Capitolo 39 - Nicholas

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Quando lo vedo arrivare tutto tranquillo non posso fare a meno di aprire occhi e braccia: «Ti sembra il caso?»

«Dai su, non farla tragica. Ordiniamo la colazione in camera, ti va?»

L'ho aspettato davanti la porta della sua stanza camminando avanti e indietro per il corridoio, come diavolo fa a starsene così tranquillo?

«Cosa ti va Nik?» Robert usa la carta magnetica per aprire la porta e in un attimo mi ritrovo dentro la sua meravigliosa suite.

Ma non ho tempo per saggiarne la bellezza, lo farò una volta finita questa maledetta sorpresa.

«Zio, c'è stato un cambiamento di programma.»

Finalmente ho una vera reazione: Robert si gira lentamente verso di me, il viso bianco come un lenzuolo: «Non dirmi che se ne va.»

«No, non andrà a passeggiare nel bosco.»

«Cos...Perché?!»

«Perché questa notte qualcuno non le ha risposto al messaggio di auguri e quindi ha iniziato a bere come la quindicenne che non è più. Lei, mamma e Kim saranno andate a dormire un paio d'ore fa.»

Povera zia Madison, effettivamente se ci ripenso mi viene quasi voglia di prendere Robert a pugni. Va bene farle una sorpresa, fingere di non esserci e tutto quanto ma perché non rispondere ad un semplice messaggino? Sa meglio di me quanto Madison adori crearsi dei film mentali in testa: «È arrivata a pensare che la stai tradendo con qualcuna.»

«Oh ma dai!»

«Non fare tu quello scocciato! Perché cavolo non le hai risposto?»

«Perché più sarà arrabbiata più sarà felice poi.»

Non funziona così!
Vorrei urlargli addosso ma so che sarebbe totalmente inutile. A volte è più facile far ragionare un muro che parlare con quest'uomo.
Robert si siede su una sedia posta di fronte ad un tavolo, accanto ad un finestrone che dà sull'esterno, la sua meravigliosa figura illuminata dal primo sole del mattino. Sarà anche un idiota a volte, ma pagherei per arrivare a quarantacinque anni con questo fisico perfetto e sembrare un eterno ragazzino.
Chissà, forse ha fatto veramente un patto col diavolo.
Lo vedo chiudere gli occhi, inizia a respirare profondamente, si sarà addormentato? O magari sta ragionando...
Poi prende il cellulare, scrive qualcosa velocemente e poggia il telefono sopra al tavolo.

«Hai ragione, risponderle non mi costava nulla, mi sono comportato da idiota.»

Resto di sasso. Il mio corpo si è irrigidito del tutto fatta eccezione per la mascella che si ammorbidisce facendomi spalancare la bocca: «Oh mio Dio.» sussurro dopo secondi che passano come un'eternità: «Mi hai dato ragione!»

«Beh, ogni tanto può capitare, si.»

«No, questa è la prima volta che lo fai da quando sono nato!» mi siedo di fronte a lui guardandolo come fosse la prima volta: «Ti prego ripetilo, devo metterla come suoneria!»

Robert se la ride di gusto: «Te lo scordi, avresti potuto cogliere l'attimo...» si concede una pausa per osservarmi con sguardo furbo: «Un po' come hai fatto con quella ragazza alla reception.»

No! Non è possibile! Come ha fatto ad accorgersene?!

«L'hai dimenticata presto Stephanie, voi giovani d'oggi siete così frivoli.»

Mi ritrovo a muovere le mani a destra e a sinistra in maniera più nervosa di come vorrei: «M-ma no, che hai capito, ci sto solo facendo amicizia!»

«Chiamo per la colazione, così mi racconti tutto.»

«Ma non c'è niente da raccontare!» mi difendo diventando tutto rosso.

Robert non mi ascolta, prenota per entrambi scusandosi più volte con la cucina per aver ordinato una colazione così presto senza preavviso poi torna a sedersi.

«Allora, dicevamo che questa Ling ti sta iniziando a piacere.»

«Non è vero!»

«Beh ci credo, con quegli occhi verdi...»

«Ah-ah, hai sbagliato! Ha gli occhi neri.» rispondo tutto fiero indicandolo minaccioso.

Ma in un istante mi rendo conto che ad aver sbagliato sono io, correggendolo ho confermato in parte la sua teoria.
E va bene, tanto è impossibile vincere contro un demone.

«Non mi piace, è molto simpatica.» e ti trova inquietante quindi parte già col piede giusto.

«È già qualcosa.»

«Ma da qui a dire che mi piace, la strada è lunghissima.»

«Concordo, ma almeno hai iniziato a capire che prima di innamorarti devi conoscere l'altra persona.»

«Già, sono stato parecchio sfigato, a suon di colpi di fulmine mi sto incenerendo da solo.»

«Il tuo cuore non è spezzato, sta solo crescendo.»

Abbozzo un sorriso: «Me lo ha detto anche Madison.»

Lo vedo sorridere dolcemente tornando a guardare fuori dalla finestra. Non parliamo più fin quando non arriva la colazione in camera, nel dubbio Robert chiede a Jessica, la titolare dell'albergo, se può cortesemente già prendere la prenotazione del pranzo e accogliere i parenti al suo posto.
In tutto ciò, Robert non ha mai smesso di sorridere con la stessa espressione di beatitudine con cui prima si era zittito.
Chissà se un giorno avrò anche io la stessa espressione beata pensando a qualcun altro.

Una sorpresa sotto la Neve [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora