Una signora sulla cinquantina, vestita tutta elegante, ci da il benvenuto alla casa e ci fa entrare. Saluta Andrew con due baci sulle guance e poi si presenta a me.
-Salve, io sono Abigail. Tu devi essere la fidanzata di Andrew.-
-Si sono io. Piacere Chanel.- gli rivolgo uno dei miei sorrisi più sinceri.
Alzo lo sguardo per un momento verso Andrew e vedo che mi sta fissando. I nostri occhi si incastrano per un istante e l'unico pensiero e desiderio che ho è baciarlo. Ma come ho detto anche a lui, devo contenermi.
Rompo il contatto visivo tra noi e torno a guardare la donna.
-Venite, accomodatevi in casa. Andrew, Paul è di là nel suo studio, se dovete discutere di lavoro.-
Andrew acconsente ma rimane con me. Andiamo verso l'angolo del bar e prendiamo due cocktail.
Si siede sullo sgabello e posiziona me, in piedi, tra le sue gambe. Mi mette una mano sul fianco come se dovesse marcare il territorio.
-Cosa prendete?- ci chiede il barista.
-Io una vodka lemon.-
Il barista mi sorride mentre Andrew invece mi guarda con dissenso.
-Che c'è?- chiedo scocciata.
-Non ti sembra esagerato prendere un drink forte a quest'ora?-
Mi parla all'orecchio. Presumo che non voglia far sentire la nostra discussione al barista che intanto mi guarda con la coda dell'occhio.
-Sono grande e grossa per fare come voglio.-
-Poi te lo faccio vedere io come comandi tu.-
Fa la voce più sexy e persuasiva che è in grado di fare e per un secondo mille brividi mi sono passati per il corpo.
-Te li cavo quegli occhi se non li stacchi dalla mia ragazza!- sbotta di colpo.
Ma che gli prende?
-Ehi!-
Cerco di calmarlo un secondo dato che si sta alterando.
-Ma che ti prende?-
Il barista rimane in silenzio e se ne va.
-Quel tipo ti stava guardando più del dovuto.-
-Ma se stava preparando dei drink.-
-Tu non l'hai visto. Tu sei mia e nessuno deve guardarti.-
Sottolinea la parola MIA. Stringe di più la presa sul fianco per farmi capire anche a me che sono sua.
Mi giro verso di lui e mi avvicino ad un passo dalla sua bocca.
-Io non sono tua. Quante volte devo dirtelo?!-
Le nostre labbra si stanno sfiorando. È una gara a chi resiste di più, che ovviamente vinco io. Lui infatti si fionda sulle mie labbra e mi bacia con foga. Cerco di rallentare un po' il ritmo, sennò la gente penserà che stiamo per fare sesso qui in pubblico.
In realtà ne ho una gran voglia.
Mi stacco e lo guardo negli occhi un minuto. Lui pare leggermi nella mente perché si alza e inizia a camminare. Non chiedo neanche dove andiamo e lo seguo.
Apre una porta a caso ed entriamo. È una specie di biblioteca. Mi schiaccia al muro e ricomincia a baciarmi con foga. Anche lui mi vuole, ora!
Mi alza il vestito fino alla vita con una mano mentre con l'altra si slaccia i pantaloni.
Continuo a baciarlo sempre con più foga e aggancio le braccia al suo collo per avvicinarlo sempre di più.
Fa uscire la sua erezione e mi prende in braccio.
Scosta le mutandine e mi penetra con una botta secca. Si muove all'inizio lentamente ma poi aumenta il ritmo sempre di più.
Mette le mani sui miei fianchi e mi spinge verso di lui per farlo entrare meglio. Lo bacio per evitare di ansimare a voce alta.
Spinge, spinge sempre più forte. Sto per venire. Mi tappa la voce per evitare che io urli dal piacere. Con lui ho sempre degli orgasmi così travolgenti!
-Sei fantastica!-
Mi morde il labbro e poi mi fa scendere.
Cerco di riprendere fiato.
-Sei brava per essere stato il tuo secondo rapporto.-
Cosa?! Non crederà forse che io ero vergine.
-Il secondo con te.-
-Che vuoi dire?- si allontana da me.
-Voglio dire che non sei stato il primo con cui sono andata a letto insieme.-
Sembra quasi scioccato.
-Sono stata due anni insieme a Nathan. Pensi che abbiamo pettinato le bambole quando stavamo insieme?!-
Non riesco a decifrare la sua espressione.
Non sembra "disgustato" che sono andata con un altro, più per il fatto che qualcun altro mi ha vista nuda e mi ha toccata. O almeno penso.
-Solo con Nathan?-
-Non è stato lui il primo. È stato con un ragazzo alle superiori. Giocava a basket e io ero una cheerleader. Non era una cosa seria, almeno da parte sua. Io ci credevo invece era solo una stupida scommessa tra idioti!-
Annuisce e continua a farmi domande.
-Quante volte?-
-Quante volte cosa?-
-Con Nathan. Quante volte siete andati a letto insieme.-
Ma è impazzito?
-Ma chi se ne ricorda. Non l'ho mica contate!-
-Una volta al giorno?-
-Dipende. Alcune volte non ci vedevano per qualche giorno e quindi niente sesso e poi quando ci vedevamo recuperavamo.-
Mi mordo il labbro per provocarlo un po', dato che ci sono. Così penserà che sto ripensando a quando facevo sesso con Nathan. In realtà Andrew è dieci mila volte meglio ma a sto ragazzo non si possono dare sicurezze che lui si vanterà a vita.
-Smettila di farlo!-
Con una mano mi prende le labbra e mi fa smettere.
-Mi fa infuriare che quel cretino ti abbia vista nuda e che ti abbia toccato!-
-Potevi rapirmi prima.-
Ovviamente sono ironica. Voglio smorzare un po' la tensione.
Gli poggio le mani sul sedere e lo stringo un po'.
-Anche a me dovrebbe dar fastidio che ti sei scopato mille tipe.-
Rimane in silenzio non sapendo cosa dire probabilmente.
-Oppure vale solo per me?- continuo io.
-Si vale solo per te.-
Si avvicina e mi bacia. Con delicatezza e ma con trasporto. Un bacio delicato che vuole dire molte cose però. È la prima volta che mi bacia così. È un segno di pace.
Ci stacchiamo per riprendere fiato e ci guardiamo negli occhi.
-Te l'ho detto che sei bellissima?-
-Già mille volte penso.-
Sorride e mi bacia di nuovo.
Qualcuno bussa alla porta interrompendoci.
-Scusate... c'è qualcuno qui dentro?-
La stessa signora che ci ha aperto la porta prima, entra ora nella stanza.
-Sono io, Andrew. Stavo facendo vedere la casa alla mia fidanzata.-
Fa una faccia strana e se ne va.
-Credo che abbia capito che non mi stavi facendo fare un tour turistico.-
-Lo credo anche io.-
Usciamo da quella stanza e Andrew si richiude la porta alle spalle.
-Vieni ti faccio conoscere il signor Harry. È il marito di Abigail. Sono delle persone davvero gentili. Mi hanno cresciuto; ho passato molto tempo qui durante la mia infanzia.-
Continuo ad annuire, ascoltando quello che mi racconta.
Sono felice che abbia avuto delle persone vicino così gentili che non lo abbiano abbandonato mai. Mi chiedo dei suoi genitori. Non parla mai di loro. Non so neanche se sono ancora vivi. Credo di sì... Andrew è giovane quindi loro dovranno avere sui cinquanta o sessant'anni.
Saliamo le scale e Andrew bussa alla seconda porta a sinistra.
-Avanti!-
Andrew entra e il viso di Andrew si illumina.
-Hey ragazzo. Quanto tempo che non ti vediamo!-
Harry si alza e lo abbraccia. Credo che sia la prima volta che lo vedo abbracciarsi con una persona che non sono io. Neanche con suo fratello o con il suo migliore amico ha questi gesti di affetto. A proposito, devo scrivere a Katrina che è molto che non la sento. Così le chiedo se ci sarà anche lei questa sera. Almeno un volto conosciuto.
-Chi è questa bella donzella?-
-Sono Chanel, è un piacere conoscerla.-
-È la mia fidanzata.- specifica Andrew.
Mi fa sentire strano essere chiamata così. Ancora non mi ci abituo.
-E dove la sei andata a prendere una ragazza così bella?! Dall'altra parte del mondo?!- dice ridendo.
-Quasi.- ironizza lui.
Il che è vero. Argentina e Russia sono molto distanti.
Harry e Andrew si mettono a parlare del più e del meno e io con la scusa del bagno mi allontano.
Andrew mi indica quale porta è, e torna a chiacchierare con Harry.
"Ehi bellezza, ci sei anche tu questa sera alla cena a casa del Signor Harry?"
Invio.
Non so bene che cognome abbiano, quindi spero che capisca lo stesso a chi mi riferisco.
La sua risposta non tarda ad arrivare.
"Si ci sono anche io con Noah. Stiamo parcheggiando qui fuori."
Perfetto! Almeno lei. Devo dire che l'altro pomeriggio un po' mi sono innervosita quando mi ha detto di essere stata a letto con Andrew, però credo che mi sia passata. Cioè mi da fastidio ancora, infatti credo che stasera chiederò ad Andrew.
Decido di inviare anche un messaggino a Julia e a Amber. Magari è il caso di legare anche con loro. Infondo non sono cattive, sono solo riservate.
I loro numeri me li hanno dati quella sera che siamo usciti tutti e otto insieme.
"Ciao Julia, sono Chanel. Che ne dite domani di uscire tutte insieme?"
Lo stesso messaggio lo giro anche ad Amber cambiando il nome ovviamente.
Amber mi risponde subito di sì e aggiunge che è contenta che io le abbia scritto.
Sorrido leggendo il messaggio.
Esco dal bagno e torno nello studio del Signor Harry ma è vuoto. Evidentemente sono scesi di sotto. Vado verso la porta, verso Katrina mentre continuo a cercarlo con gli occhi.
-Ehiii. Ciao! Che bello vederti.-
Mi abbraccia e mi stritola un po'.
-Andrew dov'è?- mi chiede.
-Non lo so. Sono andata un attimo al bagno e l'ho perso di vista.-
-Strano che non ti abbia seguita anche li.- ridiamo entrambe.
-Ho aspettato che parlasse con qualcuno.- le faccio l'occhiolino mentre continuiamo a ridere.
-Noah dov'è invece?- chiedo io stavolta.
-Era qui un secondo fa.- si gira per cercarlo con lo sguardo.
-Ah. Eccoli lì. Sono entrambi insieme al signor Harry.-
Li vedo.
Andiamo verso di loro e appena Andrew mi vede, mi prende per il fianco avvicinandomi a lui.
-Così la stritolerai questa povera ragazza.- dice ridendo Harry.
Andrew rallenta la presa senza mollare però. Pensavo che si arrabbiasse dato che qualcuno ha osato dirgli come trattarmi invece ha fatto l'opposto. Evidentemente, Harry ha un grande potere su di lui, non me l'aspettavo.
Dopo un quarto d'ora circa, ci sediamo e cominciamo a mangiare. Andrew tiene costantemente una mano sulla mia coscia.
La cena procede bene. C'è giusto qualche istante, quando i padroni di casa mi chiedono della mia vita e della mia famiglia, che Andrew si irrigidisce. Ma io rispondo normalmente. Non capisco perché si deve innervosire così tanto! Mi pare di avergli dimostrato pienamente che può fidarsi di me. Più o meno. Anzi devo farmi ridare il cellulare così da chiamare mia madre. È troppo tempo che non la chiamo e si preoccuperà.
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Puro Desiderio|| ANDREW JAMES, CHANEL WILLIAMS
RomanceNon mi sono mai chiesta veramente fin dove ogni persona riuscirebbe a spingersi... l'ho capito solo dopo aver incontrato lui. Mi ha mostrato di cosa è fatto realmente il mondo. Mi ha mostrato che tutte le persone portano delle maschere, che anche io...