Capitolo 38 - Robert

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Questa notte non ho dormito, ho provato di tutto ma non c'è stato niente da fare, il cuore proprio non voleva smettere di battere all'impazzata così alle cinque e trenta del mattino ho sradicato via le coperte, mi sono vestito alla bell'e meglio e mi sono fiondato nell'unico posto in cui sapevo sarei stato in pace: la zona bar.
Ancora non ci avevo messo piede dall'arrivo e non appena apro la porta vengo investito dai ricordi: è qui che io e Madison abbiamo preso la nostra prima sbronza insieme...dopo nemmeno dodici ore che ci eravamo conosciuti.
Lei era già qui che cercava qualcosa da bere mentre io mi sono presentato alle sue spalle con una frase del film Shining: «C'è parecchia gente stasera Lloyd» pensavo che l'avrei spaventata invece si girò continuando le battute del film, stupendomi non poco.
Forse già allora mi ero innamorato e non lo sapevo.
A seguito di quel piacevole episodio ci ubriacammo a suon di vodka liscia, lei mi parlò del suo ex fidanzato Gregory e di un matrimonio mai celebrato...Ah, che bei ricordi.

Mi ritrovo a sorridere mentre mi siedo su uno dei tanti sgabelli attaccati al bancone in legno, in dieci anni non è cambiato assolutamente niente e credo sia piuttosto piacevole, è come un punto di riferimento, una certezza che non muterà mai nel tempo e in cui potrei rifugiarmi ogni tanto.

«Bah, sto diventando troppo filosofico.» borbotto alzandomi in piedi, giro attorno al bancone per trovarmi di fronte alla bottigliera: «La vecchiaia Robert, è la vecchiaia.» mi verso un goccio di whiskey con ghiaccio (la colazione dei campioni irlandesi) e in silenzio osservo l'enorme stanza che mi si para davanti, le poltrone in velluto rosso, stesso colore delle enormi tende che nascondono le finestre, il palco in legno in fondo alla sala, i lampadari che scendono verso la moquette verde scuro.

Poi inchiodo gli occhi sulla porta.
Non ce la faccio ad aspettare fino stasera.
Voglio che Madison entri adesso, che mi veda e corra verso di me, che mi insulti per poi scoppiare a ridere buttandosi sul mio corpo in un abbraccio fortissimo.
Sorrido tristemente: siamo separati da nemmeno una settimana e mi manca come fossero passati anni.
Bevo un goccio meravigliandomi di quanto sia buono il liquido ambrato, constatandone anche l'enorme pericolosità nel voler fare un bis.

Per distrarmi tiro fuori il cellulare dove trovo un messaggio di Madison, me lo ha scritto questa notte e mea culpa non ho mai voluto rispondere.


Mad
Buon decimo anniversario.
Stronzo, ti amo.


L'ossimoro fatto a persona.
Me lo ha spedito a mezzanotte spaccate e ho dovuto fare una fatica immane per non risponderle, devo riuscire ad ignorarla fino a stasera.
Che io sappia tra qualche ora dovrebbe svegliarsi per andare a passeggiare assieme Scarlett e Kim da qualche parte nei boschi...Un trio improbabile in un altrettanto improbabile paesaggio, spero solo che non si perdano o peggio si facciano male.
Altro sorso di whiskey.
Oggi dovrebbero arrivare anche i miei suoceri e altri parenti, come cavolo faremo a tenere tutti nascosti nelle loro stanze fino ad orario stabilito? E se qualcuno dovesse sgarrare?
Beh tecnicamente io sono il primo che non se ne sta buono in camera quindi non potrei fare la paternale a nessuno.

All'improvviso una musica si alza dal nulla, Reptilia degli Strokes interrompe il piacevole silenzio della sala bar.

«I bambini a quest'ora devono riposare. Hai dormito almeno otto ore?» chiedo bevendo un terzo sorso.

Dall'altra parte del telefono, Nicholas sospira abbattuto: «E chi cavolo è riuscito a dormire? Sono agitato quanto te. Piuttosto, dove sei?»

«Sala bar.»

Un attimo di silenzio, poi Nicholas esplode esattamente come farebbe sua madre: «Non puoi gironzolare come e quanto ti pare, zio! Se zia dovesse vederti?»

«Sta tranquillo, sembri Scarlett.»

«Tornatene subito in camera!»

«Adesso sembri Paul.»

«Zio...»

«Va bene, va bene.» sospiro abbattuto: «Finisco il whiskey e arrivo.»

«Whiskey alle sei del mattino?» chiede un Nicholas giustamente perplesso.

«Sono irlandese Nik, per noi è come il vostro succo d'arancia.»

Riaggancio senza dirgli altro, come promesso finisco il mio drink in un sorso lasciando sotto al bicchiere una banconota da dieci dollari.

«Forza Robert, vai a sposarti.» dico a me stesso dopo un lungo respiro.

Non mi sentivo così agitatonemmeno alla prima del mio primo film!

Una sorpresa sotto la Neve [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora