chapter 38

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Prima di avviarmi verso la sala del trono vidi una scena che mi ricorderò per sempre, una scena che ancora giace nella mia mente come se l'avessi appena vista, Francis corse verso suo fratello avvolgendolo in un abbraccio forte e desiderato, ero felice che fossero tornati a parlarsi finalmente, sembravano essersi isolati da tutti, infatti nonostante molti domestici dovessero passare per portare i piatti al tavolo loro rimasero in mezzo al corridoio, con lo sguardo pieno di parole ma la bocca chiusa, forse davvero tutto sarebbe potuto tornare alla normalità.Il delfino di Francia aprì gli occhi notandomi tra tutta la gente che si muoveva indaffarata avanti e indietro, gli sorrisi orgogliosa, era riuscito a mettere da parte tutte le divergenze con suo fratello e gli aveva permesso di tornare a fare parte della sua vita, nonostante tutto non mi stupii quella bontà da parte sua, era sempre stato un ragazzo dal cuore d'oro.

Maria mi raggiunse prendendomi a braccetto e insieme a Francis e Bash ci avviammo alla cena, cena che avrebbe stravolto la vita di tutti noi <<che bello vedere che siete qua in orario>> Enrico arrivò con passo pesante sedendosi a capotavola come era solito fare, sembrava fin troppo contento quella sera e non sapevo davvero cosa pensare <<padre, cosa ci dovete dire?>> Francis prese posto a tavola di fianco a me cercando di togliere il dente una volta per tutte, eravamo tutti sulle spine e la calma presente sul volto del re non era affatto d'aiuto <<grazie caro per avere introdotto l'argomento>>egli si alzò in piedi con un sorriso a dirla tutta nauseante da quanto falso <<un attimo di attenzione>> fece tintinnare una forchetta sul dorso di un bicchiere di cristallo, reclamando silenzio nella stanza, silenzio che era già presente da quando aveva parlato il delfino di Francia <<come ben sapete in Inghilterra ci sono diverse rivolte, i ribelli vogliono togliere dal trono la regina Elisabetta perché protestante e soprattutto illegittima>> non riuscii a collegare cosa avesse a che fare mia cugina con Enrico ma quando continuò il discorso mi fu tutto più chiaro << e sono pure sicuro che sappiate dei disordini presenti in Scozia, gli inglesi si stanno avvicinando di nuovo al confine, oh povera Scozia vorrei davvero poter fare qualcosa, a dire il vero posso>> si notava lontano da un miglio che non gli importava nulla del paese mio e di mia sorella, aveva uno scopo finale << Maria tu reclamerai il trono inglese, ti è legittimo e poi sposerai mio figlio Francis, nonché futuro re di Francia, in modo che voi da sposati e alla mia morte potrete governare su mezza Europa, che piano intelligente, mi faccio i miei complimenti>> non riuscii a dire nulla, sentii come un pugno nello stomaco. Rimasi ferma con la bocca spalancata, non stava succedendo sul serio, sapevo che un giorno o l'altro lui avrebbe dovuto mettere la Francia al posto dei suoi sentimenti, sapevo che avrebbe dovuto quasi sicuramente sposarsi per alleanze politiche, lo immaginavo e infatti avevo cercato pure di prepararmi ma viverlo era tutt'altra cosa.

<<non posso farlo>> Francis mi prese la mano, per avere il coraggio di affrontare suo padre, aveva gli occhi lucidi. Portai la mia attenzione su Maria, pure lei era sul punto di piangere, mi stava guardando disperata, sapevo che non fosse colpa sua dopotutto <<devi farlo>> allontanai la mia mano dalla sua tremando <<devi pensare al tuo paese, è la cosa migliore da fare e non posso permettere che la Scozia venga invasa, è il vostro dovere da sovrani garantire la sicurezza ai vostri paesi>> fece male dire quelle parole, fece davvero male, ma era giusto così, non ero nessuno per mettermi in mezzo ad una probabile alleanza così vantaggiosa per entrambi. Avrebbero imparato a essere felici insieme, volevo bene a mia sorella e sapevo che doveva avere un re al suo fianco, e meritava un re che oltre ad essere un sovrano fosse una persona valorosa, inoltre Francis era riuscito ad aprire il suo cuore a me che ero piena di insicurezze, sarebbe riuscito a fare lo stesso con lei, dopotutto eravamo sorelle e un po' ci assomigliavamo.

<<ottimo,domani annunceremo il fidanzamento>> Enrico applaudì chiamando con un gesto della mano i diversi camerieri, alla sola vista del cibo mi venne da vomitare
<< scusate, torno in camera, mi è passata la fame>> mi alzai dalla sedia, stavo ancora tremando, mantenendo un sorriso fino a quando non fui fuori dalla porta. Crollai. Crollai in mezzo alla sfilza di domestici che mi guardava senza sapere cosa fare, non si sarebbero sentiti a loro agio ad avvicinarsi a me così mi lasciarono lì, seduta a terra, con la schiena contro la parete e lo sguardo rivolto verso il soffitto.

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