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Sono arrivato a Londra da qualche ora insieme al mio amico Omar. Avevo qualche giorno libero e sono venuto qui perché non ce la faccio più a fare finta di nulla, a stare fermo ad Istanbul. Sono passati sei mesi, sei mesi in cui non ho fatto altro che pensare a Lei, ad Ava, la ragazza di cui sono perdutamente innamorato.
Entro nel locale dove ho messo piede per l'ultima volta mesi fa e vengo investito dal calore del locale e dalla gente che riempie il locale. Serata rock questa sera. Omar è accanto a me e mi fissa. Avanziamo tra le persone e arriviamo al bancone accomodandoci su due sgabelli appena lasciati liberi. I ragazzi mi fissano sorpresi e il socio di Ava mi fissa serio mentre serve da bere a delle ragazze.
-"Qual buon vento!" dice ironico l'amico di Ava mentre si pulisce le mani.
-"Salve. Come va?" chiedo sorridendo. John continua a fissarmi serio.
-"Tutto nella norma. Che prendete?" chiede in modo professionale.
-"Due whisky" dico guardandomi intorno alla ricerca di Ava, ma non la vedo da nessuna parte. Veniamo serviti e poi John va a servire altre persone.
-"Mi sa che l'amico ce l'ha con te. O sbaglio?" mi chiede Omar.
-"Non sbagli. Ovviamente ha le sue ragioni. Non mi sono poi comportato così bene con la sua amica. Sono sparito. Non è da me Omar, lo sai bene. Avevo solo il volo per Istanbul" dico frustrato.
-"Anche se la volevi chiamare, comunque non avevi nessun recapito" dice il mio amico. Annuisco e sospiro prima di bere una bella sorsata di whisky. John si avvicina di nuovo per servire dei clienti vicino a noi.
-"Ava?" chiedo curioso e ricevo uno sguardo assassino.
-"Non c'è" dice semplicemente. Sono sorpreso. È sempre qui di solito.
-"Come non c'è? Dov'è?" chiedo serio e un'agitazione che si impossessa del mio corpo.
-"Non c'è amico. È partita, come sempre" risponde enigmatico facendomi innervosire.
-"E?" chiedo nervoso e impaziente.
-"E cosa?" risponde serio.
-"Dov'è andata?" chiedo mentre sto perdendo la pazienza.
-"Istanbul" lancia la bomba così. Rimango di sasso sentendo il nome della mia città e rimango imbambolato a fissarlo. Bevo tutto il whisky che ho nel bicchiere e guardo Omar.
-"Questo è uno scherzo. Vero Omar?" dico incredulo al mio amico e ridendo in maniera nervosa.
-"A quanto pare no amico mio" dice il mio amico guardandomi.
-"Che ci fa ad Istanbul?" chiedo sorpreso. John si pulisce le mani e mi fa segno di seguirlo. Mi alzo dallo sgabello e lo seguo . Sta andando verso l'ufficio. Lo apre e lo seguo all'interno e chiude la porta alle nostre spalle. È tutto come prima. Guardo il divano dove ho dormito con Ava abbracciata al mio corpo, totalmente nudi dopo aver fatto l'amore e sento mancarmi il respiro.
-"Accomodati" dice indicandomi il divanetto davanti la scrivania. Mi ci siedo sopra afflosciandomi tutto, come se un peso mi stesse schiacciando. John si siede sul divanetto affianco e mi fissa.
-"Mert Sergin. Te la sei scopata e il mattino dopo sei partito scomparendo nel nulla. Sei scomparso per sei mesi e ora ti ripresenti qui chiedendo della mia amica, colei che era innamorata pazza di te, in modo professionale intendo. Non ti sei fatto più vedere. Cosa vuoi da lei?" dice John serio ed incazzato. Lo fisso a mia volta serio.
-"Sono dovuto ripartire. Dovevo ripartire. Mi sono sentito una merda anch'io per come mi sono comportato. Non volevo lasciarla così. Se avessi avuto il suo numero l'avrei chiamata ogni giorno e se avessi avuto almeno un pò di tempo libero sarei tornato qui. Solo ora a distanza di mesi sono riuscito ad ottenere qualche giorno di riposo dalle riprese. Che ci fa ad Istanbul? È assurdo che io vengo qui e lei va lì" dico serio.
-"È per lavoro. Abbiamo aperto un locale lì due settimane fa. Oggi è tornata ad Istanbul" dice John sospirando e ammorbidendosi un po'. Sono sbigottito.
-"Vive ad Istanbul?" chiedo sorpreso. Ho il cuore che batte come una furia.
-"Vive tra Londra ed Istanbul. Fa due settimane lì e due qui" mi spiega. Prende un foglietto e scrive qualcosa per poi passarmelo. Guardo dei numeri scritti e lo fisso confuso.
-"È il numero di Ava. Chiamala. Spiegale tutto. Non aspettarti salti gioia appena ti vedrà" dice sorridendo.
-"Se è per questo non li ha fatti nemmeno quando mi ha visto per la prima volta" dico sorridendo.
-"È fatta così. Sotto c'è scritto la via del locale. Vai da lei" dice alzandosi e battendomi una mano sulla spalla. Fisso il foglietto e sorrido felice. Per la prima volta dopo mesi sono di nuovo contento.

MAI DIRE MAI...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora