Una sorpresa sotto la Neve [COMPLETA]

Capitolo 17

Dicono che quando si smetta di combatterlo, il tempo diventa un alleato.
Nel mio caso è stato uno dei peggiori nemici della storia.
Penso di aver controllato l'orologio digitale ogni quattro secondi, ho provato a distrarmi coi vari social a cui sono iscritto, guardare video su Youtube, sono addirittura stato tentato dall'entrare in chiesa e ascoltare la messa. Niente da fare, quindici minuti son passati come quindici anni.

Ma diventano secondi non appena lo splendido sorriso di Stephanie si fa largo tra la folla. Lei mi vede, io la vedo e fin quando non mi raggiunge il resto del mondo perde tutta la sua importanza. Potrebbe anche esplodermi una bomba accanto, non la sentirei.

«Ciao!» esordisce alzando la mano: «Eccoti qui.»

«C-ciao.» la fisso ancora un po' dopodiché cerco di tornare me stesso deglutendo pesantemente: «Com'è andata a lavoro?»

«Molto bene.» risponde squittendo e con gli occhi lucidi: «Andiamo a farci un giro?»

«Ma certo.» Farò di tutto se sarai tu a chiedermelo, altro che Jessica Lane.

Ci incamminiamo lungo la 5th avenue, Stephanie si ferma ad osservare le varie vetrine di abbigliamento e gioielli commentando quasi tutto ciò che attira la sua attenzione, per me potrebbe dire qualsiasi cosa, suonerebbe come la musica più dolce e soave di sempre. Forse agli occhi dei passanti sembriamo una bella coppia di fidanzati e Dio solo sa quanto vorrei prenderle la mano e stringerla. Parlo poco ma questo non sembra metterla a disagio, è lei che lo fa per entrambi probabilmente per nascondere la tensione.

Quando all'improvviso si ferma come colpita da un fulmine, il che è talmente inaspettato che per poco non le finisco addosso. Si gira vero di me con una mezza piroetta, diventa seria e prende un lungo respiro: «Va bene adesso basta, dobbiamo parlare.»

Dentro la mia testa suona con violenza un allarme nucleare.
Credevo che questa frase mi spaventasse davvero solo quando la sentivo uscire dalla bocca di mamma o papà...Beh, mi sbagliavo di grosso.