6 - Dietro la porta

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Camila era in ansia per Lauren, le scrisse un messaggio, ricordandosi solo dopo aver sentito il telefono squillare che il suo cellulare ce l'aveva lei. Oltre all'ansia, il senso di colpa la divorava.
Erano passate ormai le tre di notte quando si mise a letto, agitandosi tra le lenzuola con il cervello che non la smetteva di arrovellarsi sulle varie emozioni che provava.

Aveva sentito un bisogno irrefrenabile di baciare la sua migliore amica, e iniziò a pensare che magari il suo bere tanto alle feste era collegato alle varie storie di sesso di Lauren. Quindi era così? Beveva perché Lau si buttava tra le braccia di sconosciuti mentre avrebbe voluto stringerla lei?

Era assurdo anche solo pensarlo, ma credeva di sì. Era un istinto. Le poche volte che Lau non era dell'umore di rimorchiare un ragazzo, erano le poche volte in cui lei rimaneva sobria. Come aveva fatto a non capirlo?

E da quando provava attrazione per le donne? Lei era etero, cazzo. Aveva un ex fidanzato ed era uscita svariate volte con dei bei ragazzi, pomiciando con alcuni di loro. Non aveva mai trovato la persona giusta per affrontare la sua prima volta, ma non se ne faceva un problema. Non tutte le ragazze si davano subito, e lei non aveva mai sentito quella forte attrazione sessuale che le avevano descritto le sue amiche.

E ora, da dove usciva fuori questa specie di cotta per Lauren? Tanto da essere gelosa dei ragazzi con cui scopava. Era da uscire di testa.

Si girò per l'ennesima volta nel letto, scalciando il piumone, e guardando la sveglia sul comodino. Erano le quattro, e il sonno ancora non arrivava. Sentiva una forte agitazione nello stomaco che non le dava tregua.

Chiuse gli occhi per cercare di dormire, e rivide le sue labbra rosse, dovevano essere morbidissime, e ripensò ai suoi occhi verdi, intensi, profondi.

Si girò ancora una volta nel letto, con la voglia di stringerla al suo fianco. Prese la giacca di Lauren portandola vicina. Aveva ancora il suo profumo. Finalmente riuscì ad addormentarsi.

Si svegliò sudata, con le parole di quel ragazzo che le rimbombavano nelle orecchie e il cuore che andava a trecento. Erano le otto di domenica mattina, avrebbe voluto restare a letto ma non ci sarebbe riuscita. Si alzò, vestendosi velocemente.

Non poteva aspettare oltre, anche se Lauren l'avrebbe odiata per averla svegliata a quell'ora. Prese le sue cose ed uscì salutando sua madre che la fissava stranita.

"Dove vai a quest'ora Cami?"

"Devo fare una cosa. Ciao." scappò via cercando di evitare altre domande.

Si sentiva agitatissima. Perché Lauren era andata via così, lasciando la sua roba lì, e senza avvisare nessuna di loro? La sera prima faceva freddissimo, e aveva anche piovuto a dirotto, e lei aveva tra le mani la giacca di pelle della sua amica. Sperava di trovarla a casa sana e salva.

Dopo dieci minuti, arrivò finalmente a casa Jauregui, e iniziò a bussare alla porta. Sembrava non ci fosse nessuno, ma continuò a bussare. Magari Lauren e i fratelli dormivano, il padre chissà dov'era. Poi ricordò che i fratelli erano andati da alcuni cugini per il fine settimana, quindi magari davvero non c'era nessuno lì. Continuò a bussare, finché non sentì dei rumori, e finalmente la porta si apri.

"Salve signor Jauregui, Lauren è in casa?"

"Non ne ho idea, prova a vedere in camera sua ma smettila di fare rumore, ho un mal di testa atroce."

"Grazie, e mi scusi." Disse entrando e iniziando a salire le scale.

Bussò alla porta della camera di Lauren, non sapeva nemmeno cosa le avrebbe detto, voleva solo vederla. Non rispose nessuno, così provò ad aprire. Era chiusa a chiave, quindi doveva essere dentro.

"Lauren. Sono io, Cami. Aprimi."

Nessun rumore dall'interno. Bussò di nuovo. "Lauren, ti prego. Mi apri?"

"Va' via."

"Ti prego, ho bisogno di parlarti, di vederti."

"No. Vai via." La voce le sembrò nasale, come se stesse piangendo, e le si strinse il cuore. 

"Cos'è successo ieri? Sei sparita. Hai lasciato la roba in casa, te l'ho riportata. Mi apri per favore?"

Nessuna risposta dall'altra parte. Continuò a pregarla per un po', ma Lauren continuò a non risponderle.

Senza una donna - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora