Prologo

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É notte fonda. Sta diluviando.
Lady Isabelle Thompson, conosciuta da tutti come Izie, completamente fradicia e coperta da una semplice mantella, si ritrova dinnanzi la porta della villa della famiglia Ramsey.
"Oddio non ci credo che sono qui!" pensa.
Molto titubante decide di suonare il campanello. Data l'ora tarda deve aspettare un po' prima che un maggiordomo, un po' assonnato, apra la porta. L'uomo, di circa una cinquantina d'anni, la guarda stupito "Milady, che ci fate fuori, sotto la pioggia, a quest'ora della notte??? Entrate!".
Izie, infreddolita, si lascia trascinare dentro fino ad un grande salotto.
Il maggiordomo guarda bene la giovane: ha uno sguardo impaurito, confuso e disperato "Milady venite, sedetevi!" insiste facendola sedere sulla poltrona.
Ma Izie, ancora tremolante dal freddo, nemmeno lo ascolta. Non può attendere. "Ho bisogno di parlare con il duca".
Il maggiordomo la guarda stranito "Milady purtroppo il duca si è già ritirato nelle sue stanze da diverse ore. Vi faccio portare qualcosa di caldo e un cambio. Non potete stare con questi vestiti fradici..."
"Prima devo vedere il duca. È urgente!" insiste lei.
"Sono spiacente Milady, ma starà sicuramente dormendo. É molto tardi. Vi faccio preparare una camera, così restate a dormire e domattina potrete vederlo".
A quel punto Izie, spazientita, si alza di scatto con uno sguardo furente "Ho detto che devo assolutamente parlare col duca! Non posso aspettare! Sono venuta a quest'ora, sotto la pioggia... il minimo che può fare Vostra Grazia è uscire dal suo caldo letto e scendere le scale!" afferma in tono minaccioso.
Il maggiordomo guarda sempre più dubbioso la giovane ragazza con i vestiti a mollo e lo sguardo fermo.
"Va bene Milady. Provo a svegliarlo. Voi accomodatevi. Vi faccio preparare un tè caldo per scaldarvi"
Appena uscito l'uomo Izie si accascia nuovamente sulla poltrona "Non ci credo... Lo sto facendo davvero... Ma non ho scelta".
Dovette attendere una decina di minuti prima di vedere la porta spalancata e un uomo sulla trentina che faceva il suo ingresso: il duca Antony Ramsey.
'Perche deve essere così bello anche appena sveglio?' pensò Isabelle. L'aveva sempre affascinata con i suoi capelli scuri e i suoi occhi azzurro mare.
L'uomo, con ancora la giacca da camera addosso, si avvicinò a lei preoccupato. "Isabelle... Cos'è successo? Perché siete fuori a quest'ora e con questo tempo?" le chiese lui.
Izie rimase immobile a guardarlo tutt'a un tratto intimorita dalla richiesta che doveva fargli "Io... Io... Ppperdonate l'ora milord, avete ragione... Ma..." balbettò lei.
Lui la prese gentilmente per un braccio e la fece sedere accomodandosi accanto a lei "Venite sedetevi. Mio Dio, ma siete a mollo! Vi faccio portare immediatamente qualcosa di asciutto da Thomas... "
"No aspettate... Devo chiedervi una cosa... E devo farlo adesso prima che mi manchi il coraggio..." rispose lei.
Antony le studiò il viso preoccupato. Il suo sguardo era disperato. Voleva aiutarla in qualche modo. Le prese una mano e le disse dolcemente "Dev'essere qualcosa di veramente importante per non poter aspettare fino a domani. Ditemi".
Izie, incoraggiata dalle sue parole, fece due sospiri molto lunghi per calmarsi. A quel punto alzò la testa, lo guardò dritto negli occhi e gli chiese "Milord ricorsidereste la vostra vecchia proposta di spostarmi?"

Antony strabuzzò gli occhi.
'Stava dicendo sul serio?' pensò lui 'Buon Dio, l'anno scorso mi ha persino ringraziato per aver ritirato la mia proposta di matrimonio e adesso è qui in queste condizioni a chiedermi di sposarla?'
Guardò la bellissima Isabelle nei suoi splendidi occhi dorati senza sapere cosa dire.
Da quando l'aveva conosciuta il suo sogno era stato poterla sposare. Era bella e intelligente, non come tutte quelle oche che giravano nei saloni dei ricevimenti che frequentava.
Lei, notando la sua sorpresa, proseguì "Lo so milord che vi colgo di sorpresa con questa mia domanda. Il fatto, vedete, è che da quando è morta mia madre ho iniziato a badare ai nostri affari. Mi sono resa conto che siamo in guai molto più grossi di quanto pensassi... Siamo in bancarotta... Io non riesco a gestire tutto e, oltre a questo, non ce la potrei fare a mantenere le proprietà e tutto il resto. Credetemi, non ci dormo la notte. Ho cercato di valutare ogni situazione, ma è impossibile saldare i debiti che, soprattutto nell'ultimo anno, sono raddoppiati" con le lacrime agli occhi strinse la sua mano e disse con voce ferma "Non posso perdere la casa di mio padre... La casa dove sono cresciuta... L'eredità della mia famiglia... Vi prego aiutatemi!"
Antony la fermò mettendole le mani sulle spalle "Isabelle, è una decisione importante. Avete valutato tutte le opzioni? Vendita di quadri di valore, mobili o di terreni?"
Izie scosse la testa sconsolata "Purtroppo quello che c'era da vendere è stato venduto. Persino i quadri di valore sono andati molto tempo fa e adesso siamo in possesso solo di copie".
Antony chiese allora "E i vostri nonni? Non possono darvi ancora una mano?"
Izie abbassò gli occhi e rispose "Non vedo i miei nonni da tempo... Diciamo che non siamo più in buoni rapporti. Sono completamente sola dalla morte della mamma..." disse mentre delle lacrime le salirono agli occhi.
Vedendola in lacrime, Antony non resistette e la strinse a sé. Sapeva quanto fosse speciale il rapporto con sua madre "Non fate così Isabelle, a tutto c'è un rimedio. Adesso siete troppo stanca e infreddolita. Vi faccio preparare una camera e stanotte rimarrete qui. Domattina parleremo con più calma..."
Lei iniziò a singhiozzare "Non posso dormire... Non ci riesco se non risolvo questo problema..."
Lui sorrise "Avete ragione! Non temete, ci sono qui io adesso. Vi prometto che domani, a mente fresca, ne parleremo meglio e, in un modo o nell'altro, troveremo una soluzione" la consoló.
Si allontanò leggermente per guardarla negli occhi "Va bene, Belle?"
Lei rimase stupita "Non mi chiamavate più così da tanto..."
Il sorriso di lui si allargò "Lo so..." rispose semplicemente. Antony pensò, come dal primo istante in cui l'aveva vista, quanto fosse bella. Persino adesso con gli occhi arrossati dalla stanchezza e dal pianto la trovava stupenda. I suoi capelli castano scuri erano sciolti e umidi dalla pioggia ma lo stesso non resistette e si soffermó ad accarezzarli. Lei rimase immobile a fissarlo finché lui si alzò e fece chiamare il maggiordomo
"Thomas prepara una stanza per Lady Isabelle. Resterà qui stanotte. Mi raccomando prendi dei vestiti puliti dall'armadio di mia madre"
"Già ho provveduto Vostra Grazia. Ho fatto anche preparare una camomilla calda così la signorina potrà scaldarsi" rispose Thomas.
Antony sorrise "Ottimo Thomas. Grazie mille. Ora accompagna Lady Isabelle " Antony prese tra le mani quelle di Isabelle le si avvicinò e le sussurrò "Tranquilla, Belle. Penserò a tutto io. Riposati adesso"

Il mio destino sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora