Era scappata via da lei.
Un minuto prima stavano per fare l'amore e un minuto dopo lei scappava via furiosa.
Si passò una mano tra i capelli, poi asciugò di nuovo le lacrime che non la smettevano di scendere copiose dai suoi occhi. Aveva distrutto tutto, la stupenda amicizia che c'era tra loro due non esisteva più. Camila probabilmente ora aveva paura di lei, o peggio ancora la odiava.
E come darle torto? L'aveva quasi costretta ad avere un rapporto sessuale con lei. Non era migliore di Tyler, anzi forse era anche peggio perché aveva quasi abusato di una persona a cui teneva, una sua amica. Era un mostro. Ricominciò a piangere. Si faceva schifo da sola.
Era psicologicamente stremata. Eppure aveva bisogno di lei. Sperò che l'amica riuscisse a perdonarla prima o poi. Poteva iniziare con lo scusarsi, così le inviò un messaggio, non sapeva davvero cosa dirle, così le scrisse semplicemente:
- Scusami Cami. Non so davvero cosa mi sia preso. Mi perdoni? -
La risposta non arrivava, così iniziò a piangere di nuovo. Non poteva perdere la sua migliore amica, era troppo importante per lei. Ok, aveva fatto una cazzata, ma all'inizio nemmeno lei sembrava dispiaciuta della cosa. O forse era solo sotto shock. Ma no, ricordava perfettamente la dolcezza e la morbidezza della lingua che le aveva esplorato la bocca, cercando la sua lingua, e le mani che bruciavano sulla sua pelle, sul suo seno. E ancora la sua bocca sexy sul suo capezzolo. E quando le aveva infilato la mano nelle mutandine, l'aveva trovata calda, bagnata quanto se non più di lei.
Cavolo, si stava eccitando di nuovo, al solo pensarci. E non doveva. Camila non lo voleva, il suo sguardo infuriato glielo aveva fatto capire più che bene. E infatti non le rispondeva nemmeno al messaggio. Riprovò, sperando di impietosirla.
- Camz, ti prego, rispondimi. Non sei arrabbiata con me, vero? :-( -
Ancora nulla, forse l'aveva persa davvero. Che stupida. Era proprio una stupida. Come le era venuto in mente? Continuava a torturarsi, e lei non le rispondeva. L'avrebbe capita se non avesse voluto avere più niente a che fare con lei per il resto della sua vita. Ma lei non poteva vivere così, sapendo di aver bruciato la cosa più importante della sua vita per meno di cinque minuti di passione. Doveva fare un ultimo tentativo.
- Giuro che non lo farò mai più, ma ti prego perdonami. Non voglio perderti, ti voglio troppo bene. -
Passò la mattinata a letto, aspettando un suo messaggio che non arrivò.
Quindi era finita. Era finita così. E solo per colpa sua.
In un accesso d'ira scagliò il cellulare contro la parete, distruggendolo, poi tirò in pugno sulla scrivania, che era ricoperta da uno strato di vetro. Il sangue iniziò a scorrere alla stessa velocità delle sue lacrime, mentre si accasciava vicino alla porta del bagno, senza più forze, svuotata.
Dopo un po' si riprese, andò in bagno e trovò qualcosa con cui fasciarsi la mano. Guardò la sua immagine allo specchio. Aveva gli occhi arrossati e gonfi dal pianto, il livido iniziava leggermente a schiarirsi, la ferita al labbro spiccava sulle sue labbra rosse. Come poteva sperare di piacere a qualcuno in quelle condizioni? Provò l'impulso di tirare un pugno nello specchio, ma si trattenne, la mano le pulsava ancora per prima.
Ritornò in camera, buttandosi sul letto, stremata dalla disperazione. Dormì fino al pomeriggio.
"Lauren, che cazzo è successo qui?" La voce di sua sorella la svegliò di soprassalto.
"Nulla, vattene via."
"Cosa cazzo ti è successo alla faccia?"
Oh cazzo, se n'era dimenticata. Era riuscita ad evitare i suoi parenti fino ad ora, ma quella ficcanaso di Taylor ora l'aveva vista.
"Ho sbattuto. Te ne vai?" Le chiese nervosa. Non avevano un grande rapporto, vivevano semplicemente sotto lo stesso tetto. Era così da quando la madre aveva lasciato i tre figli e il marito per andarsene con uno più giovane e ricco del padre. Era lei che teneva unita la famiglia, e ora non c'era più da quattro anni.
"Hai fatto la puttana con chi non dovevi, vero? Quindi le voci che girano a scuola sono su di te." Le disse sprezzante.
"Esci di qui Taylor o giuro su Dio che te le dò di santa ragione." Le urlò alzandosi minacciosamente dal letto e mettendosi faccia a faccia con lei.
La sorella uscì dalla sua camera, mormorando un "te lo sarai cercato" che la distrusse. Chiuse la porta sbattendola e iniziando a prenderla a pugni mentre ricominciava a piangere, incurante del dolore. Era a pezzi.
Uscì dalla sua camera quando fu sicura che non ci fosse più nessuno in casa. Aveva fame e sete. Stava andando in cucina quando bussarono alla porta. Pensò di non aprire, ma poi sentì le voci delle sue amiche, e ne aveva proprio bisogno. Aprì sperando che ci fosse anche Camila, e la cercò con lo sguardo, sorridendo vedendola.
Quando finalmente l'abbracciò, sentì che tremava.
"Camz, hai freddo?" Le chiese preoccupata.
"No, Lau, perchè?"
"Stai tremando." Si staccò dall'abbraccio. Quindi alla fine aveva avuto la conferma che si aspettava. Le sue paure erano fondate. Camila aveva paura di lei.
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Senza una donna - Camren
FanfictionL'amicizia tra le giovani Lauren e Camila si complica improvvisamente. Sentimenti contrastanti le confondono. Riusciranno ad uscire da questa situazione complicata senza farsi del male?