Capitolo 1

5.9K 225 2
                                    

La luce entrava dalle finestre semi chiuse. Il profumo di fiori freschi dominava la stanza dell'albergo in qui avevamo deciso di passare la notte. Restare nel bosco dopo la trasformazione sembrava inutile. Sorchiusi l'occhio destro per vedere l'orologio che segnava le 9.30 del mattino. Avevo sempre pensato che i vampiri dormissero di giorno, e invece no, era una cazzata.

Stefan: Buon giorno principessa.

La voce di Stefan mi fece sorridere. Non avrei mai pensato di vederlo al mio fianco al risveglio. Sapevo che non mi ci sarei mai abituata. Mi Voltai a guardarlo. La sua testa era sorretta dalla mano che a sua vomlta era sorretta dal gomito poggiato sul cuscino. Il petto era scoperto, e forse anche le parti basse, ma non volevo pensarci altrimenti sarei arrostita.

Stefan: non preoccuparti ho infilato le mutande prima che tu ti svegliassi.

Con un movimento veloce portai le lenzuola al viso nascondendolo per un paio di secondi. Tornai a guardarlo, e presa dalla vergogna gli diedi un piccolo colpetto al petto.

Io: o mio Dio.

Vidi Stefan volare dall'altra parte della stanza e atterrare sulla schiena. Scesi dal letto e corsi verso di lui inginocchiandomi al suo fianco e tenendogli il volto tra le mani.

Io: ti sei fatto male?

Stefan: dobbiamo lavorare sulla tua forza.

Il suo volto era divertito e anche stupito. Rimase seduto sul tappeto e continuò a guardarmi. Con uno scatto fulmineo me lo ritrovai addosso

Stefan: ho voglia di...

Ma improvvisamente sentimmo la porta della Camera aprirsi.

Dario: ragazzi noi scendiamo a fare colazione...o...beh...a quanto pare scendete dopo.

Dario si portò la mano agli occhi e notai la sua bocca muoversi in una smorfia di imbarazzo. Inizia a pensare che era buono il fatto che fosse entrato ora...se solo fosse entrato uno o due minuti dopo non osavo immaginare cosa avesse visto.

Stefan mi rivolse uno dei suoi sguardi maliziosi e mi sorrise. Avevo dimenticato che poteva ancora leggermi nel pensiero.

Stefan: adesso arriviamo. Il tempo di una doccia.

Dario chiuse la porta e Stefan si alzò porgendomi la mano in segno di aiuto. Mi sistema i capelli e notai con la coda dell'occhio Stefan togliersi le mutande mentre si recava in bagno.

Restai a guardarlo senza muovere un muscolo...sentivo il fuoco della vergogna pervadere il mio corpo fino ad arrivare alle guance.

Stefan: vieni con me o aspetti?

Preferivo aspettare. Dopo quello che mi aveva detto poco fa non sapevo se fosse stata una buona idea trovarmi nuda sotto la doccia con lui. Ma come sempre Stefan interruppe il mio pensiero prima ancora che nascesse.

Stefan: Sta tranquilla ti lascerò stare. Non ti toccherò nemmeno con un dito.

Passarono pochi secondi dalla sua sottile risata.

Stefan: Parola di Demone.

Mi avvicinai alla porta del bagno. Il vapore dell'acqua calda creava strane forme sul grosso vetro appeso al muro. Notai le piccole gocce d'acqua cadere dai bordo della tenda semi chiusa. Era bello riuscire a vedere ogni piccolo particolare delle cose che mi circondavano.

Mi avvicinai con calma alla doccia e spostati la tenda. Sistemai l intimo di pizzo bianco sul mobile di legno antico posto accanto al bagno ed entrai lasciandomi avvolgere dal getto caldo delle piccole gocce d'acqua che si infrangevano contro il mio corpo nudo, scivolando sulle spalle e seguendo il profilo della mia schiena.

Stefan: troppo calda?

Sentivo un pizzico di preoccupazione e premura del suo tono di voce, e questo mi piaceva. Non fui capace di non sorridere.

Io: no va benissimo.

Stefan: bene.

Mi resi conto che Stefan mi stava guardando. Anche se avevo gli occhi chiusi riuscivo a sentire tutto quello che mi stava intorno, e con Stefan era ancora più forte e facile.

Non riuscivo a capire perché continuava a fissare ogni singola parte del mio corpo senza ne toccarmi ne sfiorarmi.

Stefan: Tel ho promesso ricordi!

Io: da quando un Demone mantiene le promesse.?

Stefan: in effetti mai. Per me è la prima a volta.

Io: beh..allora inizia dalla prossima volta.

Si avvicinò piano e mi strinse a se. La sue pelle era perfetto marmo duro e liscio contro la mia altrettanto liscia ma non così dura.

La sua vicinanza mi diffondeva un senso di pace e serenità così profondi da dimenticare -ogni volta che mi abbracciava- la cognizione del tempo e dello spazio. Posò la sua fronte contro la mia permettendomi di sentire la sottile cicatrice che gli era rimasta dal giorno in qui lo avevo conosciuto.

Io: posso farmi una domanda?

Stefan: certo che puoi!

Io: da quanto tempo hai 20 anni?

Stefan: da un Po .

Io: cosa vuol dire "un Po" ?

Stefan: queste sono due domande però.

Colsi al volo che non voleva dirmi quanto tempo fa era stato trasformato, così lasciai perdere per non rovinare quel momento.

Il vapore stava svanendo, ed io iniziavo ad intravedere le parti del corpo di Stefan che prima erano nascoste. Gli gettai le braccia dietro al collo e lo strinsi forte a me. Riuscivo a sentire tutta la voglia che aveva di farmi sua in quel momento -in senso letterale- .

Stefan: perché continui ad avere vergogna Kira?

Io: non Lo so. Non riesco ad abituarmi al fatto che adesso io e te...cioè...Io e te siamo un noi. Non riesco a credere che tu ora sei mio...e forte lo sarai per sempre.

Quel "forse" lo fece diventare cupo. Mi guardò con occhi seri e preoccupati.

Stefan: perché "forse"?

Io: noi vivremo pure sempre Stefan...ed io non sono sicura che tu mi amerai per un tempo così infinitamente lungo.

Stefan divenne nervoso. I suoi occhi blu mi fissavano seri costringendomi a chinare la testa verso il basso.

Stefan: non pensarlo nemmeno Kira. Tu sei l unica persona che io voglio vedere al mio fianco per tutta la mia interminabile vita.

Il suo tono di voce era dolce anche se il suo volto no. Riuscivo a sentire tutto l amore che provava nel pronunciare "tu sei l unica".

Io: ti amo.

Non ricevetti la risposta che mi aspettavo , ma mi feci andare bene il bacio che mi stampò sulle labbra. Tolse le mani dalle mie spalle e prese la bottiglia con lo shampoo versandomene un Po tra i capelli e lasciandomi sola sotto la doccia.

Stefan: fa presto, io ti aspetto in sala.


La Prescelta. L'inizio di una battaglia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora