermato prima?- al suono di quella voce Draco s'irrigidì. Non era possibile che proprio lei l'avesse seguito fino a lì. Il cuore iniziò a battergli all'impazzata. Cercava in qualsiasi modo possibile di rimanere in forma umana e per questo non si girò nemmeno a guardarla
-Ti ho visto uscire dalla foresta oscura, che ci facevi lì dentro?- il ragazzo non rispose e rimase immobile
-Hai fatto un incantesimo ad Hagrid? Perché se n'è andato senza spiegazioni poco prima che tu uscissi dalla foresta?-
A Draco venne subito in mente Pandora. Allora era così che la ragazza lo aiutava per entrare nella foresta...
-Vuoi rispondermi Malfoy?- Hermione stava iniziando a spazientirsi così, senza troppi convenevoli, si avvicinò al ragazzo e gli strattonò un braccio per farlo voltare
-Si può sapere cosa...- ma le parole le morirono in gola quando davanti a se non si presentò il ragazzo antipatico con cui c'è l'aveva a morte, ma la spaventosa figura di un mostro.

MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora