0.3

528 52 5
                                    

"Alzati, siamo arrivati" sentì la voce di sua madre e la guardò confuso. "Quando capirai che non so cosa stai dicendo?" disse facendola ridere "Siamo arrivati, ti devi svegliare adesso" si alzò e afferrò il suo bagaglio a mano. Uscirono dall'aereo e andarono a sistemare tutte le carte.

Una volta finito uscirono fuori. L'aria era diversa e San non sapeva leggere le scritte. Tutto ciò che leggeva non gli veniva in mente e non riusciva a distinguere le parole. Sentiva già di dover piangere, non apparteneva a quel posto.

Guardò i segnali stradali e vide dell'inglese, ringraziò gli dei che l'inglese fosse una lingua comune e seguì sua madre. "Dove stiamo andando?" chiese, ma la madre non rispose. "Stiamo andando a casa di nonna" capì solo una parola e decise di restare in silenzio.

Si sedettero sul taxi, tirò fuori il libro che stava leggendo e iniziò a imparare la grammatica e, ancora una volta, le parole base. Provò a pronunciare certe parole ma non riusciva a dirle giuste, si dimenticava una lettera oppure erano troppo lunghe da pronunciare e si arrese a metà strada. La madre di San guardò lo sguardo concentrato sulla faccia del figlio, era orgogliosa che ci stesse almeno provando.

"Ci siamo" disse l'autista e la madre di San si inchinò, dando una gomitata San per fare lo stesso.

"Ti devi inchinare, ogni volta che mi vedi farlo lo fai anche tu, okay?" disse lei mentre presero le valige e bussarono alla porta.

"Oh mio dio, San!" capì solamente il suo nome ma sua nonna lo abbracciò. Non capì cosa stesse succedendo però ricambiò l'abbraccio e sorrise. Dovette ammettere che era a suo agio e anche il tempo era confortante.

"San non parla coreano quindi ci saranno delle difficoltà" sentì sua madre parlare causando uno sguardo confuso sul volto di sua nonna.

"Lei... non sai... coreano?" provò a dire. San la guardò e sorrise timidamente squotendo la tesa. Sua nonna sospirò "Come hai potuto non insegnarglielo?" vide sua madre ridere e alzare le spalle, prendendo sua nonna per le stesse e spingendola ad entrare.

"Che ne dici di farti un riposino e poi andare in città per un po'?" gli disse. Lui annuì e prese le borse vedendo dove sua nonna stava indicando che fosse la sua camera.

Si tolse le scarpe e si guardò attorno. Era una casa tradizionale coreana, aveva visto quel tipo di case nelle foto, sua madre aveva un album della sua vecchia casa, che presuppose essere quella.

Entrò nella stanza e vide delle foto di sua madre e dei suoi fratelli. Vide persone che non aveva mai visto prima, nonostante l'atmosfera confortante si sentiva così fuori luogo. Non capiva la lingua o la cultura, era appena arrivato e già sentiva nostalgia di casa.

Si sentiva nervoso sull'uscire. Non sapeva come approcciare qualcuno, quando doveva o non doveva inchinarsi, non aveva avuto abbastanza tempo per studiare. Si sdraiò nel letto e si addormentò sperando di sentirsi meglio.

𝐁𝐀𝐑𝐑𝐈𝐄𝐑.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora