𝚁𝚞𝚐𝚒𝚊𝚍𝚊 {𝟛/𝟝}

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Neverland Ranch, California - 8 settembre 1999

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Neverland Ranch, California
- 8 settembre 1999

«Cosa volevi dirmi di tanto urgente, Bon?» le chiese la bionda, leggermente assonnata e stordita, mentre stropicciava i suoi occhi con entrambe le nocche.
«È successo, Nat!» esordí la bruna, battendo le mani entusiasta.

«Cosa..è successo?» domandò nuovamente l'altra, osservandola con fare confuso.
«Frank mi ha chiesto di essere la sua ragazza!»

Natalie rimase leggermente interdetta a quella notizia e con fare scaltro, fece uno scatto felino col fine di sedersi al fianco della sua amica. «Dici sul serio?» e la strinse al suo corpo, avvolgendola con entrambe le braccia. «Devi raccontarmi tutto, subito!» concluse, virando il suo sguardo nel suo.
Bonnie ridacchiò sommessamente, racchiudendo poi una mano della fanciulla tra le sue, iniziando a raccontare ogni dettaglio di quella proposta dolce e candida, avvenuta poche ore prima.

Le due trascorsero qualche momento insieme, rendendo partecipe anche la loro compagna Emily, che quella mattina aveva ricevuto un permesso per riposare e quindi - insieme alle altre, decise di andare a fare compere lungo alcuni negozi di vestiti con l'intento di trascorrere una giornata all'insegna di chiacchiere e risate tra donne.

❀ ❀

«Quel tubino ti sta un incanto addosso, Nat» esordí la bruna, una volta varcato il cancello della maestosa ed eccentrica dimora del cantante. «Hai fatto bene a darmi ascolto!» aggiunse, pavoneggiandosi un poco.
Natalie ridacchiò con fare imbarazzato, portando i palmi al viso. «Sicuramente Jackson rimarrà rapito dalla tua bellezza, con quel vestito addosso!» prese parola la governante. «Lo renderai ancora più..» e virò lo sguardo complice, nei confronti della bruna. «Balbuziente!» concluse ella, con pura nonchalance.

«Ragazze!» esordí la fanciulla, agitando le mani in aria con fare sconvolto. «Siete state chiare, anche fin troppo!» aggiunse, accusando un leggero rossore, impadronirsi delle sue gote paffute. «Ma ora se non vi dispiace» e si strinse nelle spalle, stiracchiando leggermente.
Emily la strinse a se ed abbozzando un sorriso complice alla bruna, si congedò con fare scaltro - seguito da quest'ultima, che riluttante - la seguí a passo spedito.

«Ah, noi donne» disse tra sé e sé, facendosi strada nella sua stanza e posando sul morbido materasso matrimoniale, quel vestito appena comperato. «Ma hanno ragione, dopotutto» e chiudendosi nelle spalle, si morse il labbro inferiore. «È proprio un bel vestito» ma nonostante fosse catturata da quel pezzo di tessuto, un leggero bussare la destarono.

«Bambina, posso?» esordí l'uomo, facendo capolino da dietro la grande porta di legno scuro, con la chioma corvina notevolmente arruffata ed ella, a quella vista, sorrise interessata - incrociando le braccia al petto, notando lo stato bizzarro e sconvolto della sua celebrità: la matita intorno ai suoi occhi, non era delineata e nitida come era solito portare, bensì più sciolta e confusa. Il volto era arrossato e bandito di sudore ed i capelli erano raccolti in un codino approssimativo.
«Certo Jackson» si affrettò a rispondergli. «Ma non preferisci farti una doccia prima?» chiese, catturando ancora il suo labbro tra i denti, intenta a trattenere le risa divertite.

𝐓𝐡𝐞 𝐁𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡 | 𝐌𝐉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora