chapter 11

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Arrivai al confine scozzese mentre tutti i soldati accampati non mi staccavano gli occhi di dosso nemmeno per sbaglio, stavano aspettando un mio gesto sbagliato per attaccare, gesto che non arrivò. La mia mano era ben salda sull'impugnatura della spada, se ci fosse stato bisogno sarei stata pronta a combattere <<signori>> salutai gli uomini cordialmente osservando la situazione circostante, vi erano diverse tende montate, al centro del prato vi era del legname che stava ardendo, con più uomini disposti in cerchio attorno ad esso che abbrustolivano della carne appesa a bastoncini sottili di legno, probabilmente era l'ora di pranzo.

<<Ector>> un soldato alto e dal corpo massiccio si protese avanti aprendo le braccia affinché il bambino, ancora sul cavallo con me, si facesse prendere in braccio da quello che dedussi fosse il padre, non glielo permisi infatti tirai le redini allontanandomi da lui, mi dispiacque tenere in ostaggio un bambino ma dovevo prima capire le loro intenzioni. 

L'uomo mi guardò minaccioso estraendo la sua spada raffinata, doveva provenire da una famiglia nobile <<non temete, non farò del male a vostro figlio>> dopo aver sentito queste parole il suo viso si rilassò ma mantenne comunque lo sguardo fisso su ogni mio movimento <<sono qui in nome di Maria Stuart, regina di Scozia, voglio parlare con il comandante di questa missione>> continuai poi schiarendomi la gola, dovevo sembrare potente e senza paura <<ci state parlando ora>> quel bambino mi sarebbe stato più d'aiuto del previsto, o almeno così pensavo, accennai un sorriso che ritrassi subito <<bene allora, cosa volete dal mio paese?>> alcuni soldati inglesi si avvicinarono a noi mantenendosi vigili e attenti, senza però agire, non lo avrebbero potuto fare senza nessun comando, comando che non sarebbe arrivato finché avevo il bambino con me <<siamo stati mandati dalla regina Elisabetta, come ben sapete la regina di Scozia non appena si sposerà ambirà al trono inglese e noi non possiamo permetterlo>> annuii, conoscevo mia cugina ed era sempre stata una persona ambiziosa e meschina, per tenere il potere avrebbe fatto di tutto, anche uccidere i membri della sua famiglia <<dichiarare guerra alla Scozia significherebbe dichiarare guerra alla Francia e soprattutto se io dovessi diventare la futura regina, in quanto erede al trono, mi ricorderò di questo affronto al mio paese>> li minacciai senza paura, in modo che riuscirono a capire la mia identità, avrebbero riferito tutto ad Elisabetta ma non mi importava, la mia priorità era difendere la Scozia, non difendere me.

<<Nessuno garantisce che la Francia si schiererà dalla vostra parte, noi abbiamo ingenti somme di denaro che beh, quando avremo distrutto tutti i vostri territori voi non avrete>> l'uomo avanzò sempre di più sguainando la spada, non gli importava di suo figlio, preferiva servire la sua regina <<è una minaccia questa?>> schiusi gli occhi intimandolo con lo sguardo di allontanarsi da me e dal mio cavallo <<non è una minaccia, è un'avvertimento, fatevi da parte se non volete morire, mi dispiacerebbe togliere la vita ad una ragazza così giovane e bella>> sorrisi sarcasticamente, un uomo così meschino non provava dispiacere, davvero pensava che me ne sarei andata via senza combattere? <<non succederà mai>> dissi scendendo da cavallo, lasciando il bambino sopra esso, e sguainando a mia volta la spada, probabilmente sarei morta contando che erano più di un centinaio di uomini ma lo avrei fatto combattendo.

In lontananza sentii il rumore di degli zoccoli avvicinarsi sempre di più, erano Francis e Bash, per un momento mi sembrò di perdere il respiro, era la prima volta in cui fui felice del fatto che qualcuno non mi avesse ascoltata, mi rigirai di nuovo verso l'uomo, non potevo distrarmi, guardandolo dall'alto al basso montando di nuovo a cavallo <<cosa stavamo dicendo riguardo gli aiuti da parte della Francia?>> la faccia che fece era indescrivibile, sembrava non crederci <<siete comunque in tre>> intimò titubante, sperava davvero che fossimo solo in tre ma dopo qualche minuto un esercito francese capitanato da James si mostrò in tutta la sua grandezza <<giusto in tempo>> sospirò il delfino di Francia riferendosi all'arrivo dei suoi soldati, giunto al mio fianco, facendomi l'occhiolino <<penso sappiate già chi sono, avete ancora intenzione di invadere la Scozia?>> si rivolse al comandante sfoggiando un sorriso educato ma allo stesso tempo pieno di forza, quel ragazzo era una potenza <<vostra maestà a dire il vero stavamo per tornare indietro>> feci scendere il bambino, che corse in modo maldestro verso le braccia del padre, concludendo la conversazione prima di voltarmi e andandomene seguita dai due fratelli e dall'esercito <<spero che questa incomprensione non capiterà di nuovo in futuro>> sentenziai, avevamo decisamente risolto per un periodo la tensione tra inglesi e scozzesi, non era tanto ma mi accontentai.


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