Trying to know you better | Lance Stroll

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Dedicata a N4N4CUTIE
Spero ti piaccia💞

📍Austin, Texas

Quando la mia monoposto è al sicuro dentro al box, posso finalmente scendere e non avere più a che fare con tutto ciò per un po'.
Sono una pilota, certo, ma quando le cose vanno eccessivamente male preferisco allontanarmi per un po' dalla mia monoposto.
Il fatto è che corro per Williams e qualificarmi ultima ogni santa volta è davvero straziante, soprattutto oggi che siamo anche in America, la mia patria.
Mi tolgo il casco e la balaclava e in silenzio faccio per andarmene.
Certe volte penso che forse non avrei dovuto fare questo lavoro con il carattere che ho, vorrei tutto e subito, ma devo capire che forse nella vita non funziona esattamente così.
Mi allontano dal mio box sbuffando e incenerendo con lo sguardo ogni giornalista o fotografo che osa imbattersi in me.
Sono conosciuta qui dentro per le mie pessime uscite contro le persone e nonostante quasi tutti i piloti abbiano cercato di fare amicizia con me, io li ho allontanati. Perché sono fatta così, odio tutti da quasi sempre e odio il mondo che non mi fa avere le cose che desidero. I piloti l'hanno capito e hanno preferito starmi alla larga. Meglio per entrambi onestamente, probabilmente se uno di loro dovesse avvicinarmisi rischierebbe addirittura la vita.
Entro nel mio motorhome e mi siedo su una sedia nel tentativo di guardare come finiranno queste qualifiche. Tanto già so che insulterò tutti solo perché non ci sono io in pole.
Sono sola, perché anche il mio preparatore atletico se ne guarda bene dallo starmi intono quando mi ritiro o mi capitano cose spiacevoli durante le qualifiche. Almeno lui rispetta quello che sono e che sono dovuta diventare quando ero bambina senza chiedersi il perché e il percome di questo mio carattere così scontroso.

Alla fine la pole l'ha fatta Hamilton, una novità decisamente. Spengo prepotentemente la televisione e lancio il telecomando sul divano.
Tra qualche minuto dovrò andare a quel briefing noioso che mi tocca sorbire ogni weekend di gara, ma al quale non posso sottrarmi. Già sono scontrosa, vorrei evitare di essere licenziata perché non adempio ai miei doveri.
-Ehi Mad, posso?-
Qualcuno bussa alla porta e parla anche; lo maledico in qualsiasi lingua che conosco e devo dire che la mia preferita è l'italiano. Offre ottimi spunti per poter uccidere una persona.
-Vattene.-
Rispondo senza sentimento all'unico pilota che non ha mai smesso di provare a parlarmi e capirmi e soprattutto addolcirmi.
Non so bene perché lo stia facendo, ma Lance Stroll di sicuro non è uno che si da per vinto, nonostante io lo tratti veramente male.
-Eddai fammi entrare. Penso che tu abbia bisogno di parlare un po'.-
Ok ammetto che forse ha ragione, parlare con qualcuno mi farebbe bene. Ma con lui? Non se ne parla, lui non ha avuto un compagno di team come George, osannato da tutti.
-Guarda che busso finché non apri.-
Lance inizia a percuotere la porta e dopo due minuti buoni capisco che davvero non scherza.
Così, più per non fargli distruggere la porta che per dargliela vinta, mi affaccio alla porta con uno sguardo corrucciato.
Lui subito mi rivolge un sorriso e senza neanche chiedermi il permesso entra nel mio motorhome scansandomi semplicemente.
-Allora Mad, vuoi parlare delle tue qualifiche?-
-No.-
Seriamente, ha davvero il coraggio di parlare con me? Uno che ha la monoposto copiata e solo per quello va veloce?
-Mad per favore, smettila di allontanare tutti.-
Fidati, è meglio così.
Lo dico a bassa voce, però decisamente Lance sente.
Lui non ha idea di cosa io stia parlando, infatti mi rivolge uno sguardo perplesso e anche incuriosito.
Vuole sapere di cosa sto parlando, ma sarà difficile per me parlarne così con qualcuno che neanche conosci bene.
-Ascolta: devi fare una scelta. Rimanere per sempre sola e arrabbiata o diventare amica di un certo bel canadese che ti farebbe morire dal ridere tutti i giorni.-
Sfacciato e per niente egocentrico se chiedono, mi raccomando.
Il fatto non è tanto che non voglio essere sua amica perché è Lance Stroll, non voglio che si faccia del male. Semplice.
-Perché scegliere me Lance? Perché non vai a rompere il cazzo al tuo amico francese del team francese?-
Ok si la mia corazza è la rabbia e Lance più di altri è bravo a farmi incazzare.
-Perché dici così?-
Probabilmente l'ho anche offeso. Ormai offendo tutti.
-Perché...-
Glielo sto per dire? Mi ha osservato talmente tanto da capire che l'unico modo per farmi dire le cose è farmi arrabbiare? Wow dovrebbe fare lo psicologo e non il pilota allora.
Faccio un sospiro profondo e mi preparo a dirgli la verità.
Se la merita, in fondo. È l'unico che non ha mai gettato la spugna con me.
-Perché le persone intorno a me e a chi voglio bene muoiono, Lance. Non voglio che capiti anche a te.-
Ovviamente Lance neanche lontanamente si immaginava una mia risposta del genere.
Perché chiaramente chi si immagina una risposta così tragica?
-Mad, non vorrei chiedertelo...ma perché dici così?-
Lance è bravo anche a non pretendere spiegazioni, ma arrivata a questo punto non posso lanciare il sasso e tirare indietro la mano.
-Sai chi sono io?-
Può sembrare una domanda cretina, ma non lo è, lo giuro.
-Sì, sei Maddison, per ora l'unica pilota donna ad essere qui con me.-
-E sai perché sono famosa?-
C'è in realtà un motivo per il quale la gente mi conosce, che potrebbe farmi anche onore, ma che non lo è affatto.
Lance annuisce.
-Perché sei la più giovane ad avere fatto il salto F3/F1.-
-Ti sei mai chiesto come io abbia fatto?-
Lance nega con la testa.
Mi sembra anche strano che lui non sappia della mia vita. Ogni pagina di gossip ci ha messo veramente poco a scoprire tutto.
-Quando ero piccola mio fratello...-
Faccio un sospiro cercando di non scoppiare in un patetico pianto anche se questa parte della mia vita è tutt'altro che semplice e felice.
Lance sembra accorgersene e subito mi affianca, accarezzandomi piano le braccia.
-Mio fratello è morto perché un idiota ubriaco l'ha investito mentre tronava a casa.-
Lance non dice nulla, mi guarda solo negli occhi senza interferire con il racconto che a nessuno qui dentro ho mai raccontato.
-Avevo otto anni ed ero così arrabbiata con il mondo che ho deciso di continuare ciò che mio fratello stava facendo: il pilota di go kart. Era bravo, molto promettente e all'inizio io facevo veramente pena, ma poi ho iniziato a migliorare giorno dopo giorno...ed eccomi qui.-
Non guardo Lance mentre parlo, ma lui non pretende nulla.
Mi sento così patetica in questo momento.
-Scusa, non dovevi saperlo.-
Faccio per divincolarmi dalla sua presa, ma lui non molla.
Perché continua a non mollare con me? Perché?
-Non c'è nulla di male in quello che hai detto Mad, ti fa apparire solo come una persona normale.-
Alzo piano lo sguardo, ho paura di guardare Lance negli occhi. Capirebbe solo la mia debolezza.
Invece mi sorride, piano, come si fa con un bambino quando ha appena pianto per qualcosa.
All'improvviso però scosta le mani dalle mie spalle e cerca qualcosa nelle sue tasche.
Che ha intenzione di fare ora? Voglio solo che se ne vada. Dopo questa mia confessione voglio solo chiudermi a riccio come sono tanto brava a fare.
-Ora ti faccio vedere una cosa. Tu ti sei confidata con me, ora tocca a me.-
Prende il cellulare e mi fa vedere un video.
È un bambino, non troppo piccolo ma neanche troppo grande e balla. È davvero molto bravo.
-Chi è questo bambino?-
-Sono io.-
Questa davvero non me l'aspettavo.
Lance ballava da bambino? È davvero molto bravo, tanto che lo guardo quasi incantata.
-Dove hai imparato a ballare?-
Non stacco lo sguardo neanche per un momento dallo schermo.
-Mia madre mi obbligava a seguire dei corsi di danza per migliorare la mia presenza. È strano per un maschio, ma alla fine mi piaceva.-
-Eri bravo. Perché hai smesso?-
Un'idea in realtà ce l'ho, anche se preferisco me lo dica lui.
-Mio padre preferiva che io corressi con i kart e alla fine ha vinto.-
Non mi sembra troppo dispiaciuto di questa sua scelta finale, anche se forse mi fa intendere che ballare un po' gli manca.
-Ti è tornato un pochino il sorriso?-
Lance sta facendo davvero di tutto per starmi vicino, per non farmi sentire sola, per essere mio amico.
E forse per la prima volta dopo tanto tempo sento di potermi avvicinare a qualcuno senza aver paura di volergli bene o di metterlo in pericolo.
Annuisco alla sua domanda con un sorriso ed entrambi ci alziamo per uscire dal mio motorhome.
Mi cinge le spalle con un braccio e insieme sorridiamo; non so dove voglia andare, cosa voglia fare, ma con lui sarei pronta a fare di tutto.
Con il mio nuovo amico sento che nel mondo sono un po' meno sola.

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Ecco un'altra one shot su Lance. Spero vi sia piaciuta e ci vediamo la settimana prossima.
-C❤️

F1 - ONE SHOT [RICHIESTE CHIUSE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora