XV

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Erano passati cinque giorni dallo "sfortunato incidente" (come l'aveva chiamato Pandora) con Hermione. Draco aveva evitato la ragazza in tutti i modi: se la vedeva per i corridoi cambiava strada, saltava le lezioni di pozioni condivise coi Grifondoro e rimaneva nella foresta più allungo che poteva.
Evitarla si era rivelato molto più difficile di quanto si fosse immaginato, loro non erano mai stati amici quindi Draco pensava che, anche se in quegli ultimi giorni si erano parlati, non sarebbe stato difficile starle lontano. E invece, non si sa per quale motivo, se la ritrovava sempre davanti! Andava in Sala Grande e lei era lì, andava in biblioteca e lei era lì, anche nei sotterranei vicino al suo dormitorio l'aveva incontrata, una sera!
In quel momento si trovava nella foresta, intorno al solito laghetto, steso su uno dei massi che lo contornavano
-Questo è l'inferno! Gli anni prima, quelle poche volte che mi vedeva, storceva il naso in una smorfia disgustata. Adesso sembra quasi che mi segua!- disse lui con tono esasperato, portandosi le mani sul viso e massaggiandosi le tempie.
Pandora era comodamente sistemata a gambe incrociate accanto a lui
-Questo è il destino! Non è romantico?- disse lei con occhi sognanti. Draco fece una piccola smorfia di disgusto
-Ma che dici?! Tu dovresti darmi consigli su come sbarazzarmi di questo assurdo problema non il contrario! Ti devo ricordare cosa è successo l'ultima volta?- lui si sollevò sui gomiti per guardarla meglio mentre sul viso di lei comparve una smorfia di tristezza e senso di colpa
-Mi dispiace mostriciattolo, speravo non succedesse una cosa così- abbassò il capo e si mise a guardare l'acqua torbida del lago
-Tranquilla, sai che non ce l'ho con te- si sentì in colpa ma non l'avrebbe mai ammesso
-A proposito Pandora, come facevi a sapere che sarei guarito? All'inizio pensavo che ti fossi solo inventata una teoria stramba ma adesso...-
Pandora rialzò il viso e sorrise a Draco come se lui avesse detto qualcosa di spiritoso. Si alzò in piedi ed iniziò a cercare sassi da lanciare nel lago. Come spesso accadeva non rispose alla domanda di Draco e cambiò discorso
-Parliamo di problemi seri. Hai ancora quelle strane voglie quando la vedi?-
Draco sbarrò gli occhi e si mise a sedere, dalla posizione semi-distesa in cui era. Era molto a disagio, Pandora era come una famiglia per lui e parlare di quelle cose non era facile... soprattutto a qualcuno di famiglia
-Non ne voglio parlare con te-
-Se non ne parli con me con chi lo farai?-
Come sempre aveva ragione e Merlino solo sa quanto a Draco servisse parlare in quel momento. Così prese coraggio ed iniziò a spiegare come si sentisse nel miglior modo possibile
-No non ho più quelle... voglie. Ma questo solo grazie ai sogni- Pandora smise di analizzare il terreno, portando la sua attenzione su Draco e guardandolo con occhi curiosi
-Sogni? Non mi hai mai parlato di sogni-
Il mago era sempre più a disagio ed iniziò e muoversi nervosamente nella posizione in cui era
-Beh ho... questi sogni la notte. Ogni notte da quando sono tornato ad Hogwarts sogno lei. All'inizio erano incubi in cui io le facevo del male e non riuscivo a smettere. Erano davvero orribili! ... ma poi- Draco si fermò di colpo come se dovesse riflettere su cosa dire. Intanto Pandora interessata si era avvicinata e si era seduta accanto a lui, ascoltandolo attentamente
-E poi?- fece lei cercando di invitarlo a continuare
-Poi qualche notte fa il sogno è cambiato. All'inizio lei mi diceva di smettere, cosa che di solito non faceva, ma si vedeva che non era convinta. Infatti, da quel momento, ogni notte, sogno una stanza, non capisco mai se è Serpeverde o Grifondoro, nella stanza c'é un letto solo, ma alla fine non mi ci avvicino mai, e poi c'é lei- si fermò di colpo guardando Pandora come se lei potesse capire il resto solo guardandolo.
Pandora aveva tante qualità ma, purtroppo, non era telepatica
- Allora?!- il ragazzo, con evidente fastidio, si girò dalla parte opposta a dove si trovava lei e dopo un momento di indecisione continuò
-Lei è in centro della stanza, io mi avvicino e lei mi guarda dritto negli occhi. Io la bacio e lei ricambia... le sue labbra sono così soffici e gustose e lei fa degli adorabili versetti mentre io inizio ad accarezzarle la schiena. Poi... poi io le bacio il collo e glielo mordo- Draco non era più in imbarazzo, anzi raccontava il suo sogno come se fosse un'appassionante storia anche se, nello stesso momento, aveva uno sguardo malinconico, come se in quel l'esatto momento volesse essere lì, in quel sogno, con lei. Pandora sorrise leggermente
-E quando la mordo lei geme, sentirla gemere é cosí eccitante... che io non riesco a fermarmi... la mia mano scivola verso il basso e le sollevo la gamba così che lei possa aggrapparsi con essa ai miei fianchi. Il suo sangue è così buono e lei è così... così- ad un tratto Draco tornò alla realtà. Guardò Pandora con sguardo severo, come se ce l'avesse con lei
-Ma non importa, tanto in quel momento mi sveglio sempre e con un grosso problema qui sotto!- disse indicandosi il cavallo dei pantaloni. Pandora scoppiò a ridere, portando felicità in quella foresta che sembrava sempre così cupa. Draco si addolcì e iniziò a ridacchiare rendendosi conto dell'assurdità di quella situazione
-Comunque è tutta colpa tua e dalla tua stupida teoria che ci hai fatto provare l'altro giorno!- disse il ragazzo ridacchiando ancora. Lei si fermò un attimo come a ricordare di cosa lui stesse parlando e poi ricominciò a ridere a crepapelle
-Sono felice che la mia vita sia divertente per te Pandora- Draco iniziava ad essere infastidito dal comportamento della ragazza ma non lo diede a vedere, vedere Pandora ridere era molto più appagante che qualsiasi esternazione del suo fastidio.
La ragazza si alzò in piedi, ancora ridacchiando sotto i baffi
-Beh forse non dovevo chiederti proprio tutto tutto, mi sono sentita molto in imbarazzo-
-Ma che?! Potevi dirmelo prima che ti raccontassi tutto!- quasi urlò Draco alzandosi a sua volta e guardandola con un misto di shock e rabbia. Lei non rispose e col sorriso sulle labbra si avviò verso il centro della foresta.
Lui tornò subito serio
-Hey! Aspetta dove vai?-
-Via, e dovresti farlo anche tu. Non ti sei già lamentato abbastanza oggi? A scuola si chiederanno dove sei finito- lei aveva ragione, come sempre, e Draco lo sapeva. Ma non voleva tornare, non in quel momento.

Malgrado tutto annuì alla ragazza e girandosi dall'altra parte tornò verso scuola. Con le mani nelle tasche dei suoi costosi pantaloni, camminava il più lentamente possibile.

Quando uscì dalla foresta era ormai buio e le stelle erano ben visibili in cielo. Probabilmente il coprifuoco era già iniziato da un po'.
Dopo una piccola contemplazione della volta celeste  sopra di lui ricominciò il suo cammino.

Pensava a quello che era successo, a come, per uno stupido errore, il segreto che custodiva da anni era stato svelato. Pensava ai sogni che faceva e al fatto che la Granger fosse diventato il suo chiodo fisso, ormai. E pensava anche al fatto che, pur avendo bevuto il suo sangue, quando si trasformava in mostro si sentiva debole come prima, se non di più. Certo, il giorno in cui l'aveva bevuto, si era sentito forte, indistruttibile, e così anche il giorno seguente. Ma già dal giorno dopo ancora era tornato ad essere debole e fragile. Quel benessere era scomparso, effimero, tanto che Draco si chiese se l'avesse veramente provato, o se fosse stato tutto solo un bel sogno.

Bere il suo sangue mi avrà dato solo effetti temporanei...
Pensò lui  salendo gli ultimi gradini davanti al portone principale.
Si girò verso la foresta, guardandola come fa un soldato con la sua nazione prima di andare in guerra, e con uno sbuffo aprì la grande lastra di legno avviandosi verso l'interno dell'edificio.
La scuola era deserta, come sempre a quell'ora.
I corridoi vuoti, il silenzio che lo avvolgeva, si sentiva calmo ed in pace.
Finché non si accorse di una figura, una ragazza, seduta in una delle panchine del cortile interno.

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