𝚁𝚞𝚐𝚒𝚊𝚍𝚊 {𝟜/𝟝}

211 26 329
                                    

Neverland Ranch, California - 10 Settembre 1999

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Neverland Ranch, California
- 10 Settembre 1999

La tenda era leggermente scostata dalla grande vetrata della sua stanza, quel tanto da far trapelare la fioca luce del mattino, che imperterrito aveva preso il posto del buio della notte.
Natalie inspirò più volte, tenendo le mani incrociate sopra al petto non esageratamente prosperoso, osservando di tanto in tanto l'uomo che riposava al suo fianco, con la bocca semi aperta.

Tuttavia non era riuscita a conciliare il sonno in quelle ore in quanto il giorno seguente, sarebbe partita e ritornata così, alla sua maestosa e caotica Los Angeles.
Immersa nei suoi più celati pensieri, la fanciulla alzò il busto, attenta a non destare il sonno del cantante che di risposta, emise un mugolio roco e si girò su un fianco, dandole di spalle e provocandole così, un sorriso divertito e mentre egli era immerso ancora nel suo mondo incantato, ella si tirò su a sedere, osservando la valigia ancora vuota in fondo al letto.

Con attenzione si guardava intorno, percependo una sensazione di pura malinconia pervaderle le ossa all'idea di lasciare quel luogo magico, superlativo ed estremamente dolce che la teneva legata a lui, al suo mondo - proteggendoli così dall'effimero contorno, dall'ignoto.
Lo vide agitarsi un poco nel sonno, come un bambino indifeso e leggermente scosso da un brutto incubo ed affiancosi nuovamente alla sua figura, gli accarezzò il viso, più volte, con il dorso della mano - rilassandosi quando il respiro del moro, tornò regolare.

«Jackson, il mio piccolo uomo adulto» mormorò a bassa voce, con un sorriso sghembo - per poi trotterellare in bagno, per dedicarsi ad un bagno caldo.
Nonostante il fardello che si portava addosso, la fanciulla decise di rilassarsi alla beata sensazione di tepore che le regalava l'acqua intorno a se, beandosi di quella sorta di intimità che si era ritagliata solo per se stessa.
Giocherellava con la schiuma, schizzando di tanto in tanto l'acqua con i piedi mentre aveva azionato della buon musica classica di sottofondo, ad un volume non eccessivamente alto dato che il cantante stava ancora riposando dall'altra parte della porta.

Quest'ultimo infatti, non percependo più la fisicità della dama al suo fianco, una volta tastato il materasso con la mano destra - aprí le palpebre lentamente, battendole ripetutamente e tirandosi su con il busto, fece caso al fatto che si fosse addormentato con la camicia ed i jeans, che aveva addosso dalla sera precedente.
Inspirò, serrando le labbra in una linea dura quando, svegliandosi del tutto - il suo sguardo si focalizzò sulla valigia aperta della giovane, che mano a mano stava preparando per la partenza stimata al mattino dopo.

In tutto ciò, ancora non si era accorto che ella vi era in bagno, completamente ignara che egli si fosse alzato e quindi ordinato la colazione, a fine che una delle sue governanti, gliela portasse in camera non insinuando domande - e percependola canticchiare, bussò alla porta di ciliegio.
«Bambina, sei lì dentro?» chiese con aria innocente, mentre si portò alla bocca un biscotto al cioccolato.

𝐓𝐡𝐞 𝐁𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡 | 𝐌𝐉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora