Capitolo 20

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-Brindiamo- dice Andrew porgendomi il bicchiere pieno di champagne.
-A che vuoi brindare?- chiedo sedendomi sul tavolo, al centro della nostra camera.
Non mi risponde... mi guarda fisso negli occhi e resta immobile al suo posto. Con un passo arriva davanti a me.
Mi mette una mano sulla coscia e allarga lentamente lo spacco. Mi allarga le cosce e si posiziona tra le mie gambe. Beve un sorso di champagne e poi poggia il bicchiere sul tavolo. Mi sfiora leggermente e fa salire le mani sui fianchi. Tiene salda la presa e con una spinta decisa mi avvicina al suo bacino. Scivolo all'indietro e il bicchiere non cade per un soffio. Ne bevo un sorso e lo poggio anch'io sul tavolo. Mi rilasso, sdraiandomi completamente sul tavolo. Andrew però mi afferra da dietro la schiena e mi tira su di scatto, facendo aderire il mio corpo con il suo.
Mi libera della pelliccia e la lancia dall'altra parte del tavolo. Mi sfiora di nuovo la schiena e mi slaccia il vestito dietro al collo.
Mi provoca mille brividi su per la schiena. Abbassa lentamente il vestito lasciando di fuori il mio seno, nascosto solamente dai copricapezzoli.
Mi lascia una serie di baci umidi sul collo, scende sulla clavicola si avvicina al mio seno sinistro. Afferra il copricapezzolo con i denti e lo strappa via. Mi ha fatto bagnare in un istante.
Afferra il capezzolo con i denti e morde un pochino. Dopo qualche secondo lascia la presa, ma continua a succhiare prima uno e poi l'altro. Mi appoggio a lui con la mano destra, e gli tiro leggermente i capelli. Torna a guardami negli occhi e si fionda sulla mia bocca.
Gli slaccio la cravatta, la lascio sul tavolo e gli sbottono la camicia. Si stacca dalla mia bocca e mi fissa.
- Metti le mani dietro la schiena.- ordina. Faccio come dice anche se non so dove vuole arrivare.
Prende la cravatta e mi lega i polsi. Con una spinta mi fa sdraiare sul tavolo. Aggancio la gambe alla sua vita per avvicinarmi di più a lui. Si slaccia la cinta dei pantaloni e li abbassa quanto basta per far uscire la sua erezione. Mi alza il vestito fino alla vita, e mi sfila le mutandine. Mi prende le caviglie e le tiene belle ferme sul bordo del tavolo.
Mi sento così vulnerabile quando sono così esposta di fronte a lui, anche se sono così eccitata che questi pensieri volano via presto.
Avvicina la faccia sulla mia intimità e inizia a succhiare il clitoride. Mi mordo il labbro per evitare di ansimare a voce alta. Mi lascia tutti baci umidi sull'interno coscia e, prendendomi di sorpresa, infila due dita nella mia intimità. Inizia a muoverle dentro e fuori mentre con il pollice continua a stuzzicare il clitoride. Mordo il labbro sempre più forte, anche se qualche gemito mi esce dalla bocca. Chiudo gli occhi e tiro la testa indietro. Sto per raggiungere l'orgasmo ma lui tira via la mano. Sento la punta del suo membro all'entrata della mia intimità e con una spinta secca, entra dentro di me. Mi tiene le caviglia divaricate e bloccate ed è lui a regolare il ritmo. Inarco la schiena e quando tocca i miei punti sensibili. Continua a spingere, sempre più velocemente. Si piega verso di me per baciarmi e colgo l'occasione per ribaltare i ruoli. Lo faccio sdraiare sul tavolo e mi siedo su di lui. Mi tiro all'indietro e mi appoggio alla sue gambe. Lui mi mette le mani sui fianchi e regola il ritmo. Si alza a sedere mentre continuo a muovermi su di lui. Mi scioglie la cravatta dai polsi e si alza dal tavolo, portandomi in braccio. Metto le braccia intorno al suo collo e gli infilo le mani fra i capelli. Andiamo fino in camera e ci buttiamo fra le lenzuola.
Mi aspetterà una serata piena di scintille.

Apro gli occhi e trovo davanti a me una visione meravigliosa. C'è Andrew, vicino a me, che dorme. È sdraiato a pancia in un giù ed è coperto fino al collo dal piumone, come me. Manca poco all'inverno ma qui già fa freddo. Mi avvicino a lui e gli lascio tutti baci sulla spalla. Apre leggermente un occhio, e dopo che mi vede, sorride.
Mi avvicino al suo viso e lo bacio.
-Buongiorno.- dico indugiando sulle sue labbra.
-Buongiorno piccola.- dice con la voce roca che ha sempre la mattina.
Mi fa avvicinare completamente a lui e mi inchiastra sotto il suo peso.
-Che facciamo oggi?- gli chiedo continuando a baciarlo ovunque.
-Devo fare dei giri, vuoi venire con me?- chiede con una voce, stranamente, dolce.
Annuisco. Mi accoccolo a lui e mi scaldo con il calore del suo corpo nudo.
-Sei coccolosa stamattina.- dice abbracciandomi più stretta.
-Mh mh- lo abbraccio. Stamattina mi sono svegliata così.
-Sei bellissima.-mi guarda negli occhi e mi bacia.
-Ti porto la colazione?- mi chiede lui.
-No. Chiedi a qualcuno di portarcela qui, non voglio che ti alzi.-
Fa una mezza risata e torna a guardarmi.
-Che hai stamattina?- mi guarda con una faccia interrogativa.
-Mi manca la mia famiglia. Cioè sto bene con te... ma mi manca la mia vita... io qui sono solo una bambolina che ti segue ovunque.-
-Andiamo a casa tua allora. Stiamo lì un po' di giorni così potrai stare con la tua famiglia.-
-Davvero?- gli rispondo stupita.
Annuisce. Lo avvicino a me e lo riempio di baci.
-Quando? Quando andiamo?- dico entusiasta.
- Anche domani sera.-
Lo abbraccio fortissimo... non ci credo che dopo due mesi rivedrò la mia famiglia.
Lui ride per il mio entusiasmo. La sua risata è così contagiosa.
-Fammi ordinare la colazione.- si gira verso il comodino e alza la cornetta del telefono. Mentre lui ordina la colazione, mi alzo dal letto e mi infilo le mutandine la sua camicia bianca di ieri sera.
Dopo aver riattaccato, si alza anche lui e indossa i boxer e i pantaloni grigi della tuta.
Ci rimettiamo a letto mentre aspettiamo la colazione. Mi siedo a gambe incrociate sul letto mentre lui si mette appoggiato alla testiera del letto.
-Ci hai fatto caso?- chiedo a Andrew.
-A cosa?-
-Sono due giorni che non litighiamo.- dico ridendo.
Lui mi prende per il polso e mi attira su di lui. Mi fa mettere a cavalcioni su di lui e mi squadra.
-Sei così sexy.- mi dice, mentre le sue mani vagano ovunque sul mio corpo. Le nostre labbra si uniscono mentre le sue mani continuano a toccarmi ovunque.
Bussano alla porta.
-Non potevano essere più lenti?- dico sbuffando.
Mi alzo per andare ad aprire ma lui mi blocca.
-Non pensarci proprio ad andare ad aprire la porta vestita così.-
Sotto voce dice qualcosa come "vestita per modo di dire".
Mi siedo sbuffando ancora.
-Tu allora puoi aprire la porta a petto nudo?-
-È diverso.-
-No che non è diverso!-
-Vuoi litigare?- chiede, posando la colazione sul tavolino vicino al letto.
Faccio di no con la testa. Lui viene verso di me, mi prende il braccio e io mi aggrappo come un koala.
Ci sentiamo intorno al tavolino basso dove è poggiata la colazione.
-Vieni qui.- dice indicando le sue gambe. Mi siedo su di lui e facciamo colazione tranquilli.

Puro Desiderio|| ANDREW JAMES, CHANEL WILLIAMSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora