𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀 ✓
𝐏𝐫𝐞𝐪𝐮𝐞𝐥 𝐝𝐢 ♡𝐁𝐫𝐨𝐤𝐞𝐧 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭 [𝐊𝐢𝐦 𝐒𝐞𝐨𝐤𝐣𝐢𝐧]
C'è bisogno di una nuova dipendente nell'azienda della famiglia Jeon.
Choi Hyejin è in cerca di lavoro per aprire un nuovo capitolo della sua vita insieme al su...
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«Jihoon io devo andare, ci vediamo appena stacco!» esclamò Hyejin, bevendo velocemente il suo tè per uscire da casa
«Va bene, buona fortuna jagi.» disse lui, avvicinandosi a lei per darle un bacio sulla fronte
Hyejin prese la borsa che aveva appoggiato sul divano e uscì da casa veloce come un razzo visto che avrebbe dovuto prendere l'autobus che l'avrebbe lasciata a cinque minuti dall'azienda. Era estremamente nervosa, così tanto che in confronto il colloquio di lavoro era sembrato una passeggiata.
Era in perfetto orario, sarebbe arrivata sicuramente prima del suo capo quindi poté rimuovere dalla sua testa l'angoscia di non poter arrivare in tempo. Il problema molto probabilmente sarebbe stato l'approccio iniziale con l'uomo: sarebbe bastato risultare educata ai suoi occhi per entrare nelle sue grazie?
Era una domanda la cui risposta sarebbe stata abbastanza difficile da trovare se non lo avesse sperimentato prima. Arrivò alla JTC alle otto meno dieci, quindi ancora prima dell'inizio del suo orario di lavoro: forse aveva seguito troppo alla lettera le raccomandazioni di Chaerin. Entrò in azienda e la prima cosa che le venne in mente di fare fu chiedere alla donna quale fosse l'ufficio del suo datore di lavoro per farsi trovare lì davanti per dimostrargli di essere in perfetto orario.
«Il suo ufficio si trova qui nel piano terra, è la seconda porta a sinistra di quel corridoio.» le disse la donna, indicando con la penna che teneva in mano la porta che si poteva intravedere appena
Hyejin la ringraziò e si avvicinò rapidamente alla stanza: avrebbe voluto bussare per assicurarsi che effettivamente non fosse ancora arrivato. Chiuse il pugno e picchiettò tre volte la mano contro il legno della porta: non si aspettava minimamente di sentire una voce al suo interno darle il permesso per entrare.
Infatti, appena sentì una voce maschile dire "avanti", il sangue le si gelò nelle vene. Aprì la porta con estrema lentezza ed entrò con incertezza: si era concentrata troppo nel guardare l'ambiente che non si accorse dell'uomo seduto davanti alla sua scrivania.
«Sei in ritardo.» disse lui per ottenere la sua attenzione «Un po' rischioso presentarsi in ritardo il primo giorno di lavoro, non credi?» chiese ancora, cercando di non sorridere
Studiò attentamente ogni espressione di Hyejin per cogliere il momento in cui la ragazza avrebbe riconosciuto il suo volto dato che il giorno prima avevano discusso nell'ingresso dell'azienda. Hyejin posò il suo sguardo sul giovane e per un attimo non fu più in grado di inalare ossigeno: sbarrò un minimo gli occhi, il cuore aveva velocizzato i propri battiti e il viso della ragazza stava letteralmente andando a fuoco.
Non poteva credere di avere davanti l'uomo con cui aveva parlato animatamente il giorno prima. Rimase bloccata sul posto perché non sapeva come comportarsi: era ovvio che fosse imbarazzata. Jungkook nel frattempo se la rideva ed era difficile mantenere uno sguardo serio.
«Puoi sederti.» disse dopo aver fatto passare qualche secondo di silenzio
Nella mente di Hyejin vagò una domanda assolutamente lecita: come era possibile che un uomo giovane come lui potesse essere il suo capo?
«Mi presento: mi chiamo Jeon Jungkook e da oggi in poi sarò il tuo capo. Sfortunatamente non abbiamo avuto la possibilità di incontrarci al colloquio di lavoro dato un mio impegno improvviso, ma mio padre mi ha parlato abbastanza bene di te. Inoltre ci siamo incontrati ieri, dico bene?» chiese lui, ruotando leggermente a destra e sinistra con la sua sedia
Lo aveva fatto apposta, voleva vedere come si sarebbe giustificata. Altro grande difetto di Jungkook: era leggermente rancoroso, quindi qualsiasi cosa gli venisse fatta contro, sarebbe stata poi ricambiata nel giro di poco tempo.
Hyejin avrebbe voluto sprofondare in quel preciso istante: aveva dato del maleducato al suo nuovo capo, aveva fatto ritardo il primo giorno di lavoro e in quel momento non riusciva nemmeno a rispondere.
«Signorina? Sto parlando con te...» disse Jungkook con calma e freddezza unite allo stesso tempo
«I-Io...sì, ci siamo incontrati ieri. A tal proposito, le chiedo scusa per il modo con cui mi sono rivolta e per le parole che ho detto...se avessi saputo con chi stavo parlando, mi sarei posta in un altro modo ovviamente.» disse, raccogliendo il coraggio che aveva per scusarsi
«Incidenti che possono inevitabilmente capitare a chiunque. Comunque sia: come giustifichi il ritardo di questa mattina? Immagino che Chaerin ti abbia detto quali siano le tue mansioni ed essere puntuale rientra perfettamente tra queste...»
«Io sapevo di dovermi presentare qui alle otto in punto e questa mattina mi sono presentata addirittura dieci minuti in anticipo...sono le otto proprio in questo momento.» rispose lei, guardando di sfuggita l'orologio attaccato al muro
«Vorrei precisare una cosa: il tuo orario di lavoro non inizia alle otto in punto. Anche prima, dipende da quando mi presento io qui. Tu devi arrivare prima di me. È una cosa che non tollero assolutamente, chiaro?»
«Chiaro, ma...come farò a sapere a che ora arriverà lei per essere puntuale?» domandò lei perplessa
«Sono molto imprevedibile: un giorno arrivo in ufficio alle dieci, un altro posso essere qui alle sette e mezza del mattino.» rispose lui
Hyejin rimase in silenzio ancora una volta: la stava prendendo in giro per caso? Perché quello che aveva detto non aveva alcun senso.
«Le chiedo scusa per il ritardo di oggi, le prometto che non si verificherà più, ma come le ho già spiegato, mi è stato detto di presentarmi a quest'ora e così ho fatto. In realtà credevo addirittura di essere arrivata prima di lei.» disse con un mezzo sorriso per sdrammatizzare
«A quanto pare non è andata così...» ribatté Jungkook, facendo un piccolo ghigno «voglio che tu sappia una cosa signorina: io do solo tre possibilità alle mie segretarie e se viene commesso un quarto errore, il licenziamento sarà immediato. Sono esigente e voglio qualcuno che sappia rispondere ai miei ritmi di lavoro. Tutto chiaro? Inoltre tu parti svantaggiata dato che hai già sprecato la tua prima possibilità con il ritardo di questa mattina...sei d'accordo con me?»
Più il suo capo le parlava, più Hyejin sembrava rimpiangere il momento in cui aveva sostenuto il colloquio che le aveva fatto meritare di lavorare in quell'azienda: non poteva commettere passi falsi, oppure si sarebbe trovata fuori da lì in meno di un attimo.
Inoltre, non era completamente d'accordo con le parole di Jungkook perché teoricamente non aveva fatto ritardo, ma l'uomo non riusciva a capirlo nonostante lei avesse provato a spiegare che la signora Chaerin le aveva detto di presentarsi a quell'ora, quindi la colpa non era completamente sua, anzi: era arrivata addirittura dieci minuti prima dell'orario normale.
Purtroppo, data la sua condizione da dipendente, fu costretta a mordersi la lingua e ad accettare tristemente le condizioni che il suo capo le aveva imposto.
«Signorina Hyejin, ti ho fatto una domanda.»
Hyejin chiuse gli occhi per un secondo e poi alzò il viso per guardarlo dritto negli occhi per fargli capire che la questione non l'aveva toccata minimamente.
«Sì signore...» disse a malincuore «sono d'accordo con lei.»