carmen VI

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Flavio, della tua amichetta a Catullo,

se non fosse un'imbarazzante rozza,

parleresti, né potresti tacere.

Ma non so con che malarica zoccola

te la fai; e ti vergogni a confessarlo.

Che tu non passi le tue notti solo,

mute invano, lo gridano le coltri

odorose di serti e d'olio sirio,

e il cuscino di qua e di là ugualmente

premuto, e i chiacchierini scuotimenti

e i passaggi dal letto trabballante.

A niente serve questo tuo silenzio.

Perché?... Avresti così fottuto aspetto

se non ne stessi combinando tante?

Perciò, che siano cose belle o brutte,

raccontale a me. Voglio a te e ai tuoi amori

dare con eleganti versi il cielo.

Catullo : carminaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora